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 2009  dicembre 17 Giovedì calendario

CINQUE PEZZI SU PIERGIANNI PROSPERINI

1. «CIAPA EL CAMEL». L’EX PUGILE ANTI-IMMIGRATI IDOLO SU YOUTUBE (di Maurizio Giannattasio, Corriere della Sera) - Una vita a dare pugni. E a pren­derne. L’ultimo gancio l’ha piazzato tre mesi fa sulla mascella dell’ex campione europeo dei supermassimi master Billy Aird, mandan­dolo al tappeto. Ora al tappeto c’è lui. Pier Gianni Prosperini, 63 anni, il gigante, uno e novanta di altezza, 140 di torace, 46 di piede. Il «dottore» come lo chiamano tutti e come ama definirsi quando parla di se stesso in ter­za persona. Il dermatologo che ha passato co­me uno tsunami un’infinità di schieramenti politici: ex liberale, poi democristiano, infine leghista, poi «transfuga» (anzi «traditur» co­me lo definiscono ancora oggi gli uomini di Alberto da Giussano) e anche aennino. Fino allo sbocco naturale (naturale?) nel Pdl. Al Pi­rellone, siede da anni con un record di prefe­renze: quasi ventimila. Il suo incarico attuale: assessore allo Sport della Regione Lombar­dia.
Ne ha combinate il Prospero nella sua vita. «Baluardo della Cristianità, Difensore della Fede, Flagello dei centri sociali, Eradi­catore di no-global, Condottiero e Pro­tettore del Nord», così si definisce nei suoi santini eletto­rali. Estremo, dissa­crante, ingombran­te, divertente. Sicu­ramente « scorret­to ». Come quando dalle tv locali intonava il suo ritornello anti-immigrati. «Non rispetti le leggi e i valori italiani? Camel e barcheta e te turnet a ca’». O anche: «Ciapum el camel, ciapum la barca, ciapum quel che voerun e turnen indrè». Una vera ossessione. Ma nel giro di pochi mesi i suoi filmati su YouTube sono diventati cult.
L’altra ossessione del dottore. Gli omoses­suali. «Garrotiamoli... – disse in un’intervi­sta a il Giornale riferendosi ai manifestanti di Roma che sbandieravano un fotomontaggio di Benedetto XVI con il dito alzato ”. Ma non con la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli apache: cinghia bagnata, lega­ta stretta attorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scop­pia ». Un putiferio. Richiesta di dimissioni im­mediate. Dalla sinistra, e Prosperini se le aspettava, dal centro e Prosperini se l’aspetta­va, da Gianfranco Fini e questo Prosperini non se l’aspettava. Un vero choc che lo portò a una ritrattazione onirica in pieno stile pro­speriniano: «Ho usato un’iperbole. Talmente iperbole che la garrota apache non esiste. C’è solo nei fumetti di Tex Willer. come se aves­si detto che chi ha manifestato a Roma con­tro il Papa deve essere punito dal soffio del drago». Fatto sta che con quelle dichiarazioni il Prospero si è giocato le sue trasmissioni in tv. Da An è arrivato il veto assoluto.
Ce n’è da raccontare del dottore. Lingua sciolta e mano veloce. Memorabile lo scontro con l’allora autista di Umberto Bossi, un altro gigante, Pino Babbini. Prosperini, nel ”91, aveva appena dato il suo addio alla Lega Lom­barda accettando di entrare nella giunta gui­data dal migliorista Gianpiero Borghini e fon­dando la Lega Nuova. Bossi arriva in piazza San Babila accompagnato da Babbini. Il racconto è dello stesso Prosperini: «Come mi vede, il bestione mi viene incon­tro e mi appioppa a freddo, la carogna, un gancio de­stro. Non mi sposta nean­che il cappello. Gli salto ad­dosso per spaccargli i denti quando vengo bloccato da un esercito di vigili urbani. Mi fanno: ’Lasci stare, ven­ga a prendere un caffè con noi’... Dico: ’Lo uccido un attimo e arrivo’. Macché, mi hanno impedito la pol­pettizzazione ». Gli va meglio qualche anno dopo, questa volta a Palazzo Marino, nell’era Albertini. Scena da Far West, del tipo la città è troppo piccola per tutti e due. Si fronteggia­no il consigliere forzista Milko Pennisi e il gi­gante Prosperini. Per chiarirsi le idee escono dall’aula e si rintanano nell’ex sala matrimo­ni di Palazzo Marino. Cambio di scena. Aula. Pennisi chiede la parola tenendosi la guancia arrossata. «Prosperini mi ha dato un ceffo­ne ». Replica: «Il consigliere si è appoggiato con forza sulla mia mano».
