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 2009  dicembre 12 Sabato calendario

LO SCUDO PRENOTA 110 MILIARDI

Il rush finale dell’operazione scudo ter costringe a un weekend di intensa attività per molti addetti ai lavori. La pila di richieste di dichiarazioni riservate da compilare è una delle due certezze di questi giorni. L’altra è l’utilizzo dei verbi al condizionale: a tre giorni dalla chiusura dell’operazione, tra rimpatri e regolarizzazioni, la stima complessiva indica una forchetta tra i 100 e i 110 miliardi di euro. quanto emerge dalle indicazioni dei principali player di settore e osservatori di mercato: che stimano in circa 80 miliardi di euro circa la raccolta operata dalle strutture di private banking, cui sarebbero da aggiungere una cifra vicina ai 25 miliardi, attraverso le fiduciarie. Il che frutterebbe un gettito per il fisco oltre i 5 miliardi di euro, più degli 80 miliardi indicati a inizio operazione dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, per il quale il gettito atteso dell’operazione era attestato a 4 miliardi di euro. Numeri, seppur stimati, in crescita rispettoa qualche settimana fa: a fine novembre le indicazioni degli operatori raccolte su «Plus24» aveva portato a una cifra di 90 miliardi. La ragione di questa accelerazione sta nel numero di richieste last minute degli ultimi giorni, dopo i chiarimenti apportati dalle circolari 49 del 23 novembre e 50 del 30 novembre dell’agenzia delle Entrate,in particolare la prima riguardante gli immobili. Spingendo molti «scudanti» a muoversi gli ultimi giorni, ingolfando le operazioni e offrendo anche una sensazione di attenzione crescente per l’operazione.
Non pochi di loro, fanno osservare alcuni addetti ai lavori, non riusciranno a completare l’operazione entro martedì prossimo. Di conseguenza i loro capitali resteranno all’estero e potrebbero essere sottratti al calcolo che si cerca di stimare in questi giorni. Anche per questa ragione c’è anche chi si mantiene cauto: Giacomo Neri partner di PricewaterhouseCoopers, conferma ancora una volta la stima fatta più di un mese fa, pari a 85-87 miliardi a bilancio complessivo dell’operazione di emersione dei capitali all’estero.
Così come in occasione delle due precedenti scudi, anche in questo caso un ruolo rilevante lo stanno ricoprendo le fiduciarie: UniCredit, per esempio, ha affidato tutta l’operazione a Cordusio Fiduciaria; la stima dei loro rimpatri giuridici potrebbe superare i 9 miliardi di euro. Cautela, ma anche scaramanzia e riservatezza spingono molte banche a non fornire dati in fieri dell’operazione. Difficile strappare ufficialmente numeri a Ubs e Credit Suisse: con la prima, protagonista del mercato italiano fino a pochi anni fa, alle prese con i contraccolpi della crisi finanziaria. Per entrambe, in ogni caso si stimano flussi superiori ai 5 miliardi. Banca Fideuram e Monte dei Paschi, invece, si limitano a fornire il dato sulle pratiche aperte, rispettivamente 7mila e 3.100. «Il trend giornaliero è di 100 nuove operazioni – spiegano da Fideuram – con numeri decisamente superiori alle edizioni precedenti dello scudo fiscale».«Delle pratiche aperte – fanno eco da Montepaschi – oltre il 25% è rappresentato da nuova clientela. Il numero delle adesioni è in continuo progresso: solo nella prima settimana di dicembre ne sono state registrate circa 500 (con una media di circa 100 nuove aperture al giorno) e il trend è in ulteriore crescita con l’approssimarsi della chiusura». Anche i private banker specializzati sono soddisfatti: «Abbiamo già chiuso contratti per 300 milioni di euro – dice Guido Giubergia, amministratore delegato di Ersel – e contiamo di arrivare come minimo a 600. Oltre il 40% di richieste arriva da nuova clientela, il resto dai nostri clienti storici». Azimut potrebbe superare i 600 milioni e Bsi-Banca Generali, che ha già incassato dallo scudo circa 800 milioni, spera di raddoppiare da qui a martedì prossimo.