Cristiana Mangani, il Messaggero 10/12/2009, 10 dicembre 2009
Il sociologo: «Ragazzi analfabeti affettivi, incapaci di esprimersi»- ROMA - «Analfabetismo affettivo»
Il sociologo: «Ragazzi analfabeti affettivi, incapaci di esprimersi»- ROMA - «Analfabetismo affettivo». «Tarda adolescenza». «Incapacità ad esprimersi e a vivere le frustrazioni». «Difficoltà ad elaborare gli impulsi». Maurizio Fiasco, sociologo, docente alla Scuola superiore di Polizia, tratteggia il profilo dei giovanissimi che si lasciano sopraffare dalla rabbia e si muovono senza autocontrollo. I ragazzi, quando agiscono, si rendono conto che si tratta di un atto ultimativo per loro e per gli altri? «No, assolutamente no. In quei momenti l’unico interesse è la cancellazione dell’altro. Un moto arcaico. Quando, uccidendo, ci si appropriava di una posizione vincente. Senza concepire le libertà altrui, le scelte e i desideri». Quale paura agita queste mani? «Quella dell’abbandono. E’ talmente forte da credere di poter mantenere il proprio bene solo con azioni definitive. Che escludono il dialogo, la valutazione dei sentimenti, la trasformazione delle parole in emozioni». Che vuol dire «analfabetismo affettivo»? «Vuol dire non saper convivere con le emozioni forti. In questo caso, per esempio, la paura dell’abbandono, la messa in discussione. L’unico linguaggio è quello rituale, quello primitivo. Che, appunto, non contempla il sentimento e il valore della vita». E l’impulso? «Questa disabitudine a lavorare con le emozioni non fa conoscere loro le mediazioni. Dal fastidio verso una situazione e verso una persona si passa subito a mettere in atto il gesto. Costi quel che costi. Niente senso critico, niente autocontrollo».