 ingombrante Prosperini. Sopra le righe. Ma una cosa amici e avversari gli riconosco­no: non si è mai tirato indietro. Le ha prese e le ha date. Politicamente e fisicamente. Nelle aule della politica, in televisione e sul ring. Ora l’arbitro ha iniziato il conteggio. Ce la fa­rà a rialzarsi?

2. L’ULTRA’ BORGHESE ESTREMISTA DELLA BATTUTA (di Giovanni Cerrutti, La Stampa) - Grande, grosso e.... A questo punto, e lui lo sa bene, i vecchi milanesi aggiungono «ciula», che sta per tante cose, in questo caso per fessacchiotto. Piergianni Prosperini grande e grosso lo è. Un omone. Un personaggio. Uno che un mestiere l’aveva e lo ha ancora, medico dermatologo, specialista in malattie veneree. Ma se l’è presa lui la brutta malattia, la politica, quando nel 1990 ha incontrato Umberto Bossi e la Lega degli inizi. Siccome è un omone e un personaggio, uno che per una battuta, anche greve, si gioca tutto, nella Lega non poteva durare. Con la freccia sempre a destra è finito prima in An e poi nel Pdl di Lombardia.
Vicentino di nascita, 63 anni, bresciano di crescita, a Pavia come studente, a Milano come politico. Assessore regionale allo Sport, adesso, e prima vicepresidente del Consiglio della Lombardia, e prima ancora consigliere comunale nell’anno della prima calata leghista, 1990 appunto. «Comprereste una macchina usata da Prosperini?», diceva l’allora sindaco Paolo Pillitteri. I milanesi, quella volta, l’avevano comprata eccome. Peccato che poi Prosperini sia sceso dalla macchina leghista, oplà, rompe con Bossi e diventa assessore all’Educazione con sindaco il riformista Piero Borghini, poi il Psdi, infine Alleanza Nazionale.
Chi l’ha conosciuto in questi anni, chi si è divertito a vederlo nelle sue trasmissioni su Telelombardia, chi l’ha visto su Youtube maramaldeggiare contro gli immigrati («te ciàpet el camèl, te ciàpet la barchetta e foera di ball!!!») ora si può immaginare l’incontro tra l’omone Prosperini e il pubblico ministero. Grande e grosso sì, ma la divisa del «ciula» Prosperini non la vorrà indossare. Tra i cronisti già si scommette su come si presenterà all’interrogatorio, come «Alpino paracadutista ufficiale medico» o come «Legionaire de la premiere classe»? O come «Campione mondiale di pugilato pesi supermassimi Master»?.
Serve un titolo, una battuta, qualcosina di forte? Vai da Prosperini e non ti delude mai. Già al suo debutto in tv, invitato tra gli ospiti di Gad Lerner a «Milano Italia», si era fatto riconoscere. «Il professor Manconi, già nel cognome, mi denuncia qualche carenza...». Per gli integralisti islamici nessuna pietà: «Garrotiamoli, ma non con la garrota di Francisco Franco, alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta attorno al cranio, il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia...». E ancora: «Io sono il baluardo della cristianità, Protettore del Nord, Flagello dei Centri Sociali...».
Esagerato, esuberante, testardo. Ma non sta antipatico nemmeno ai leghisti, mai teneri con quelli che se ne vanno. Nel ”93, l’anno dell’elezione di Marco Formentini sindaco, si era inventato una sua lista, la «Lega Alpina Lumbarda». Da solo si era preso 14 mila voti, mica pochi. E non sapendo che farsene si era presentato a Brescia, nello studio di Mino Martinazzoli allora segretario della Dc: «Comandante, mi dia gli ordini e sono pronto». Martinazzoli se lo ricorda ancora con tenera simpatia, ma nulla più, e nulla accadde. E allora Prosperini cominciò a girare la Lombardia con il suo camper «NorDestra-La Forza del Nord».
