Massimo Pisa, Repubblica 17/12/2009, 17 dicembre 2009
DI NOTTE TENTA DI ENTRARE NEL REPARTO "FATEMI SALUTARE SILVIO": FERMATO - MILANO
Si è fatto duecento chilometri sulla sua Volkswagen Golf, da Villar Perosa a Milano. Anzi, all´ospedale San Raffaele, dove da domenica sera è ricoverato Silvio Berlusconi. sceso indisturbato fino al parcheggio sotterraneo della struttura, ha preso un ascensore e premuto il tasto «7». Come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se quell´ala del reparto Solventi, chiusa da due giorni a cronisti e curiosi e aperta solamente a parenti, politici e personalità in visita, fosse improvvisamente aperta al pubblico, ai fedelissimi, a lui. Erano le 2 di ieri notte. Marco T., 26 anni, torinese, da due in cura in una Centro di salute mentale e sottoposto nel 2008 a Tso, è arrivato a pochi passi dalla stanza del presidente del Consiglio. Qui è stata bloccato dalla sicurezza. «Fatemi passare - ha provato ad obiettare - vorrei salutare il presidente».
Il giovane è stato immediatamente portato in questura, dov´è stato interrogato dalla Digos milanese, mentre i colleghi di Torino andavano a sentire i familiari. Anche agli investigatori, Marco T. ha ripetuto: «Lo volevo salutare». Nella sua Golf sono state ritrovate tre mazze da hockey su prato, lo sport praticato da giovane a livello amatoriale, e due coltelli da cucina arrugginiti, con ogni probabilità prelevati dalle cucine del ristorante nel torinese dove il giovane lavora come cameriere. Mazze e lame erano comunque rimaste nel baule dell´auto. Per questo motivo Marco T. è indagato per porto abusivo di armi.
Figlio di un dirigente del pd locale con una passata militanza democristiana, il ragazzo, che da sempre si proclamava elettore di Forza Italia prima e del Pdl poi, nutre una genuina venerazione per Berlusconi, tanto da conservarne foto e articoli di giornale in casa. La sindrome depressiva di cui soffre avrebbe origine da una delusione amorosa durante un soggiorno in Inghilterra, dov´era andato a fare il cameriere. Dopo quell´episodio erano cominciati gli sbalzi d´umore, gli scoppi d´euforia, i lunghi viaggi in auto verso mete ignote a cui la famiglia si era abituata. Zingarate come quella dell´altra notte, conclusa al settimo piano del San Raffaele. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il percorso di Marco T., gli orari di partenza e arrivo, i luoghi visitati a Milano prima di arrivare all´ospedale e a Berlusconi. E stanno cercando di capire come uno sconosciuto, sebbene in un orario in cui la vigilanza su visitatori, malati e personale medico è più blanda, sia potuto arrivare a sfiorare la stanza più blindata d´Italia.