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 2009  dicembre 14 Lunedì calendario

« L’ULTIMO AVVERTIMENTO»


Scott Lucas, 47 anni, è professore di Studi americani all’Università di Birmingham, il suo blog Enduring America è uno dei punti di osservazione più precisi e aggiornati sulla politica iraniana. Se il presidente Obama gli chiedesse un consiglio, risponderebbe di non farsi imbrigliare nella realpolitik del nucleare ma di riconoscere il peso politico dell’opposizione al regime.
Professor Lucas, qualche agenzia, riportando il discorso di Khamenei di ieri, gli ha fatto dire che dopo il sacrilegio del rogo dell’effigie di Khomeini avrebbe «spazzato via» l’opposizione. Ha detto proprio così?
«No, non mi sembra che abbia usato quelle parole. stato l’ultimo di una serie di avvertimenti all’opposizione. Bisogna tenere conto che il governo ha fallito il suo tentativo di imbavagliare il dissenso, lo dimostrano i video che riprendono le proteste di ieri nelle università di Teheran, Shiraz e altre città».
Il video dove ancuni giovani bruciano il ritratto di Khomeini è vero oppure è una fabbricazione del Grande Fratello di Teheran?
«Non ho gli strumenti per dire con certezza che sia falso, ma vedo che la gente in Iran tende a diffidare, a non crederci. D’altra parte ancora nelle proteste odierne si vedono studenti portare i ritratti di Khomeini. Il movimento verde ha sempre mostrato rispetto per il padre della rivoluzione: oggi l’ex presidente Khatami ha smentito che l’opposizione abbia mai mostrato ostilità verso Khomeini e nello stesso tempo ha rivendicato il diritto alla protesta».
Su Twitter la Guida Suprema ha esortato i suoi a «mantenere la calma». Che cosa significa?
«Potrebbe significare che non ha ancora deciso il da farsi, che si riserva una decisione. Posso sbagliarmi, ma non credo che nelle prossime ore arresteranno Mousavi e gli altri leader. Siamo alla vigilia dell’anno nuovo islamico e specialmente della festa dell’Ashura, il 27 dicembre, centrale nel mondo sciita. Khamenei teme che possano ripetersi le proteste del giorno di Gerusalemme, a settembre, e allora manda un segnale forte».
E’ possibile che questa accelerazione della repressione sia dovuta al fatto che il regime sente avvicinarsi nuove sanzioni internazionali?
«Non credo che questo legame sia realistico. Anche se non c’è accordo, l’Iran continua a tenere aperto il tavolo nucleare. Oggi il ministro Mottaki ha avanzato la proposta di scambio di una quantità limitata di uranio. Gli Usa hanno subito rifiutato ma il colloquio in qualche modo prosegue, costituendo il maggiore diversivo ai gravi problemi politici interni».
Il presidente Ahmadinejad ha ricevuto ieri una delegazione di Hamas guidata da Khaled Meshaal ma è apparentemente assente sul fronte degli ultimi sviluppi interni, come mai?
«Ahmadinejad si muove a suo agio sul terreno del nucleare e della politica estera ma sulle vicende interne ha un ruolo secondario. Tutti ricordano che nei momenti turbolenti dopo la sua discussa rielezione era praticamente sparito. chiaro che le decisioni sulla sicurezza interna sono prese direttamente da Khamenei con i ministri dell’Intelligence, dell’Interno e i Pasdaran».