Grande, grosso e ciula? L’omone Prosperini si difenderà come un puma, animale che gli sta caro e cita spesso: «Quando lavoravo in un collegio sul lago di Garda minacciavo gli studenti con la bestia...». Vero, verosimile o falso, non importa. Prosperini è anche questo. «Brevetto da tiratore scelto, cintura nera IV Dan». Avrà da combattere davvero, adesso. Per restare grande e grosso, ma mica ciula. E gli amici sperano che eviti le battute: «Signor sostituto procuratore, tutto bene nelle parti basse, mai avuto malattie veneree...?».

3. QUEL "BALUARDO DELLA CRISTIANITA’" CHE VOLEVA CACCIARE GLI STRANIERI di Rodolfo Sala - MILANO - «Baluardo della Cristianità», «Flagello dei centri sociali», «Condottiero del Nord», «Eradicatore dei no-global», «Castigatore di omosessuali». Ha sempre amato le iperboli, il rodomontico Piergianni Prosperini, 63enne dai modi spicci con un gusto particolare per le autodefinizioni, tutte vergate nero su bianco sulle copertine dei suoi leggendari calendari. Definizioni volutamente molto politically uncorrect, e perfettamente attagliate a un personaggio che mostra larghissime propensioni allo spacconismo.
Laureato in Medicina, dermatologo di professione, già ufficiale medico negli Alpini, una passionaccia per il pugilato, l´assessore allo Sport della giunta Formigoni finito ieri in manette è sulla piazza milanese dal 1990, quando aderisce alla Lega, si candida alle elezioni comunali e agguanta un seggio a Palazzo Marino. Tangentopoli non è ancora scoppiata, ma il Carroccio ha già cominciato a mietere consensi: e lui, di voti, si è sempre vantato di portarne, in dosi massicce. Sarà così anche dopo, come sanno benissimo alcuni suoi sfortunati compagni di cordata di An, sbaragliati nelle preferenze (uno su tutti, Carlo Borsani, passato in un amen, nel 2005, da potente assessore alla Sanità a peòn in cerca di nuovi impieghi). Ma il «Prospero», come da quasi un ventennio lo chiamano amici e avversari, non è un tipo facile, e comincia presto a beccarsi nientemeno con Umberto Bossi, nonostante, o forse proprio per questo, i galloni conquistati sul campo con uscite smaccatamente razziste. Come quando, in un dibattito televisivo, liquida un extracomunitario con una frase che rimane scolpita: «Zitto lei, con quel colore di pelle che si ritrova». Rompe con Bossi e nel ”92 fonda un movimento che si propone di fare concorrenza al Carroccio: la Lega Nuova.
Alla fine dello stesso anno, e questo per un leghista ancorché dissidente come lui è un bel salto, accetta l´ingaggio di assessore comunale offertogli dall´ex comunista Piero Borghini, sindaco allora nominato da Craxi nel tentativo di salvare il salvabile con una giunta che più anomala non avrebbe potuto essere. Ma che naufraga ben presto sotto i colpi di Mani pulite. Finisce anche la non indimenticabile storia della Lega Nuova, dopo uno sfortunato matrimonio elettorale con il Psdi alle politiche. Così nel ”94 Prosperini si trasferisce armi e bagagli al Msi che si appresta a diventare An. Ma con una sua corrente, Nordestra, che strizza l´occhio all´elettorato leghista. E nel ”95 viene eletto per la prima volta in Regione.
