Domenico Quirico, La Stampa 11/12/09, 11 dicembre 2009
BORDELLI
Le Chabanais, storico bordello parigino, che era «The house of all nation». Alla tenutaria Alexandrine Jouannet, in arte Mademoiselle Kelly, la trasformazione dello stabile in bordello era costato un milione e 700 mila franchi nel 1877. Era fra le mete di sovrani, presidenti e diplomatici in visita a Parigi. Ci vivevano 35 pensionate/prostitute, sempre in servizio e in abito da sera. Si accedeva attraverso una grotta con giochi di specchi, ponti e cascate. Vantava un «salon pompier» con 15 medaglioni di Toulouse-Lautrec a soggetto erotico. Uno degli arredi di maggior pregio era la vasca da bagno in avorio a forma di sirena: si diceva che il principe di Galles la usasse per farsi il bagno nello champagne. Aveva poi cinque piani di mirabilia da tutto il mondo. Agli habitués, come lo scrittore Anatole France, si regalavano un carnet e sei acqueforti dei locali. Grazie al bordello, la maîtresse divenne ricca e si comprò un castello con cavalli da corsa. Negli anni successivi Le Chabanais rimase aperto, con qualche novità: negli Anni Venti furono installati filtri per l’acqua che impedissero al calcare di irritare le parti intime delle pensionanti. Una visita guidata costava cinque franchi. Nel 1946, la casa fu chiusa, quando una legge di Marthe Richard impose la chiusura dei casini. A Parigi molti furono i bordelli celebri: il One Two Two (rue de Provence), dove negli anni Venti si consumavano 150 bottiglie di champagne al giorno, si cenava al ristorante con buon cibo e le cameriere vestite soltanto di un grembiule. La Sphinx (boulevard Edgar Quinet), gestita da madame La Mestre, che negli Anni Trenta era frequentata da personaggi come Colette, Kiki di Montparnasse e Georges Simenon.