Vanna Vannuccini, la Repubblica, 14/12/2009, 14 dicembre 2009
L’OPPOSIZIONE SARA’ LIQUIDATA
Da sette mesi il regime iraniano usa la forza bruta, dai manganelli agli arresti ai processi farsa alle condanne più dure, per schiacciare il movimento di opposizione, ma finora non ha osato arrestare i tre leader riformisti, Mir Hossein Moussavi, da tutti ritenuto il vero vincitore delle elezioni del 12 giugno, Mehdi Karroubi e l´ex presidente Khatami. Di fronte al persistere della protesta sembrerebbe però ora che la Guida Suprema Khamenei abbia deciso di intraprendere un passo così drammatico e pericoloso, che può erodere ancora di più la credibilità di un regime che si richiama a Dio e alla Verità. «L´opposizione sarà liquidata» ha detto Khamenei in un discorso trasmesso dalla televisione di Stato. Ha accusato i leader riformisti «di aver violato la legge, organizzato la rivolta e incoraggiato la gente a resistere contro il governo».
Il discorso è stato il più duro attacco ai capi del movimento verde da quando, subito dopo le elezioni, Khamenei mise tutto il suo peso dalla parte di Ahmadinejad e del megabroglio elettorale che decretò la vittoria di quest´ultimo a nemmeno un´ora dalla chiusura delle urne. Dopo sette mesi, mettere fine alla protesta è per Khamenei e Ahmadinejad il compito più urgente, reso tanto più necessario dall´arrivo del mese luttuoso di Moharram, in cui gli sciiti piangono il loro Imam più santo, Hossein. In questo mese dappertutto in Iran si tengono commemorazioni di massa che potrebbero trasformarsi in rinnovate proteste contro il governo.
Voci sul possibile arresto di Moussavi e Karroubi circolavano a Teheran da giorni, da quando la tv di Stato aveva trasmesso un video in cui si vede la foto dell´Ayatollah Khomeini data alle fiamme, e aveva accusato i sostenitori dell´opposizione di essere gli autori di un gesto capace di suscitare grande emozione tra la gente che ha ancora molto rispetto per il fondatore della Repubblica islamica. Immediata era stata la reazione indignata del movimento verde e dei suoi leader, che avevano accusato il governo di aver fabbricato il video per addossarne la responsabilità all´opposizione - una pratica che è sempre stata molto in voga nella Repubblica islamica: l´ultimo caso è quello del video in cui è stata falsificata in modo vergognoso l´uccisione di Neda Soltan, la ragazza ammazzata a sangue freddo da un basiji durante le manifestazioni, per attribuirne la responsabilità a agenti stranieri.
Gli studenti hanno protestato per la falsificazione, all´università di Teheran ieri la polizia ha circondato il campus bloccando centinaia di giovani. Anche il Grande Ayatollah Sanei, da Qom, ha accusato il governo: «Coloro che hanno sbattuto la testa contro un muro cercando di soffocare la protesta del popolo, ora provano a trarre vantaggio dalla sua devozione per Khomeini. Bruciano le sue immagini e incolpano altri di farlo. Ma gli studenti veri non l´hanno fatto. Conosciamo la storia» ha detto citando casi analoghi avvenuti prima della rivoluzione.
«Violano apertamente la legge, insultano l´Imam Khomeini» ha detto Khamenei nel suo discorso davanti a un gruppo di religiosi che rispondeva scandendo il nome di Khomeini. «Quando vedete questo, prendete le distanze» ha detto ai leader dell´opposizione senza nominarli. «Non credo alla purghe, ma alcuni insistono per separarsi e hanno trasformato una lite in famiglia in una guerra al regime». Khamenei ha ripetuto ancora una volta che le elezioni del 12 giugno sono state «giuste e legali». «Ora sono finite, le contestazioni non sono state dimostrate». Ha accusato gli oppositori di aver «preparato il terreno per i nemici della rivoluzione». «Ma - ha continuato Khamenei - sono come la schiuma sull´acqua. Quello che rimane è il sistema. L´opposizione sarà eliminata», ha concluso.
Secondo notizie diffuse da blog iraniani nella notte di sabato c´era stata una riunione dal Leader Supremo alla quale avevano partecipato i comandanti militari e della polizia, il capo dell´intelligence e il figlio Mojtaba al quale viene attribuita una forte influenza sul padre. La maggioranza del partecipanti alla riunione avrebbe chiesto a Khamenei di arrestare i tre leader riformisti e mettere Hashemi Rafsanjani sotto sorveglianza. Ma Khamenei avrebbe preso tempo ancora per un giorno. Forse nel tentativo di convincere i leader a staccarsi dal movimento. Forse si rende conto che, come aveva scritto nel suo blog Moussavi nei giorni scorsi, «per le strade voi combattete contro le ombre. Ma nelle coscienze delle persone i vostri bastioni cadono uno ad uno».