Negli spot «incriminati», andati in onda a pagamento sulle tv provate lombarde, non smentisce il cliché costruito con coerenza fin dagli albori del suo impegno politico: «Ciapa su el canott e va foeura di ball», è il consiglio spiccio (a levare il disturbo, per i non lombardi) che dà agli extracomunitari. Da vicepresidente del consiglio regionale (2000-2005) si distingue per alcune battaglie: propone test obbligatori anti-droga ai quali sottoporre tutti i 650mila ragazzi che frequentano le medie e le superiori in Lombardia. Nessuna distinzione, è il suo cavallo di battaglia, tra marijuana, exstasy o eroina, «come invece predicano le infami e pluriliardarie canaglie canterine». Ce l´ha anche, e molto, con gli omosessuali. E per questo si becca una pesante reprimenda di Gianfranco Fini, che ai tempi aveva già cambiato idea sull´inaffidabilità dei maestri gay. Allora, per un po´, Prosperini se ne sta in castigo, e la pena comminatagli dal presidente di An è per lui davvero dura: il silenzio. Ora, inutile dirlo, è tra i più accesi fustigatori della svolta «a sinistra» intrapresa dal presidente della Camera.

4. GIANNI IL BOSS DELL’ETERE. "SE NON SONO IN ONDA NON RINNOVO QUEI CONTRATTI" di Walter Galbiati - MILANO - Il sistema Prosperini. Soldi pubblici per ottenere tangenti e promozioni elettorali gratuite o a basso prezzo. L´ordinanza del giudice Andrea Ghinetti e le intercettazioni della Guardia di Finanza ricostruiscono i motivi per cui il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il sostituto Paolo Storari hanno chiesto l´arresto dell´assessore regionale al Turismo e allo Sport, Pier Gianni Prosperini, del consulente della Regione, Massimo Saini, e del numero uno del gruppo Profit (Odeon Tv e Telereporter) Raimondo Lagostena.
I poteri della sfera magica
Per riuscire ad assegnare al gruppo Profit l´appalto da 7,2 milioni di euro per la promozione turistica della Lombardia, Prosperini, che secondo il gip maneggiava i fondi della Regione come fosse «un boss», aveva deciso di ricorrere alla collaborazione di Massimo Saini. Il contratto 2008-2010 viene assegnato al consorzio Pubblicis/Profit e la società Prillo Comunicazione di Saini si aggiudica una consulenza per 78mila euro. L´arma vincente di Saini emergerebbe dalla conversazioni intercettate. Tre mesi prima del bando, cioè nel febbraio 2007, Saini sarebbe venuto in possesso del piano di gara e in particolare della bozza di capitolato speciale d´oneri, contribuendo addirittura a redigerlo. Sono chiare le parole intercettate il 26 febbraio 2007 in una telefonata tra Giampiero Viotti, dirigente Sistemi turistici e progetti della Regione Lombardia, e Giuseppina Valeriano.
Viotti: «No perché io ho parlato con Massimo (Saini), mi ha detto che lui ha visto il bando, adesso io non lo so come ha fatto a vederlo, mi ha detto manca questo manca quell´altro». Valeriano: «Ma no guarda il bando non è ancora stato pubblicato». Viotti: «Ma, non lo so, lui mi ha detto che l´ha visto». Valeriano: «L´ha visto con i poteri della sfera magica». Viotti: «Gli ho detto senti guardalo, se c´è qualcosa che non va, dillo subito che va modificato per renderlo intelligibile». Valeriano: «Strano però da chi l´ha ...». Viotti: «L´ha avuto sicuramente ...è andato a prenderlo da Lambicchi o qualcuno glielo ha fatto vedere». Roberto Lambicchi è vicario del direttore generale presso l´assessorato Tursimo e Sport.
«I soldi devono andare alle televisioni»
Pur avendo presentato un piano che avrebbe dovuto favorire i nuovi mezzi di comunicazione, Prosperini vuole che gli investimenti pubblicitari siano indirizzati alle televisioni che lo ospitano nelle tribune politiche e che passano i suoi spot elettorali. «Alle televisioni - si legge nell´ordinanza - vengono destinati nel 2008 oltre due milioni di euro, cioè 5 volte in più rispetto al budget previsto per l´intero biennio. Lo stesso discorso vale per la radio. Il desiderio di Prosperini si capisce da una telefonata con Saini del 19 febbraio 2008, in cui l´assessore vuole una preponderanza del mezzo televisivo. Prosperini: «Tutto deve rimanere come l´anno scorso». Saini: «Assolutamente». Prosperini: «Voglio che ci sia una preponderanza della comunicazione di quel tipo, capito?».
