Umberto Eco, Vertigine della lista, Bompiani, 39 euro, 10 dicembre 2009
LIBRO IN DUE MINUTI PER VANITY FAIR
Umberto Eco ”Vertigine della lista”, Bompiani 2009 39 -
LISTE Le liste sono forme di rappresentazione di un infinito che non si conclude in forma. Possono essere pratiche o poetiche (poetiche: aventi finalità artistica): le prime hanno una funzione referenziale (si riferiscono ad oggetti reali e distinti), sono finite e non sono alterabili; le seconde no. Un esempio di lista pratica è l’elenco telefonico, ma anche il Catalogo delle donne di Leporello nel Don Giovanni di Mozart; un esempio di lista poetica è la Teogonia di Esiodo, che contiene un elenco genealogico delle divinità greche.
IPOTIPOSI Anche le immagini si possono raccontare a parole, attraverso l’ipotiposi. L’opera d’arte visiva è, per definizione, definita nello spazio, ma ci sono svariate opere che sono potenzialmente infinite: ad esempio, il Giardino delle delizie di Bosch, la Galleria con vedute di Roma moderna di Pannini, gli Undicimila martiri di Pontorno.
GUSTO Elencare per puro gusto di enumerazione: molto diffusa in epoca medievale in autori come Enniodo (per lui, Cristo è «sorgente, via, destra, pietra, leone, lucifero, agnello, porta, speranza, virtù, parola, saggezza, profeta, vittima, virgulto, pastore, monte, reti, colomba, fiamma, gigante, aquila, sposo, pazienza, verme...»). In questo caso, si tratta soprattutto di liste encomiastiche e panegiriche, elenchi elogiativi.
RETORICA Le figure retoriche che compongono un elenco: la congerie, elenco di parole che significano tutte la stessa cosa; il climax o anticlimax; l’anafora, ripresa della stessa parola all’inizio di ogni frase o verso; l’asindeto o il polisindeto, che priva o riempie la lista di congiunzioni.
MUSICA Anche il Bolero di Ravel è basato sul principio dell’elenco: col suo ritmo ossessivo, suggerisce all’ascoltatore l’idea che possa durare all’infinito.
MERAVIGLIE 1 I mirabilia: liste di oggetti, luoghi e animali meravigliosi. Un classico esempio di mirabilia è la Historia Naturalis di Plinio, ma la formula è stata adottata dalle enciclopedie medievali e dalle opere ispiratrici del Medioevo, come le Etimologie di Isidoro di Siviglia. In epoca moderna, un esempio di mirabilia è l’elenco di Borges nel Libro degli esseri immaginari (2006).
MERAVIGLIE 2 Le più apprezzate erano le reliquie, già venerate nel mondo greco romano: il bastone di Mosè come la lira di Orfeo. A Vienna è conservato un pezzo della mangiatoia di Betlemme, nella quale nacque Gesù, come pure la spada di Carlo Magno e un dente di San Giovanni Battista. A Genova, nel tesoro della cattedrale di San Lorenzo, è custodito il piatto sul quale fu posata la testa mozzata del Battista, il cui cranio privo di mandibola si trova nella chiesa di San Silvestro in Capite a Roma.
CURIOSIT Le meraviglie come oggetto di curiosità scientifica: da questa evoluzione del gusto nascono le wunderkammern (camere delle meraviglie) nella quale si conservano corpi umani, animali e oggetti bizzarri: ad esempio scheletri, sassi, feti con malformazioni genetiche e organi sotto spirito.
MUSEI Paul Valery era contrario al concetto di museo: «Non amo troppo i musei. Ve ne sono di ammirevoli, ma nessuno è delizioso. Le idee di classificazione, di conservazione e utilità pubblica, che sono giuste e chiare, hanno pochi rapporti con le delizie [...] Quale fatica, mido, quale barbarie! Tutto ciò è disumato. Non è puro. Questo avvicinamento di meraviglie indipendenti e nemiche, e tanto più nemiche quanto più si assomigliano, è paradossale [...] L’orecchio non sopporterebbe dieci orchestre insieme».
INDICIBILI Il Catalogo delle navi di Omero nell’Iliade rappresenta un esempio del topos dell’indicibilità. Altri esempi letterari di indicibilità sono la descrizione del viaggio di Enea negli Inferi dell’Eneide di Virgilio e le Metamorfosi ovidiane, tanto numerose da non poter essere menzionate tutte.
COSE Nell’Orlando Furioso sono elencati i reperti che Astolfo, partito per recuperare il senno di Orlando, trova sulla luna; nel Macbeth di Shakespeare le sostanze malefiche usate dalle tre streghe; nell’Ulysse di Joyce gli oggetti insignificanti nel cassetto del protagonista Leopold Bloom; nel Profumo di Süskind gli odori di Parigi.
LUOGHI Le Città invisibili di Calvino, quelle dell’infanzia di Proust, i nomi di fiumi mascherati da parole-valigia di Joyce in Finnegans Wake, l’universo intero dell’Aleph di Borges.
NUOVA YORK «C’è la città a forma di Amsterdam, semicerchio rivolto a settentrione, coi canali concentrici: dei Principi, dell’imperatore, dei Signori; c’è la città a forma di York, incassata fra le alte brughiere, murata, irta di torri: c’è la città a forma di Nuova Amsterdam, detta anche Nuova York, stipata di torri di vetro e acciaio su un’isola oblunga tra due fiumi, con le vie come profondi canali tutti diritti tranne Broadway» (Italo Calvino, Le città invisibili, 1972).