Gianni Mura, la Repubblica 13/12/2009, 13 dicembre 2009
In un periodo in cui si parla molto di Balotelli, sull’Avvenire di ieri mi colpisce il titolo "Potevo essere Balotelli"
In un periodo in cui si parla molto di Balotelli, sull’Avvenire di ieri mi colpisce il titolo "Potevo essere Balotelli". Parla Ugochukwu Enyinnaya, nigeriano di Warri, classe 1981. Uno che il 18 dicembre ”99 fece gol a Peruzzi con un tiro da 30 metri. E un altro ragazzino terribile, Antonio Cassano, completò il servizio di barba e capelli all´Inter andandosene via a Blanc con un colpo di tacco e segnando il secondo gol. Quella sera, il Bari di Fascetti salutò due nuove stelle. Una è sparita, mentre Cassano, a fasi alterne, brilla ancora. Ricorda Enyinnaya: «Un ragazzino simpaticissimo e di cuore. Una volta che ero rimasto senza soldi lui mi ha prestato una parte del suo stipendio così che potessi spedirlo a casa a mia madre e ai miei quattro fratelli. Sono cose che non dimentico e che per me rendono Cassano ancora più grande del campione che è diventato». [E lui? «Avevo già il biglietto di prima classe per un treno importante come la serie A, dovevo solo salire e sedermi. E l´ho perso. La testa è tutto, adesso lo so. Quando sei giovane pensi d´essere invincibile e che con il tanto denaro che hai in tasca puoi permetterti di ridere in faccia al mondo. successo a me e a tanti altri che si sono persi. Io sono tornato sulla strada giusta appena ho smesso di ragionare solo con l´istinto». Su Sportweek c´è un´intervista a Balotelli, che di sé dice: «Sono buono. Educato. Impulsivo. Troppo impulsivo». Tre cose che vorrebbe conservare del suo carattere? «Sincerità. Generosità. Istintività». Tre cose che cambierebbe? «Nessuna». Chi lo critica dice che lo fa per il suo bene, per stimolarlo. «Gli stimoli me li do da solo. Non c´è bisogno che i giornali scrivano o l´allenatore parli». E più in là: «Sul momento ci resto male, ma il giorno dopo non ci penso più. La mia forza è di lasciarmi scivolare tutto addosso. Però, sì, a volte mi verrebbe voglia di dire: lasciatemi in pace». Gli piace o no che si parli tanto di lui? «All´inizio può anche piacere, ma dopo un po´ ti stufi. Non è possibile leggere ogni giorno Mario di qua, Mario di là. E poi sempre le stesse cose, negative». Non è vero che sono sempre negative, ma evidentemente a Balotelli fa comodo credere che lo siano. Del tutto intonata la risposta a un´altra domanda: perché a volte gli scappa il fallo gratuito e cattivello? «E perché nessuno scrive di tutti quelli che fanno su di me, e che spesso non vengono neanche sanzionati?». E perché, dico io, Balotelli o chi per lui non impara a leggere meglio i giornali? Quelli che lo vorrebbero in Nazionale perché è un simbolo? Quelli che lo vorrebbero in Nazionale perché è bravo? Quelli che dopo due gol l´avevano già ribattezzato Supermario? In questa ostinazione a vedersi solo contro tutti Balotelli è molto simile a Mourinho, il suo psicologo di sfiducia. Molti miei colleghi sono contrariati dal suo silenzio-stampa e li immagino cantare in coro «Oggi per me è un giorno inutile» (ricordate Neil Sedaka?). Certo, dover fare a meno di una delle frasi dello Specialone, scolpite nel fumo, può portare alla crisi d´astinenza. Non resta che rimuginare sulle ultime parole fumose, dopo il Rubin: «Se dovessi andare via dall´Inter lavorerei quando voglio e forse anche dove voglio». Qualche dubbio io invece l´avrei. Del tutto d´accordo invece con Mourinho quando dice: «I giornalisti e gli ex giocatori non decidono nulla», ed è chiaro il riferimento a Mazzola. Non decidono nulla ma hanno ancora diritto di parola. [Torniamo ad Enyinnaya. Dal Bari al Livorno al Foggia, e nel 2004 in Polonia, con la perdita dello status di comunitario. Di qui l´obbligo di ripartire, in Italia, dai dilettanti. Anziolavinio e adesso è al Meda (Eccellenza lombarda), fermo per infortunio. Rientrerà in gennaio. «Quando sento dire che c´è razzismo negli stadi italiani mi viene da ridere. In Polonia e nella Repubblica Ceca se sei un giocatore di colore il minimo che possa capitare è che ti tirino delle banane. Mi è successo un sacco di volte e spesso mi hanno dato della scimmia, anche in campo. In quei paesi non sei mai tranquillo se giri da solo per strada. Qui tutto questo non succede». Non è del tutto esatto, e le banane a Balotelli le hanno pur tirate, in una via di Roma. Ma capisco Enyinnaya. A 28 anni, la voglia di risalire su quel treno c´è ancora, e come si sta bene, qui da noi. [Dopo una settimana di isterie, carognate, gomitate, non risulta che i club abbiano catechizzato i rispettivi pedatori. Non ha fatto lo struzzo Campana, presidente dell´Aic. In un appello ha scritto: «Ci sono stati calciatori che si sono comportati in modo riprovevole e sono venuti meno alla loro professionalità». E bravo (7) Campana. Che aggiunge: «La gente ha diritto di assistere a una partita caratterizzata da comportamenti esemplari, altrimenti ci mettiamo sullo stesso piano di certe tifoserie». Non tutti quelli di Cagliari-Napoli si sono adeguati.