Roberto Petrini, la Repubblica, 12/12/2009, 12 dicembre 2009
BOTTINO DA 100 MILIARDI PER LO SCUDO FISCALE - ROMA
Cento miliardi: è questo il bottino dello scudo fiscale, la maxi sanatoria che consente di rimpatriare i capitali esportati illegalmente e frutto di evasione pagando il 5 per cento. Il dato è stato diffuso ieri da fonti parlamentari, in vista della chiusura dei termini fissata per martedì 15, e trova conferme. Complessivamente il gettito, sul quale si è sostanzialmente costruita la Finanziaria 2010, dovrebbe essere maggiore dei 3,7 miliardi considerati dalla manovra e salire a 5 miliardi. Ora si va, come previsto, alla riapertura dei termini: si parla di almeno due mesi. La decisione sarà presa con tutta probabilità dal consiglio dei ministri di giovedì prossimo che varerà il decreto «milleproroghe».
Al momento si starebbe valutando se lasciare l´aliquota invariata al 5 per cento o introdurre una maggiorazione per i ritardatari fino al 6 per cento. Intanto, dopo la proroga di un anno per i rimpatri resi complicati dal disbrigo delle pratiche burocratiche di responsabilità dell´amministrazione, varato nei giorni scorsi, ieri si è aggiunta un´altra mini proroga: l´Agenzia delle entrate ha predisposto un rinvio dei termini, fino al 30 aprile del 2010, per i lavoratori transfontalieri lasciando la sanzione a 21 euro.
Intanto il gettito fiscale dopo i crolli della prima metà dell´anno continua a cedere, seppure ad un ritmo lievemente meno serrato. Nel periodo gennaio-ottobre di quest´anno il calo delle entrate, comunicato ieri dal Tesoro, è stato del 3,4 per cento, mancano dunque all´appello circa 10,7 miliardi. Il ministero dell´Economia nota che «l´atteso rallentamento delle entrate è sostanzialmente imputabile all´andamento delle imposte dirette, Ires e Ire, ed è giustificato sia dalla rateizzazione delle imposte versate in autoliquidazione, sia dal deterioramento del ciclo economico».
Ed in effetti il calo dell´Ire, imposta personale sul reddito (la vecchia Irpef) è stato del 2,5 per cento, mentre l´Ires, l´imposta sulle società ha accusato un crollo del 20,2 per cento nei primi dieci mesi dell´anno. Qualche impercettibile segnale positivo giunge invece dall´Iva, l´imposta che più di ogni altra dà il tono dell´andamento della congiuntura economica: il calo è stato evidente, pari all´8,7 per cento. Tuttavia il Tesoro segnala un rallentamento della caduta (a settembre il calo era stato del 9,6 per cento, nel giugno scorso addirittura del 10,8 per cento). Inoltre, relativamente all´Iva che proviene dagli scambi interni, nei due ultimi mesi c´è stato addirittura un ritorno del segno positivo (+0,3).
Come avviene ormai da tempo per altre variabili macroeconomiche, come il Pil, nel dibattito entra anche l´andamento del gettito fiscale nei principali partner europei. Il Dipartimento delle Finanze ha allegato i dati che provengono dall´Unione: il confronto tra gli andamenti delle entrate tributarie nei paesi oggetto della rilevazione - osserva la nota - evidenzia che l´Italia, per il sesto mese consecutivo, è il paese con il più contenuto livello di contrazione delle entrate tributarie: tutti gli altri paesi presentano tassi di variazione negativi superiori al 10 per cento. La caduta delle entrate è stata, ad esempio, del 5,8 in Germania e del 16,4 in Spagna, mentre in Francia (il dato è fermo a settembre) è stata del 22,1 per cento.