Paola D’Amico - Paolo Foschini, Corriere della Sera 13/12/2009, 13 dicembre 2009
Moratti. I fischi riesplodono. Lei parla lo stesso: «Capisco le contestazioni, ma i fischi non aiutano la ricerca della verità»
Moratti. I fischi riesplodono. Lei parla lo stesso: «Capisco le contestazioni, ma i fischi non aiutano la ricerca della verità». Arriva in fondo coperta dal frastuono. Poi tocca a Formigoni, cui tocca la stessa sorte: «Rappresento dieci milioni di lombardi, non saranno pochi contestatori a fermarmi». Zinni avverte la folla: «Contestare è un diritto, ma se non rispettate chi parla i familiari delle vittime abbandoneranno il palco». Il fatto è che nel frattempo all’altro corteo, rimasto fuori dalla piazza, si sono aggiunti anche tutti coloro che pur non avendo a che fare né con la sinistra estrema né con i centri sociali vorrebbero semplicemente arrivare lì, nella piazza del ricordo. Che però è chiusa dai cordoni di polizia e carabinieri. Gli «esclusi» sono lontani, non sentono né vedono neppure chi sta parlando dal palco. Premono per entrare, alcuni si infiltrano e urlano sempre più forte: «Aprite la piazza!». La calca che spinge sullo sbarramento cresce, partono petardi, le forze dell’ordine reagiscono con qualche manganellata. Carlo Arnoldi, un altro il cui padre morì ucciso allora, legge un discorso che se la folla lo sentisse farebbe silenzio eccome. Ma lo sentono solo quelli sotto il palco, il resto non ascolta più niente: sono solo grida, fumo, tanta rabbia da parte di chi non riesce a capire, molta tristezza da parte di chi capisce. L’ultimo che parla è Onorio Rosati, della Camera del Lavoro. Ai bordi della piazza è il caos. Zinni e gli altri, dal palco, si guardano un’ultima volta e decidono: «Andiamo via». Appena il palco si svuota e le autorità sono lontane arriva il segnale alle forze dell’ordine: « tutto finito, lasciateli entrare». Fine della tensione. Peccato sia finito anche il resto. Una donna se ne torna verso casa con i due figli. Si chiama Franca Cividali: «Fanno la scuola media. Li avevo portati perché credevo fosse un’occasione educativa, invece hanno fermato anche noi. Certo, chi ha fischiato oggi ha sbagliato. Ma del resto, se ogni giorno apri i giornali e vedi che neppure le istituzioni rispettano più se stesse, come si fa a stupirsi se non le rispetta la piazza?». Paola D’Amico Paolo Foschini