Antonella Mariotti, La Stampa 11/12/09, 11 dicembre 2009
In paradiso scoppia la guerra del caffè - Lavazza si appresta a chiudere il 2009 con un fatturato di oltre 1,1 miliardi di euro, in linea con l’esercizio precedente, e a confermare un risultato operativo intorno al 13%
In paradiso scoppia la guerra del caffè - Lavazza si appresta a chiudere il 2009 con un fatturato di oltre 1,1 miliardi di euro, in linea con l’esercizio precedente, e a confermare un risultato operativo intorno al 13%. Per il 2010 l’ad Gaetano Mele ha annunciato un nuovo quartier generale a Torino da 130 milioni e nuove acquisizioni. L’obiettivo è continuare a crescere.Tutta colpa del paradiso. Lavazza e Nespresso si contendono un pezzo di cielo, nel senso più «alto» del termine, a suon di spot e tazzine di caffè. Così anche il bel George Clooney finisce in paradiso e il suo San Pietro è niente meno che John Malkovich. Insomma, la Nespresso (marchio svizzero con dietro la multinazionale Nestlè) schiera le «truppe pesanti» per uno spot sullo stesso terreno della Lavazza, l’aldilà, appunto. Lo spot è appena arrivato in Italia e la trama è divertente: George compra una macchina da caffè Nespresso, esce dal negozio e sta per essere centrato niente meno che da un pianoforte. A questo punto l’inquadratura diventa quasi identica a quella dello spot Lavazza: sfondo bianco, scalinata verso il cielo, dove San Pietro-Malkovich aspetta Clooney. Nella prima puntata sembra che George se la cavi, regalando a San Pietro la macchina da caffè appena acquistata, poi però negli spot successivi il bel tenebroso è di nuovo in compagnia di santi e «anime» bionde e seducenti. Così, la famosa coppia Bonolis&Laurenti, con annesso San Pietro alias Riccardo Garrone, deve affrontare un’ardua competizione con le star hollywodiane, anche se in quanto a simpatia il duo italiano è un’icona, quasi quanto in passato fu Nino Manfredi con il suo «Il caffè più lo mandi giù e più ti tira su». Dalla Lavazza, comunque, la reazione è seccata: «O ritira lo spot o presenteremo ricorso al Gran Giurì». « una cosa strana e singolare», ha detto ieri l’amministratore delegato, Gaetano Mele, mentre presentava i numeri del bilancio 2009. «Mi chiedete se hanno copiato? difficile non pensarlo. tutto uguale e l’ambientazione è identica. Inoltre si tratta di un’azienda straniera che vende un prodotto tipico del Made in Italy, l’espresso, e la Lavazza è una protagonista di questo business». Poi una mano tesa: «Tuttavia non voglio crederlo. Preferisco pensare che si tratti di una sfortunata svista. Confido quindi che l’azienda svizzera ritiri il suo spot, ponendo fine a questa imbarazzante situazione. Se così non dovesse essere, ci tuteleremo nelle sedi più opportune. In 40 anni di lavoro nel settore non mi era mai capitata una cosa del genere». In discussione entra anche il copyright dell’idea: Giacomo Bogetto, consigliere d’amministrazione dell’Agenzia Testa per la quale segue la Lavazza, si dice «sconcertato»: «La nostra campagna Paradiso, partita nel 1995 con Tullio Solenghi, ha avuto un successo enorme: il gradimento supera il 90% e i telespettatori ricordano gli spot. Contiamo nell’intelligenza delle persone e nella loro capacità di giudizio». I tempi - conclude Mele - saranno rapidi: «La richiesta alla Nestlè perché sospenda la campagna è già partita e, tra pochi giorni, se non ci sarà un riscontro sarà pronto il ricorso. Tutto dipende dalla data in cui si riunirà il Gran Giurì: se non sarà immediata, la campagna con Clooney resterà in onda nel periodo natalizio». La prima guerra in nome del paradiso continua. E per giunta a Natale.