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 2009  dicembre 08 Martedì calendario

Londra, la middle class finisce in purgatorio- L’insegnante quarantunenne Kevin Banson fissa un abete sintetico sul portapacchi della Golf in doppia fila davanti al colonnato dell’Home Base di Warwick road, il tempio del bricolage che un bravo londinese medio visita una volta alla settimana

Londra, la middle class finisce in purgatorio- L’insegnante quarantunenne Kevin Banson fissa un abete sintetico sul portapacchi della Golf in doppia fila davanti al colonnato dell’Home Base di Warwick road, il tempio del bricolage che un bravo londinese medio visita una volta alla settimana. E’ buio, piove, c’impiegherà due ore per attraversare la città e tornare a Brixton, dove abita con la moglie infermiera e due figlie, ma ne è valsa la pena: «Con un centinaio di sterline ho comprato albero di Natale e decorazioni». Se non ci fossero gli economisti basterebbe un giro tra gli scaffali di Home Base carichi di carta da parati fiorata e tagliaerba da 140 sterline (150 euro) per cogliere il tramonto della mitica middle class britannica a cui generazioni di politici hanno ancorato la propria sopravvivenza. L’orizzonte d’una classe che i romanzi ottocenteschi di Emily Brontë dipingevano ambiziosa fino alla presunzione, s’è ridimensionato al punto da adattare l’intraprendenza sociale alla sfera domestica, come dimostrano i 500 mila fan del sito rivelazione dell’anno DIY, Do-It-Yourself, fai-da-te, consigli tra consumatori in crisi. Dov’è s’è arrestata la lunga marcia del ceto medio iniziata alla fine del 1700 tra le prime industrie del Regno Unito e giunta all’emancipazione con la vittoria del New Labour nel 1997, dopo aver superato indenne l’eredità di Marx? Uno studio del quotidiano «The Independent» rivela che la tipica famiglia britannica ha perso il 2,4% del suo potere d’acquisto annuo - ciò che resta tolte tasse, mutuo, cibo - e con il salasso fiscale imminente s’appresta a perderne fino al 9%. Sembra ieri quando il neoeletto Tony Blair suonava la riscossa d’una categoria che, secondo lo scrittore Evelyn Waugh, «generazioni d’inglesi hanno usato per descrivere ciò che gli dava ai nervi». Il giovane premier gli affidava la Terza Via. Era lo sviluppo estremo della convinzione thatcheriana che la classe fosse «un’idea comunista» da superare. Solo che mentre il settimanale The Economist associa alla crescita dei paesi emergenti l’ingresso di metà della popolazione mondiale nella borghesia, quella britannica è prossima a soccombere, vittima della recessione e della propria trasversalità. «Con la graduale scomparsa della working class la middle class è diventato un concetto fuorimoda di cui solo Gordon Brown parla per recuperare consensi» nota l’ex direttore dell’Economist Bill Emmott. Sono passati 70 anni da quando George Orwell ne narrava la tempra forgiata da «robuste colazioni, domeniche malinconiche, città grigie, campi verdi e cassette delle lettere rosse». Oggi alla cassa del supermercato Tesco di Finsbury Park, Londra Nord, è difficile riconoscere l’identikit letterario. Nel carrello dell’estetista pakistana Farzana Ashlan c’è lo stesso pollo precotto della segretaria Kathy e dall’avvocato single Sasha Zarkovskij, la scelta dei troppo impegnati per cucinare che è aumentata del 5% nel 2009. Tutti e tre l’estate scorsa hanno sacrificato la vacanza all’estero ma le fanciulle sono rimaste a Londra mentre lui si è accampato in Scozia col camper di un amico. Farzana è disposta a rinunciare a ogni lusso fuorché a un paio di jeans, a Kathy non togliete il cinema, Sasha ha speso 4000 sterline per una Peugeot da Car Giant, la Mecca dell’usato per l’uomo britannico metrò-riluttante. Alcuni simboli come l’automobile resistono, seppure se ne vendono un quarto di meno. Il nuovo video della Fight Back Strategy laburista, la rincorsa politica, comincia con una folla middle class che esce da Car Giant. E Gordon Brown in versione acchiappa-consensi ha proposto di tagliare in tre anni il 20% dei compensi dei funzionari pubblici. Oggi però il ceto medio anglosassone sembra definirsi per sottrazione, per ciò che ha perso, «una categoria più sociologica che logica» osserva l’analista indiano Shashi Tharoor. Se 5,7 milioni d’inglesi vivono in povertà a livelli dickensiani altri 13,4 milioni portano a casa salari ben al di sotto delle 35 mila sterline standard annue (38 mila euro). «Ho cominciato a rubare perchè non potevo più permettermi i dvd, l’iPod, il cibo organico" ammette una ragazza al Ratail Theft Barometer, l’indice dei piccoli furti. I taccheggiatori di ceto medio sono aumentati del 20% nel 2009: nel saggio «All Consuming» Neal Lawson paragona i 1400 in prigione oggi contro i 129 del ’97. «Posto che abbia ancora senso parlare di middle class, il suo declino dipende da quel che è accaduto negli ultimi tre anni, dal prezzo delle case al crollo della sterlina alla crisi dei debiti» continua Bill Emmott. Comprare a rate è stata una mania nazionale fin quando le famiglie hanno scoperto d’essere in rosso di 53,9 miliardi. L’architetto Luke Oswald è tornato a casa dai genitori come un terzo degli uomini tra 20 e 34 anni. «Con 900 sterline di mutuo al mese non ce la facevo e ho venuto la casa» dice sfogliando mappe antiche in una bancarella di Spitalfields Market. Fino a febbraio era un borghese: aveva uno stipendio fisso di cui destinava un terzo a spese non necessarie. Domani chissà.