Eugenio Garin, la Repubblica 8/12/2009, 8 dicembre 2009
I LIBRI DELLA MIA VITA
Pubblichiamo un testo inedito di sulla sua biblioteca e il suo rapporto con i libri
Tengo a precisare subito che i miei libri sono una raccolta di strumenti di lavoro e di ricerca di un ”professore´ che ha anche fatto contemporaneamente per molti anni lavoro di ricerca storiografica. Per questo, per motivi ovvii, libri ed opuscoli non obbediscono mai a preoccupazioni di collezionista, ma solo a esigenze funzionali: l´insegnamento, i bisogni di un corso e di seguire una tesi; le necessità della composizione di un articolo, di un libro. Così, a volte, anche di opere rare (qualche volta anche molto rare), o non comuni, sono presenti non solo scompletazioni, ma persino esemplari mutili, oltre a copie variamente deteriorate, o con postille, segni, richiami. Insomma una raccolta di libri - e lo ripeto - come strumenti di lavoro: e questo, oltre che nel negativo, nel positivo. Per fare un esempio: dell´Aldina dei poeti cristiani del 1501 solo il secondo volume, e del primo un quaderno. In compenso, della storia della filosofia greca di Zeller, non solo i sei volumi della definitiva edizione tedesca (1920), ma un volume della ed. 1880 (per alcuni confronti), i dieci volumi della traduzione italiana integrata sotto la direzione del Mondolfo, nonché il compendio. Naturalmente, trattandosi dei libri di un insegnante di storia della filosofia, le opere storiografiche non mancano, dal Settecento in poi, fino a quando non sono andato in pensione. A cominciare da un esemplare perfetto del Brucker (i cinque volumi e il sesto dell´Appendix, più i saggi minori) allo Stanley in inglese e in latino, agli storici francesi del Settecento (della filosofia e delle scienze), alla maggior storiografia filosofica dell´Ottocento e del Novecento, gli strumenti di ricerca sono largamente presenti. Così non mancano tutte le opere del Bayle (il Dictionnaire come le Oeuvres diversese l´Analyse in otto volumi), il Moréri (in sei in-folio), e perfino, purtroppo mutila, l´enciclopedia di Giorgio Valla (Aldo Manuzio 1501). Dell´Encyclopédie c´è l´edizione di Livorno completa dei volumi di supplemento, ma senza le tavole; non mancano vari volumi ”filosofici´ dell´Encyclopédie méthodique (Histoire de la philosophie).
Compaiono lessici, bibliografie, cataloghi di manoscritti (per es. i 4 voll. della Biblioteca aragonese di T. De Marinis, più i due di supplemento), edizioni delle opere di tutti i filosofi principali.
L´insieme della biblioteca è costituito da circa 20.000 pezzi (e da una ricca miscellanea, con opuscoli a volte anche rari). Non manca qualche incunabolo e, sempre con i criteri già segnalati, sono presenti molti volumi del Cinquecento, alcuni difettosi (e anche mutili), ma non pochi in copie particolarmente pregevoli, anche per le annotazioni marginali antiche (per es. una diecina di in-folio di testi scientifici di Aristotele e di Galeno, di uno studente pisano del Cinquecento, che riportava al margine ampi tratti delle lezioni che seguiva allo Studio; un volume con varie opere legate insieme appartenuto al Curione che annota osservazioni su Cicerone).
Direi anzi che, soprattutto per quanto concerne i maggiori filosofi sia antichi che dei secoli XV e XVI, non mancano presenze interessanti, da una buona raccolta di testi e commenti aristotelici (Temistio, Simplicio, Alessandro di Afrodisia anche in greco, anche nelle prime stampe) a corsi di lezioni famose del Cinquecento (Achillini, Nifo, Zabarella, i due Piccolomini). Né mancano le edizioni venete di Aristotele con i commenti di Averroé, né i lessici dello Zimara (nelle prime edizioni), o i commenti (sempre in edizioni del primo Cinquecento) di Alberto Magno e di Tommaso d´Aquino o di Giovanni di Jandun. Così non mancano i volumi di Basilea di Petrarca, di Pio II, di Ficino, dei due Pico della Mirandola, di Raffaele da Volterra, del Sabellico, i tre in-folio parigini dello Steuco. Di alcuni filosofi rilevanti sono presenti tutte le edizioni del Cinquecento (per es. anche l´ed. di Giovanni Pico del 1557 col De arte cabbalistica del Reuchlin).
