Marilena Pirrelli, Il Sole-24 Ore 12/12/2009;, 12 dicembre 2009
IL VALORE TOTALE DELLE OPERE? TRA 18 E 34,8 MILIONI DI EURO
Si continua a cercare. La collezione di Calisto Tanzi, nascosta da parenti e amici in scantinati, box, soffitte e nella Villa Vigatto, di proprietà della moglie Anita Chiesi, o affidate all’intermediario di Rovereto Paolo Del Bosco, era cospicua, lo ricordano molti operatori del mercato dell’arte: una pinacoteca con tele di artisti italiani della fine dell’800 e del 900, più naturalmente i capolavori internazionali. E quanto trovato fino a ieri, 61 opere, è ancora una parte, visto che all’appello mancano alcuni artisti importanti come Balla e Picabia.
Una collezione amata dal cavaliere Tanzi, ma non assicurata, visto che non risultano evidenze presso le principali compagnie del compartosia in Italia che sulla piazza londinese. E del resto il cavaliere non era uso a calcare le gallerie, si vedeva di rado in asta, preferiva piuttosto affidarsi a intermediari.
Il valore complessivo delle 19 opere rintracciate lo scorso week end e delle altre 16 ritrovate nella villa di Tanzi alle porte di Parma nel blitz di ieri si stima possa essere tra 18,5 e 34,8 milioni di euro, secondo la società di consulenza e valutazioni di arte ArtNetWorth. Restano fuori dalla quotazione i 26 lavori d’arte contemporanea ritrovati dalla figlia Francesca. «La stima fatta solo sulle fotografie e in assenza di dettagli sulle opere (data, firma, tecnica, ecc..) risulta teorica, perché occorrerebbe visionare i quadri ed essere sicuri dell’autenticità per esprime un valore di mercato» spiega Massimo Maggio, a.d. di ArtNetWorth.
L’opera di maggior pregio?
«Ipotizziamo la "Natura morta" di Van Gogh, stimata tra 5 e 7 milioni» risponde Maggio. «Ma con ogni probabilità possono esserci anche delle errate attribuzioni, come per la "Natura morta" di Cezanne o la "Ballerina" (matita) di Degass». Ad esempio il bel "Ritratto di signora" di De Nittis potrebbe essere, invece, un Matteo Corcos, secondo Roberto Capitani gallerista consulente della Fondazione De Nittis. «La qualità di alcuni lavori è buona – commenta Caterina Nobiloni, perito d’arte moderna e contemporanea di ArtNetWorth – per altri no come per il "Tronco di salice" di Van Gogh (stima 1-1,5 milioni)».
Più verosimili le attribuzioni del "Ritratto di ragazza" di Favretto (stima 50-90mila), della "Scogliera di Pourville" di Claude Monet (3-5 milioni di euro), che avrebbe presto preso il volo per la Russia. Un’opera simile "Sur la falaise, au petit Ailly" 1896, è andata invenduta a Londra da Christie’s con una stima tra 250-350mila sterline nel giugno 1998. Bella la tela con soggetto circense di Marc Chagall (2,5-3,5 milioni), la "Natura morta" di Picasso (3-5 milioni) e le "Due signore" di Pissarro (150-350mila). Ora, però, resta un lungo lavoro alla procura di Parma: identificare e autenticare le tele, operazione che di solito svolge il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, attraverso le richieste di expertise alle Fondazioni e Archivi degli artisti in questione. Poi ci sarà da chiarire le situazioni oggettive relative agli acquisti: quando e da chi sono state comprate le opere, quanto sono state pagate, come sono state acquistate e chi era il proprietario.