Vittorio Da Rold, Il Sole-24 Ore 17/12/2009;, 17 dicembre 2009
S&P DECLASSA IL DEBITO DELLA GRECIA - La decisione si attendeva a gennaio-febbraio ma l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha giocato d’anticipo, come la consorella Fitch, annunciando ieri di aver tagliato il rating sul debito sovrano a lungo termine della Grecia a BBB+ da A-, motivando la decisione con il peggioramento della situazione finanziaria del paese
S&P DECLASSA IL DEBITO DELLA GRECIA - La decisione si attendeva a gennaio-febbraio ma l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha giocato d’anticipo, come la consorella Fitch, annunciando ieri di aver tagliato il rating sul debito sovrano a lungo termine della Grecia a BBB+ da A-, motivando la decisione con il peggioramento della situazione finanziaria del paese. Un brutto colpo per Atene. Fitch infatti aveva fatto da apripista l’8 dicembre, facendo esplodere forti tensioni sui mercati. Il giorno precedente S&P aveva annunciato che il debito greco era sotto osservazione per un possibile taglio del rating. La stessa decisione era stata presaa fine ottobre dall’altra grande agenzia di rating, Moody’s. Spiegando la sua scelta S&P dice che «le misura annunciate dalle autorità greche per ridurre il deficit di bilancio hanno poche possibilità di tradursi in una riduzione duratura del fardello del debito». In questo quadro inizia il roadshow del ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, che oggi sarà a Francoforte per un incontro con gli investitori istituzionali. Intanto sale la tensione sociale nel paese per uno sciopero generale proclamato oggi dai sindacati vicini al partito comunista e alla sinistra radicale. Sciopero contro il piano di risanamento appena delineato dall’esecutivo socialista, in carica da due mesi. Manifestazioni che diventeranno un banco di prova per verificare la tenuta della maggioranza emersa dal voto del 4 ottobre scorso, guidata da George Papandreou. Nelle ultime settimane il dissesto dei conti è diventato il dossier più incandescente per il governo, e il premier ne ha fatto una questione da cui dipende la stessa «sovranità nazionale». In piazza oggi anche i sindacati autonomi dell’istruzione secondaria e il sindacato dei giornalisti. Ieri il ministro delle Finanze, George Papacostantinou ha nuovamente ribadito che «verranno adottate tutte le misure necessarie a risanare il bilancio». Si punta a ristabilire la credibilità del paese, ma «ci vuole tempo» ha avvertito. A seguito di una pe-sante revisione al rialzo, ora il governo prevede un deficit di bilancio al 12,7% del Pil. Nel bilancio presentato nei giorni scorsi per il 2010 conta di ridurlo al 9,1% e in un piano pluriennale illustrato all’inizio della settimana punta a tagliarlo al 3% del Pil - in linea con i limiti stabiliti da Maastricht - per il 2013. «Il successo o il fallimento dipende da noi- ha detto ancora Papaconstantinou - e il governo è unito». Secondo Papaconstantinou solo a marzo si svolgeranno significative operazioni di rifinanziamento del debito, e allora potranno esserci segnali concreti sul fatto che il governo è in carreggiata per arginare la deriva. Intanto ieri la Grecia ha chiuso un collocamento privato di un bond da due miliardi di euro, con durata cinque anni. Il nuovo titolo ellenico offre un premio di 250 punti base sopra l’Euribor a sei mesi. L’operazione, ha osservato Petros Christodoulou, responsabile dei mercati globali e tesoreria presso la National Bank ha ottenuto pieno successo. Il collocamento è stato curato dall’italiana Banca Imi, National Bank, Efg Eurobank, Alpha Bank e Piraeus Bank. Sul tema il ministro delle Finanze ellenico, Papaconstantinou, ha precisato che la Grecia entro il primo trimestre del 2010 venderà circa il 40% del proprio debito. «Abbiamo un programma di emissioni - ha ricordato più ridotto rispetto al 2009», quando le emissioni di titoli pubblici di Atene sono ammontatea circa 60 miliardi di euro. Altri tempi: la bolla dei debiti sovrani ha cambiato decisamente il clima ad Atene.