Matteo Prioschi, Il Sole-24 Ore 11/12/2009;, 11 dicembre 2009
LA SFIDA ANTI-FISCO DELLE PICCOLE AZIENDE
Franco Passeri è dei dintorni di Roma. Anche lui sarà questa mattina a Milano. Arriva da Setteville di Guidonia ed è uno degli imprenditori autoconvocati che darà vita all’Imprese che resistono-day.
Incontrerà gli arrabbiati come lui.
Decine di Pmi che, invece di discutere sul blog, per una volta proveranno a contarsi e a guardarsi in faccia. Lo faranno al Centro Leonardo da Vinci, poco lontano dall’uscita della tangenziale di Cormano. Luogo non casuale forse, caro a Umberto Bossi, dove la Lega Lombarda ha tenuto tanti dei suoi storici congressi. Passeri, come si dice in questi casi, si è fatto sé. Inizia come lavoratore dipendente alla Selenia, gruppo Finmeccanica, dove resta per una quindicina anni al reparto circuiti stampati. Poi, insieme a due colleghi, investe la liquidazione maturata e si mette in proprio. Da vent’anni è alla guida di un’azienda con 18 dipendenti, specializzata nella produzione di circuiti stampati. «Tutto è iniziato un anno fa – afferma – quando il mercato si è fermato. Da settembre la situazione si è un po’ stabilizzata ma siamo ancora sotto i livelli pre-crisi ma ancora non si possono fare previsioni e quindi investimenti».
Passeri è una delle tante anime di questo movimento di piccoli imprenditori nato in Piemonte la scorsa primavera dove si è svolta anche una manifestazione per le vie di Torino e poi espatriato in altre regioni. L’elenco priorità su cui dar battaglia è un rosario tanto conosciuto quanto concreto.
Riduzione dell’Irap, Iva per cassa, certezza dei pagamenti. Poi il calcolo della cassa integrazione a giorni, l’abolizione dell’anticipo delle imposte e l’accesso al credito. Novità degli ultimi giorni, l’ennesima ribellione contro il Fisco, o meglio contro l’Agenzia delle entrate rea – a sentir loro – di batter cassa e di stringere i cordoni dei controlli incurante della difficile congiuntura. A questi piccoli non va giù di essere trattati come evasori «quando invece nei momenti più duri abbiamo scelto di pagare lo stesso gli stipendi nonostante gli ordini fossero a zero».
Imprese che resistono riproduce la geografia del malessere dei piccoli: sono attese delegazioni da Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia. Oltre alla Lombardia naturalmente dove nei mesi scorsi hanno fatto sentire la loro voce i "contadini del tessile" di Busto Arsizio, autoconvocatisi per sollecitare la difesa del made in Italy.
Poi è nato il Comitato spontaneo delle Pmi e degli artigiani, e ancora le Imprese che resistono di Jerago con Orago, paese in cui si svolse il primo incontro autoconvocato. Infine Vergiate.
Ora questo movimento carsico prova ad uscire allo scoperto. Verrà lanciata anche una campagna di autofinanziamento ma a Milano il pallottoliere servirà più per contare i presenti che altro. Per vedere chi c’è e chi no. E sul web non manca qualche preoccupazione. «Ma dove siete finiti tutti» si domandava poco tempo fa un blogger. Qualcuno sperava in un migliaio di presenze. I più realisti abbassano di molto le attese. Anche gli arrabbiati sono attesi all’esame di maturità.