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 2009  dicembre 17 Giovedì calendario

LETTERE - SEGRETO DI STATO: LA DIFFERENZA TRA ITALIA E STATI UNITI

Sono passati 40 anni e tanti diversi governi, ma in Italia su Piazza Fontana permane saldo il segreto di Stato a impedire il pieno accesso ai documenti. Dall’avvio della Seconda Guerra del Golfo, l’operazione cosiddetta «Iraqi Freedom», sono passati invece appena sei anni e negli Stati Uniti, dopo un solo cambio di presidenza, già si parla di recuperare le ventimila e-mail cancellate dalla precedente amministrazione: ciò già presuppone l’accesso pubblico alla posta elettronica ancora disponibile. possibile una così forte discrepanza?
MARCO LOMBARDI
Guardando semplicemente alle cifre, il sistema americano non è necessariamente più «trasparente» del nostro. Ci sono ancora un numero imprecisato di miliardi di pagine di documenti, alcuni dei quali risalgono alla Prima Guerra Mondiale, che non sono accessibili per motivi di sicurezza nazionale. L’amministrazione Bush, dopo l’11 settembre 2001, ha aumentato il ricorso al segreto. Secondo Steven Aftergood, direttore del Project on Government Secrecy alla Federation of American Scientists e una delle massime autorità americane in materia, nel 2008 il ritmo della «classificazione» dei documenti è cresciuto a 23 milioni di atti all’anno. Nel 2007, il governo e le imprese americane hanno speso complessivamente 9,9 miliardi di dollari per tenere segreto ciò che a loro avviso deve restare segreto.
Questo ci spingerebbe a dire che gli Stati Uniti non sono una democrazia più trasparente della nostra. però importante guardare al cammino storico compiuto dagli Usa in questo campo negli ultimi decenni. Già nel 1956 una commissione guidata dal sottosegretario alla Difesa Charles Coolidge aveva individuato un eccesso di «classificazione» dei documenti e aveva cominciato a desecretarli, imputando il fatto alla tendenza dei burocrati a tener nascosto il più possibile. Da allora, il dibattito negli Usa su cosa deve essere segreto e cosa no è uno dei più vivi del Paese, coinvolge le migliori intelligenze e le migliori università ed è al centro dei dibattiti della politica: la differenza con l’Italia è che da noi il dibattito è inesistente, si anima solo su alcune vicende giudiziarie.
Inoltre colpisce che in Italia non ci sia una cornice certa di riferimento. Dal 1966 esiste in America il Freedom of Information Act (FOIA), che impone a ogni ministero e ogni ente federale di avere un apposito ufficio FOIA che gestisce la «trasparenza» e valuta milioni di richieste di cittadini, giornalisti, studiosi. Specifici think tanks e centri di ricerca universitari sono dedicati all’esame e alla riorganizzazione dei documenti, nonché a «sfidare» la CIA, il Pentagono ecc., anche in tribunale, su ciò che possono o non possono tenere segreto. Gli Archivi Nazionali periodicamente rendono pubblici milioni di documenti anche sui casi più caldi della storia, come le missioni omicide della CIA o i retroscena del caso Kennedy. Come possono testimoniare anche gli studiosi italiani che si recano - numerosissimi - a studiare documenti nella sede degli Archives a College Park, alle porte di Washington, l’organizzazione e l’efficienza sono da invidia.