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 2009  novembre 15 Domenica calendario

(DA SCARICARE!!!)

Giorgio Levi, La Stampa 15/11/09

Una Disneyland dell’800 -


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Giorgio Dell’Arti, La Stampa 15/11/09

In quel cascinale imparò a fare lo statista -

Nei momenti chiave della sua vita, Cavour stava a Leri, dove correva a rinfrancarsi ogni volta che era possibile. Viveva in un casolare, correva a destra e a sinistra col cappellaccio in testa, gridando contro i contadini che stavano sdraiati a riposare, tutto vedendo, tutto ispezionando. La proprietà era vasta mille ettari. I contadini, a domanda, rispondevano: «Sì, il conte è un po’ cane». Ancora nel 1843, Leri, che Camillo amministrava da otto anni, non aveva i conti a posto. Il conte fece venire allora da Livorno Vercellese un gran fattore che si chiamava Giacinto Corio e che fu per lui quello che Valletta sarà poi per gli Agnelli. Cavour aveva promesso a se stesso di non prendere più alcuna iniziativa sulla proprietà che non avesse una solida speranza di reddito. E raggiunse lo scopo. Quando Minghetti venne a visitare Leri nel 1855, il conte gli fece fare un giro dell’azienda, mostrandogli gli enormi progressi compiuti e il sistema rivoluzionario con cui si drenavano le acque. Era il Canale Cavour, un’impresa ciclopica, per realizzare la quale Camillo aveva dovuto mettere d’accordo 3.500 agricoltori. Più difficile della spedizione in Crimea e della piccola vittoria alla Cernaia.

Sarà la Disneyland del Risorgimento, il parco a tema delle Guerre d’Indipendenza, la macchina del tempo dell’Unità d’Italia. Ma senza finzioni o ricostruzioni. Un pezzo di storia patria, tra le risaie del Vercellese, dimenticato da Dio e abbandonato dagli uomini, è da ieri molto vicino al ritorno alla luce. la casa di Camillo Benso di Cavour, 12 mila metri quadri nella campagna di Trino. Il conte e suo padre, che acquistò l’appezzamento nel 1822, studiò in questa tenuta rivoluzionari sistemi d’irrigazione, trasformò una vecchia cascina in una azienda modello. Palazzina su due piani, stalle, giardino, ampia corte con la casa colonica. Camillo amò questa casa ben più della tenuta di Santena, qui studiava nelle giornate estive gli orizzonti lunghi delle risaie.

Ad appena due anni dalle celebrazioni dell’Unità d’Italia la casa padronale non ha più muri né arredi, spariti i quadri, le statue, il vasellame. Il granaio è puntellato, le stalle sono un cumulo di macerie, il tetto è a cielo aperto, nevica sulle camere da letto. Le erbacce e i rami degli alberi si sono mangiati le palizzate, il fango ha sommerso ogni angolo.
Questa è una lunga storia di degrado. Due anni fa il Comune di Trino si è aggiudicata dall’Enel (che a cento metri da qui ha le torri in cemento della centrale elettrica) a prezzo simbolico (mille euro) l’intera tenuta. L’Enel all’inizio degli anni ”80 aveva fatto della casa di Cavour i propri uffici e delle stalle un deposito. Poi le dismissioni, il lento abbandono. La tenuta è rimasta chiusa per quasi vent’anni senza alcuna opera di manutenzione. Ora, dimenticato dai fondi per i 150 anni dell’Unità d’Italia, per il Borgo spunta un progetto di recupero, finanziato da Guglielmo Boggio Sella, imprenditore agricolo di Moncalieri. Costo intorno ai due milioni di euro.

Ambizioso il fine: ricostruire all’interno del Borgo la vita agricola piemontese del 1861. I turisti parcheggiano fuori, entrano e trovano soltanto lumi ad olio, camini per riscaldarsi, il vecchio mulino. Nel menu della trattoria all’interno del Borgo piatti tradizionali della cucina contadina di metà Ottocento, cotti secondo regole e tempi dell’epoca. Dice Boggio Sella: «Ho visto in Inghilterra qualcosa di simile, vorrei ricreare la stessa atmosfera per il nostro Risorgimento». Ma avverte: «Io non sono un mecenate, il mio è un interesse logistico ed economico a basso profilo speculativo. L’offerta di sponsorizzazione, o meglio di ripristino del minimo decoro necessario, andrà ad integrare la somma stanziata dal comune di Trino di 80 mila euro e quella richiesta alla Regione Piemonte di 250 mila euro. L’investimento sarà con capitale a debito, tramite la sottoscrizione di mutui con le banche, che verranno accesi solo dopo aver stipulato i contratti d’affitto». Insomma, Boggio Sella non vuole perderci e i conti sono minuziosi. Per il sindaco di Trino Marco Felisati quasi un miraggio: «Siamo di fronte ad un grande evento dopo decenni di abbandono, per questo recupero il Comune stanzierà anche i fondi di compensazione nucleare».

Fin qui le cifre. I tempi per respirare l’aria risorgimentale contadina sembrano più complicati. Spiega Boggio Sella: «L’ipotesi più probabile è che nel 2011 le scuole possano portare qui i ragazzi e mostrare le meraviglie della tenuta». Resta la questione degli arredi, la statua decapitata di Cavour è l’ultimo oggetto rimasto. Agli altri ci hanno pensato ladri e predoni.