Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  dicembre 11 Venerdì calendario

Un magistrato su dieci sta a Napoli- Tanti sono i magistrati in servizio a Napoli rispetto al numero complessivo delle toghe italiane

Un magistrato su dieci sta a Napoli- Tanti sono i magistrati in servizio a Napoli rispetto al numero complessivo delle toghe italiane. I sostituti procuratori presso il tribunale, invece, sono 107. Più di quelli che si contano a Roma (90) e Milano (81). Per non parlare di Palermo, dove i potenziali pubblici ministeri da impiegare nella lotta alla mafia sono 64, con una carenza del 25%. E non c’è incentivo che tenga, infatti, a spingere i magistrati verso le sedi disagiate. Sono numerose le discrepanze che balzano agli occhi scorrendo la pianta organica della magistratura elaborata dalla terza commissione del Csm. Una distribuzione sul territorio poco uniforme, figlia dei paradossi. Uno, in particolare: la maggiore presenza delle toghe proprio nei distretti del Mezzogiorno e delle Isole, dove ogni 10mila abitanti ci sono 1,33 magistrati contro l’1,04 del Centro e lo 0,81 del Nord. CAMPANIA DA RECORD Peccato, come emerge dal ”Libro verde” sulla spesa pubblica del ministero dell’Economia, che quelli in servizio al Sud siano i magistrati con minore anzianità professionale rispetto ai colleghi delle altre macro-aree. Al Centro, infatti, il 74% delle toghe in servizio ha un ruolo superiore rispetto alle funzioni. Lo stesso accade, punto più, punto meno (71%), al Nord, mentre al Sud l’’indice di esperienza” scende al 52%. Il nodo, poi, è rappresentato dall’eccessiva polarizzazione delle toghe su Napoli rispetto ad altri distretti egualmente interessati al contrasto della criminalità organizzata. Oltre a Palermo (472 magistrati in totale), si pensi a Catania (349), Catanzaro (315, 18 i sostituti), Reggio Calabria (205) e Caltanissetta (133, con appena 16 sostituti procuratori). A favore di Napoli gioca la sua storica e solida tradizione giuridica, ma qualcosa non torna se a parità di emergenza criminalità - camorra da una parte, mafia dall’altra - ci sono, quanto ad organico, 568 magistrati di differenza, a vantaggio del distretto campano, tra gli uffici giudiziari di Napoli e quelli di Palermo. A causare la proliferazione a ”mac - chia di leopardo” delle toghe è soprattutto il principio della loro inamovibilità, sancito dalla Costituzione. I magistrati, infatti, se lo desiderano possono restare nella sede di prima destinazione fino al loro pensionamento. Ovvero per 40-45 anni. Tutto il contrario di quello che accade, ad esempio, in Francia, Austria, Germania e Olanda. Alle sedi disagiate, così, possono essere spedite obbligatoriamente solo le toghe che hanno appena terminato il loro periodo di tirocinio (18 mesi). In questo modo nel Mezzogiorno,come testimoniano le statistiche, operano prevalentemente magistrati di limitata esperienza.Un andazzocui il ministero della Giustizia non è riuscito a porre rimedio neppure offrendo alle toghe notevoli incentivi economici: 2.600 euro netti al mese, per quattro anni, oltre allo stipendio già percepito. «Abbiamo bandito 100 posti e, senza essere stati aiutati in nulla dall’As - sociazione nazionale magistrati, siamo riusciti a coprirne oltre 50», ha rivelato Angelino Alfano, ministro della Giustizia. PI MEZZI AL SUD Ieri Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, si è sfogato ancora. Su Repubblica, stavolta. «Il pomeriggio i magistrati fanno anche i cancellieri perché non ci sono i soldi per gli straordinari del personale». In realtà, secondo il ”Libro verde sulla spesa pubblica”, è proprio nel Mezzogiorno che si registra il rapporto più elevato tra il numero dei cancellieri, e altro personale amministrativo, e gli stessi magistrati: 162% rispetto al 160% del Centro e al 143% del Nord. Palermo è al 177%. In Italia la media è del 155%.