«I debiti in totale erano 200mila»
Dalle intercettazioni si capisce che i fondi regionali per la pubblicità sono stati destinati anche a coprire i debiti personali di Prosperini con le emittenti locali, debiti contratti «per veicolare la propria immagine sul pertinente territorio elettorale». Lambicchi: «Ho parlato col boss (l´assessore ndr)». Saini: «Eh...». Lambicchi: «Mi ha detto che lui voleva ... deve .... allora sono Telelombardia e Telecity... 100-100». In totale 200mila euro. Vengono ripianati gonfiando i costi delle prestazioni.
Il potere di Prosperini
La forza di Prosperini emerge da una intercettazione del 28 gennaio 2008 con Sandro Parenzo, patron di Telelombardia e Antenna Tre. Prosperini: «Ascolta! ottobre, nonostante gli accordi, non sono venuto, novembre non sono venuto, dicembre una volta, gennaio un cazzo. Cosa devo, come devo prenderla? Eh adesso dobbiamo fare, devo fare il rinnovo dei cosi, dei contratti, non so...se non voi non state mai ai patti, perché devo starci io?». Parenzo: «Provvederemo».
Un potere tanto forte da imporre anche la cacciata dallo schermo dell´ex alleata e amica Carla De Albertis. «Il nostro interlocutore - ha messo a verbale il direttore generale di Profit, Anna di Sabato - è sempre stata Carla De Albertis, ma poi a causa dei litigi tra lei e Prosperini, la De Albertis non ha potuto fornire alcuna prestazione a Profit group. Lei chiese di fornire le prestazioni ma io personalmente le risposi che eravamo in imbarazzo in quanto Prosperini aveva detto che non la voleva più nemmeno sentire o vedere».
«C´è l´accordo tra l´editore e il dottore»
Radio Reporter si è vista assegnare incarichi per un importo complessivo di 72 mila euro, in quanto si è impegnata a mandare in onda gratuitamente interviste telefoniche di Prosperini della durata di 3 minuti. Saini: «Io quello che ti dico è che ho incontrato l´editore (di Radio reporter) con il dottore e hanno stretto un accordo. Se te senti il dottore, il messaggio è: non chiedetegli un tubo».

5. L’ASSESSORE E LA TV LOCALE: SENZA DI ME NON SI VA IN ONDA di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella - MILANO – «Almeno per le carte che conosco», ritiene il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, «l’arresto dell’assessore» alla Sicurezza, Turismo e Sport, Pier Gianni Prosperini, «non mi pare suf­ficientemente motivato».
Quelle «carte» partono dalla gara bandita dalla Regione nel 2007 per una campagna promozionale del turi­smo lombardo da 7,2 milioni di eu­ro, aggiudicata al Profit Group di Rai­mondo Lagostena. Ma intercettazio­ni di telefonate e mail del consulente di Profit, Massimo Saini, consentono al giudice Ghinetti di documentare che «tre mesi prima del bando e dun­que fin dal febbraio 2007, Saini, certa­mente soggetto interessato alla gara come controparte contrattuale della Regione, era venuto in possesso del­la bozza di capitolato e aveva addirit­tura contribuito a redigerlo». Il ban­do viene costruito per premiare in apparenza l’impresa che imposti la campagna sui nuovi media anziché sulle tradizionali tv e radio, ma sotto banco si programma l’esatto contra­rio. Al punto che Saini, intercettato il 13 febbraio 2008, sfotte un quotidia­no economico che lodava la versione ufficiale: «Son dei cucù...perché poi queste robe non verranno fatte».
