Alessandro Gandolfi, il venerdì di Repubblica 11/12/09, 11 dicembre 2009
SFIDARE
Re Abdullah, 85 anni, sul trono di Riyad dal 2005, di fronte alla crisi abbattutasi su Dubai, a settembre ha inaugurato la prima università araba non controllata direttamente dai religiosi wahabiti, dove le donne sono libere di non indossare il velo: è costata cinque miliardi di euro. Poi ha annunciato la costruzione di quattro enormi città, subito ribattezzate economic cities, avanzatissime sul piano della progettazione e delle infrastrutture: l’investimento totale è di 475 miliardi di dollari, 95 dei quali già spesi nel 2009. Le città saranno abitabili e vanteranno un’altissima qualità di vita: digitalizzate ed ecosostenibili, saranno dotate di uffici, industrie, biblioteche, scuole internazionali per tutte le lingue, centri sportivi, ristoranti, hotel centri commerciali, spiagge, diving center e villaggi turistici. Creeranno un milione di posti di lavoro in zone svantaggiate e, entro il 2020, offriranno una dimora a cinque milioni di sauditi (la popolazione saudita: 28 milioni). Le città saranno edificate in quattro località: a Rabigh e a Jazan, entrambe sul Mar Rosso, ad Hail, nel nord, e a Medina, nell’Hijāz. La città più grande sarà quella a Rabigh, la King Abdullah Economic City: 168 milioni di metri quadri (grande come Washington, Usa), ospiterà due milioni di persone. I lavori, iniziati nel 2006, termineranno nel 2025.