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 2009  dicembre 03 Giovedì calendario

Sergio Colella, 48 anni, sua moglie Rosa Finco, 54, e suo figlio Alessandro, 14 anni. Famiglia «molto unita» e molto nota nel paesino di Gallio in provincia di Vicenza, la Finco, «diponibile con tutti», era titolare di un’agenzia immobiliare nel paesino di Gallio in provincia di Vicenza, Alessandro, «un ragazzone bello come il sole», bravo al liceo scientifico, nel tempo libero aiutava gli zii in macelleria, il Colella Sergio, «marito e padre molto presente», originario di San Salvatore Telesino in provincia di Benevento, luogotenente della Guardia di finanza, lo scorso ottobre era stato congedato per un cancro: i tre anni interventi chirurgici e chemioterapia avevano sconvolto la sua vita, non ne poteva più di soffrire ma soprattutto aveva il terrore che quello stesso calvario potesse toccare, un giorno, a sua moglie o a suo figlio

Sergio Colella, 48 anni, sua moglie Rosa Finco, 54, e suo figlio Alessandro, 14 anni. Famiglia «molto unita» e molto nota nel paesino di Gallio in provincia di Vicenza, la Finco, «diponibile con tutti», era titolare di un’agenzia immobiliare nel paesino di Gallio in provincia di Vicenza, Alessandro, «un ragazzone bello come il sole», bravo al liceo scientifico, nel tempo libero aiutava gli zii in macelleria, il Colella Sergio, «marito e padre molto presente», originario di San Salvatore Telesino in provincia di Benevento, luogotenente della Guardia di finanza, lo scorso ottobre era stato congedato per un cancro: i tre anni interventi chirurgici e chemioterapia avevano sconvolto la sua vita, non ne poteva più di soffrire ma soprattutto aveva il terrore che quello stesso calvario potesse toccare, un giorno, a sua moglie o a suo figlio. Negli ultimi tempi, però, a detta di amici parenti stava meglio e «appariva più sereno». Mercoledì 16 dicembre comprò una calibro 9, nel pomeriggio propose ai familiari una gita sulla neve, la consorte allora si mise alla guida della loro Opel Meriva, il figlio seduto al suo fianco e il marito dietro di lei, e guidò fino a Campomulo, poco lontano dalle piste da sci di fondo sull’altopiano di Asiago. Appena ebbe parcheggiato nel piazzale, il Colella tirò fuori la pistola, le sparò un colpo alla nuca, poi un altro colpo lo sparò alla nuca del figlio, quindi si puntò l’arma alla tempia e fece fuoco. Un biglietto, nella tasca dei pantaloni: «Ho conosciuto la sofferenza e non voglio che mio figlio e mia moglie debbano conoscerla nello stesso modo». Nel pomeriggio di mercoledì 16 dicembre in un piazzale a a Campomulo sull’altopiano di Asiago.