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 2009  dicembre 08 Martedì calendario

Lomborg, il dissidente dell´ambiente "Cari scienziati, basta catastrofismo"- COPENAGHEN - E alla fine anche l´ambientalista scettico dovette pentirsi

Lomborg, il dissidente dell´ambiente "Cari scienziati, basta catastrofismo"- COPENAGHEN - E alla fine anche l´ambientalista scettico dovette pentirsi. Bjorn Lomborg siede nel suo ufficio al quinto piano della Copenaghen Business School, quartiere Frederiksberg. Grandi vetrate sui tetti d´ardesia del centro, una scrivania ricolma di lattine di Coca-Cola vuote, a terra pile dei suoi due libri più famosi, L´ambientalista Scettico e Stiamo freschi. Per uno strano destino, i leader mondiali vengono a discutere di come salvare il pianeta proprio nella tana del portavoce dei dissidenti del Clima. Ma ecco che lui, economista quarantacinquenne, jeans e maglietta a maniche corte anche in pieno inverno, già iscritto da Time tra le cento personalità più influenti del mondo, corregge la sua posizione. «Certo - esordisce dopo aver consumato un frugale pasto, è vegetariano - il riscaldamento globale esiste e non ci sono dubbi che sia provocato dall´uomo». Scusi, ma lei non ha fatto fortuna contestando la teoria del riscaldamento climatico? «I miei nemici hanno fatto di me una caricatura. Le persone o mi amano o mi odiano. Ma non ho mai detto "Tranquilli, è tutto a posto, non sta succedendo niente". Il riscaldamento climatico esiste, ed è un problema. Soltanto, non penso che sarà la fine del mondo». Dica la verità: è soddisfatto che alla vigilia del vertice sia scoppiato uno scandalo sulle e-mail di scienziati per nascondere dati che mettevano in dubbio il global warming? «Penso che il rapporto dell´Ipcc (l´Intergovernamental panel on climate change dell´Onu, ndr) sia la base più credibile e affidabile di conoscenza in materia di cambiamento climatico. Visto però che stiamo investendo una montagna di soldi su questa sfida è logico ascoltare anche scienziati scettici, che cercano riscontri alla verità ufficiale». Diffondendo nuovi dubbi scientifici, si favorisce anche l´indecisione e l´immobilismo dei governi. questo che vuole? «Dobbiamo prendere atto che l´attuale approccio ambientalista non ci ha portato da nessuna parte. Sono vent´anni che le emissioni di CO2 aumentano. E ad ogni vertice, da Rio a Kyoto, e ora a Copenaghen, si annunciano obiettivi sempre più ambiziosi senza avere la minima speranza di concretizzarli». Cosa bisognerebbe fare: rassegnarsi alla catastrofe? «L´umanità non sarà sterminata. E non lo dico io, lo scrivono appunto gli scienziati dell´Ipcc. Il clima da paranoia di certi ambientalisti rischia di creare una sorta di fatalismo. Dobbiamo invece avere il coraggio di ammettere che finora abbiamo fallito». Dunque lei cosa propone? «Tassare e rendere sempre più cari i combustibili fossili sperando che così non verranno più utilizzati, è semplicemente inutile. Abbiamo già visto che non funziona. Il vertice di Copenaghen dovrebbe, ad esempio, stabilire un investimento pari allo 0,2% del Pil nella ricerca e sviluppo delle tecnologie verdi. Quando le energie pulite saranno finalmente alla portata di tutti, ed efficaci, la gente potrà tagliare le emissioni di CO2 sul serio. Fino ad allora, continueremo ad ascoltare solo belle parole al vento».