Per questa parte i libri non comuni sono molti, non poche le edizioni anche del primo Cinquecento; parecchi i volumi del Valla, Poliziano, Pontano, Sannazaro e così via.
Numerose le edizioni del Seicento, specialmente di storici (per es. i tomi Germanicorum Scriptorum... del Pistorius Nidanus) e di filosofi (dal Paracelso di Ginevra a una buona raccolta di Francis Bacon nelle ricercate edizioni del Seicento), per non dire delle opere di Grozio, di Giusto Lipsio e così via.
Piuttosto ricca e interessante la sezione delle opere del Settecento (anche con qualche pezzo molto raro: uno dei pochi esemplari noti della Scienza Nuova del 1730; gli Affetti di un disperato sempre del Vico). Con molte cose non comuni e interessanti tutta la parte "illuministica": Voltaire, Rousseau, Diderot, D´Alembert, Boulanger, Bourlamaqui, Condillac, Condorcet, Fréret, Helvétius, Holbach, Huet, Lamettrie, Maupertuis, Mélon, Mercier, Morelly, Naigeon, Necker, Robinet ecc. ecc. Non meno ricca la parte inglese (Locke, Hume, Shaftesbury, Mandevil1e, Bolingbroke, e poi deisti, economisti ecc.). Meno ricca, se mai, la parte tedesca, ma con varie edizioni originali di Kant, per fare un solo nome.
Di alcuni filosofi di cui mi sono occupato in particolare, accanto alle edizioni delle opere si trova in grande quantità la letteratura storico-critica, spesso completa di opuscoli. Di Descartes (per fare un solo esempio) accanto a vari volumi di opere stampati nel Seicento, figurano la nuova ”presentazione´ della edizione Adam e Tannery, nonché quasi tutta la produzione storico-critica su Descartes.
Per quanto riguarda l´Ottocento e il Novecento, le ”presenze´ rispecchiano preferenze e lavori a cui ho atteso: quasi tutto di Cattaneo, Villari, Ardigò e positivisti e hegeliani (per es. Spaventa, Fiorentino, Maturi e così via). Quasi tutto Croce (Critica compresa, quasi completa insieme ai Quaderni) e moltissimo su Croce; tutto Gentile (e buona parte del Giornale critico).
Moltissimo - comprese le riviste - sul ”modernismo´. Moltissimo sull´Ottocento e il Novecento in Francia (fino al ”96O), con una grandissima quantità di libri di Alcan e di Vrin. Per l´Inghilterra e gli Stati Uniti ricordo un notevole nucleo di libri già appartenuti a Dickinson S. Miller, che dopo avere insegnato in varie università statunitensi (anche a Columbia) si ritirò in una villa a Fiesole. Il gruppo di libri, che furono suoi e che comprai dopo la sua scomparsa, sono fra l´altro spesso interessanti per le sue annotazioni, sottolineature ecc. Notevole anche la quantità di opere tedesche, specialmente per quello che riguarda la filosofia antica e medievale, lo "storicismo" (molto Dilthey e Cassirer, anche in traduzioni), Nietzsche, Heidegger; moltissimo Husserl (anche in tedesco, ma specialmente in traduzioni francesi).
ovvio che non mancano molte riviste (ma delle straniere, per motivi ovvi, gli abbonamenti cessano quando andai in pensione), e opere anche importanti in continuazione come il Dizionario biografico, l´Enciclopedia filosofica, l´Enciclopedia del Novecento, l´Enciclopedia virgiliana, l´Enciclopedia dantesca, il Dizionario della lingua italiana.
Infine un´osservazione: per quello che riguarda la filosofia italiana, e specialmente il pensiero del Rinascimento, i miei libri, soprattutto fino agli anni Ottanta, possono costituire un rispettabile strumento di ricerca.
Quanto poi all´Archivio, ordinato con cura fino a tutti gli anni Settanta, rispecchia anch´esso la mia attività dalla fine della guerra in poi. Per gli anni precedenti, tutte le carte, anche quelle di famiglia che avevo, andarono distrutte nel bombardamento di Firenze del settembre del ”43, e qualcosa che era rimasto fu disperso durante le giornate della ritirata da Firenze, quando crollarono edifici non lontani dalla ferrovia.
Certe corrispondenze con uomini che ebbero peso nella cultura filosofica italiana contengono cose che potrebbero interessare il ”cronista´ del mezzo secolo che sta finendo. ovvio, tuttavia, che il loro uso non può non essere rigorosamente regolato.