Bigliettini e nomi svizzeri. Su questa ipotesi di reato di turba­tiva d’asta s’innesta l’accusa di corru­zione di Prosperini per 230.000 euro di Lagostena versatigli in Svizzera (Ubs Lugano) in parte «sei settimane dopo la stipulazione del contratto» con la Regione, e il resto «fino a otto­bre 2008». Qui l’accusa gioca le carte trovate a Lagostena in una perquisi­zione il 24 novembre: «Biglietti con tutti i riferimenti di un conto intesta­to alla società Kenena, inviati a Luga­no contestualmente (aprile 2008) al primo bonifico della Banca del Got­tardo di cui Lagostena ha annotato il codice Iban; e il nome di Domingo Sampietro, funzionario Ubs di Luga­no che fa fare l’operazione a Domeni­co Scarfò, fiduciario svizzero di Pro­sperini ». E Scarfò il 26 maggio 2009 aveva testimoniato: «Sampietro mi disse che Prosperini gli aveva detto di possedere fondi presso la Banca del Gottardo e di volerli trasferire sul conto Ubs. A tal fine Sampietro mi chiese la disponibilità della fiducia­ria Kenena, che io misi a disposizio­ne di Prosperini al fine di evitare il passaggio diretto». E le indagini su Prosperini, in un’altra ipotesi di cor­ruzione internazionale in Eritrea, hanno colto altre 4 società estere a lui riferibili.
Per i pm, «Saini, Prosperini e i lo­ro complici avevano necessità di far vincere la gara a Publicis/Profit in quanto solo in tal modo era possibile gestire a proprio piacimento i rappor­ti con le emittenti» come non solo Odeon e Telereporter di Lagostena, ma anche Telelombardia e Telecity, o Radio Reporter: su questa base, mo­strano i pm Robledo e Storari, infat­ti, s’incrociano l’interesse di Prospe­rini a non pagare «il pregresso» debi­to personale di 200.000 euro matura­to per trasmissioni promozionali del­la sua immagine, andate in onda ma da lui non pagate o scontategli, e l’in­teresse di Telelombardia e Telecity a recuperare i soldi. «L’escamotage per sanare tali debiti di Prosperini è l’affidamento», alle emittenti locali «da lui utilizzate per veicolare la pro­pria immagine sul pertinente territo­rio elettorale», di «commesse a prez­zi gonfiati», campagne pubblicitarie istituzionali sovraffatturate alla (e dunque scaricati sulla) Regione Lom­bardia.
I «patti» da rispettare per le tv. Nei rapporti con le tv locali, Pro­sperini fa pesare il nesso tra affida­mento di campagne pubblicitarie del­le Regionali e sua promozione perso­nale, ad esempio al telefono con l’edi­tore di Telelombardia, Sandro Paren­zo, intercettata il 28 gennaio 2008: «Ascolta! Ottobre, nonostante gli ac­cordi, non sono venuto; novembre non sono venuto; dicembre una vol­ta; gennaio no: come la devo prende­re? Devo fare il rinnovo dei contrat­ti... Se voi non state ai patti, perché devo starci io?». Parenzo: «Provvede­remo ». Prosperini non va per il sotti­le neppure con una funzionaria di Odeon tv nell’aprile 2008: «Sappiate che non desidero che vada più nien­te in onda se non c’è la mia presenta­zione, perché a ottobre si vota e...L’ opportunità sono io che la giudico, e dico che è opportuno che il dottore ( lui, ndr) ci sia sempre...Se noi ades­so facciamo una cosa è per la campa­gna elettorale...non per far vedere la cosa bella».
La teoria-Prosperini si staglia nel­la telefonata su 50 puntate da 12 mi­nuti su Telereporter: «Ho fatto 50 al­l’anno e da 5 anni». L’interlocutore lo lusinga: «Poi però prendi anche 19mila preferenze su Milano». E Pro­sperini: «Per forza, se no come fai... non sono capace di fare lobby e ho puntato tutto sulla tv».
Hostess e castighi. Ai limiti dell’inquinamento proba­torio, il gip rileva come Prosperini, ca­pito che una giovane russa da lui bene­ficiata di una finta presenza da 1.000 euro alla Borsa del Turismo è stata al centro di deposizioni di sue colleghe alla GdF, avvicina una teste in un ho­tel. E quando teme che Saini risponda ai pm, ordina a un suo collaboratore in Regione: «Non voglio avere a che fare con lui dal punto di vista lavorati­vo! I deboli per sopravvivere sono ca­paci di uccidere anche i propri figli, e quindi questo va castigato!».