Silvana Mossano, La stampa 10/12/2009, 10 dicembre 2009
DOMANDE E RISPOSTE
Perché la tragedia dell’Eternit?-
Comincia oggi a Torino il processo Eternit.
Che cos’è l’Eternit?
la società che produce manufatti realizzati con un impasto di cemento e amianto. L’amianto (o asbesto) è un minerale, che è stato largamente impiegato nei decenni scorsi perché molto resistente al fuoco e al calore (gli antichi, proprio per questo, lo chiamavano «lana di salamandra»), oltre che fonoassorbente e buon isolante elettrico. Ci sono vari tipi di amianto e tutti si presentano sotto forma di fibre allungate. Il materiale ottenuto - usato in larga parte come coperture di tetti e tubazioni - viene chiamato comunemente «eternit» proprio dal nome dell’azienda produttrice.
Ci sono stati altri processi?
All’inizio degli Anni 80 circa 200 operai dell’Eternit avevano chiamato in causa l’Inail, perché l’istituto non voleva più pagare gli indennizzi di rischio, dal momento che l’Eternit aveva attestato di avere messo in sicurezza lo stabilimento di Casale Monferrato. Una perizia, invece, accertò che il pericolo permaneva. All’inizio degli Anni 90, poi, furono processati alcuni dirigenti dello stabilimento.
Quando si è aperta a Torino l’inchiesta che ha portato
al processo di oggi?
Nel 2004: fu presentato un esposto per un operaio italiano che aveva lavorato all’Eternit in Svizzera ed era morto a Torino per mesotelioma. Successivamente da Casale partì un maxiesposto con un migliaio di nomi di persone malate o decedute per l’amianto.
Chi sono gli imputati
nel nuovo processo?
I vertici della multinazionale Eternit: il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Luis de Cartier de Marchienne. Rispondono di disastro ambientale doloso permanente.
Perché permanente?
Perché, dopo la chiusura della fabbrica, non fecero nulla per eliminare i rischi di contaminazione ambientale. Le bonifiche finora fatte sono state pagate dalla collettività.
Dove è sorto il primo stabilimento in Italia?
A Casale Monferrato nel 1907. Diede lavoro a migliaia di persone fino al 1986, l’anno del fallimento. In Italia c’erano altre fabbriche dell’Eternit a Cavagnolo, a Bagnoli in Campania, a Rubiera di Reggio Emilia e a Siracusa. Una delle cave estrattive era a Balangero, in provincia di Torino.
Quali malattie provoca l’amianto?
L’asbestosi e alcune forme tumorali. L’asbestosi si contrae con un’esposizione prolungata e, quindi, era soggetto soprattutto chi lavorava nelle cave o negli stabilimenti: riduce la capacità respiratoria e può essere mortale. Tra le forme di tumore maligno più frequenti, invece, ci sono il carcinoma al polmone da amianto e il mesotelioma, pleurico o del peritoneo. Non è ancora stata trovata una cura risolutiva.
Chi è esposto al rischio tumore?
Non solo chi ha lavorato l’amianto, ma anche le persone comuni, perché la fibra, in 80 anni di attività, si è diffusa. Molti materiali di scarto venivano venduti sotto costo, in particolare il «polverino», usato come sottofondo per i cortili o per i sottotetti.
Quante sono state le vittime a Casale in 30 anni?
Oltre mille lavoratori dell’Eternit (o di fabbriche dove l’amianto era presente) e più di 500 cittadini che non hanno mai manipolato direttamente la fibra.
Quante sono state le diagnosi di tumori da amianto nel 2009 a Casale?
Si supera la soglia di 50. Il picco è atteso per il 2020, ma forse a Casale potrebbe essere anticipato, perché l’Eternit è stato chiuso nel 1986 e, poi, si sono cominciati gli interventi di bonifica prima che altrove.
Quando si capì
che di amianto si moriva?
Ci sono studi che ne attestano la pericolosità fin dagli Anni 20 e, ancor più, dagli anni 50-60. A Casale un gruppo di medici dell’ospedale Santo Spirito condusse un’indagine tra i pazienti colpiti da mesotelioma nel 1973-1983 e fu riscontrata una percentuale altissima di casi. Il primario del reparto di Medicina illustrò, in un convegno dell’84, i risultati dell’indagine.
La gente aveva la percezione che di amianto si moriva?
Gli operai sì. Qualcuno cercava di proteggersi con mascherine o sovrascarpe, ma non è bastato. Tra la gente c’era meno consapevolezza.
L’amianto si usa ancora?
Non più dal 1992, quando è stata varata la legge 257. A Casale il sindaco ne aveva vietato l’utilizzo già dall’87.
Dove si estrae e si lavora l’amianto nel mondo?
In America Latina, in Africa, in India, Cina, Russia e in Canada.