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 2009  dicembre 07 Lunedì calendario

Atene in fiamme, come un anno fa- Al mattino un rito funebre privato sulla tomba, al pomeriggio una marcia di tremila persone che urlavano «Non dimentichiamo il 6 dicembre» e «Alexandros vive»: così ieri è stato ricordato il quindicenne Alexandros Grigoropoulos, ucciso da un poliziotto un anno fa

Atene in fiamme, come un anno fa- Al mattino un rito funebre privato sulla tomba, al pomeriggio una marcia di tremila persone che urlavano «Non dimentichiamo il 6 dicembre» e «Alexandros vive»: così ieri è stato ricordato il quindicenne Alexandros Grigoropoulos, ucciso da un poliziotto un anno fa. I genitori avevano chiesto di poterlo commemorare tra amici, nel cimitero alla periferia di Atene dov’è stato sepolto. Così è stato, con la sola eccezione del ministro della Pubblica istruzione, Anna Diamantopoulos. Avevano anche lanciato un appello alla calma, ma quello è rimasto inascoltato: nonostante i 162 arresti preventivi della vigilia - anarchici e militanti dell’estrema sinistra, 75 dei quali rinviati a giudizio - e i 12 mila agenti in tenuta antisommossa schierati nei punti caldi, gruppi di estremisti si sono staccati dal corteo, rabbioso ma pacifico, e hanno lanciato sassi e molotov contro le forze dell’ordine, distruggendo macchine, cassonetti e vetrine di banche e negozi. La polizia ha risposto con gli arresti e i gas lacrimogeni. Ieri sera si contavano oltre duecento fermati e almeno 22 feriti, tra i quali 16 agenti e il rettore dell’Università di Atene, grave per le sprangate in testa di un gruppo di anarchici che sono riusciti a entrare negli uffici e a sostituire la bandiera greca con quella rosso nera. Disordini sono esplosi anche a Salonicco, nel cui Politecnico la polizia ha fatto irruzione, con l’accordo del rettore, per arrestare otto giovani che avevano lanciato molotov contro gli agenti. Ci sono state manifestazioni anche in altre città, ma senza incidenti. Era la «risposta dura e immediata» che organizzazioni della sinistra radicale avevano chiesto a studenti e lavoratori di tutta la Grecia, denunciando la «violenta repressione del governo del Pasok». Tra gli arrestati di sabato ci sono anche cinque italiani, quattro uomini e una donna, accusati insieme a tre albanesi e quattro greci di aver incendiato alcune auto in sosta. Sono comparsi ieri davanti a un magistrato, con l’assistenza di un avvocato messo a disposizione dell’ambasciata d’Italia e la presenza del console italiano Francesco Latronico. Il magistrato ha convalidato il loro arresto per violenze e distruzione di beni pubblici, saranno processati per direttissima: al momento del fermo erano stati trovati in possesso di cappucci e bastoni. Altri 41 militanti sono stati arrestati per l’occupazione di un ufficio comunale nel quartiere di Keratsini e altri 22 in un covo anarchico in cui sono state trovate bottiglie molotov, maschere antigas e martelli pneumatici. Il governo socialista, memore delle violenze di piazza che avevano reso impopolare il precedente governo di centrodestra, ha minacciato la linea dura. «Non tollereremo una ripetizione dello scenario di violenza e terrore nel centro di Atene - aveva avvertito il ministro per la Protezione dei Cittadini, Michalis Chrysohoidis -. Non permetteremo a nessuno di usurpare una pacifica manifestazione in memoria di Alexis Grigoropoulos». Alla fine però la giornata si è rivelata più calma di quanto potevano fare presagire il centinaio di anarchici arrivati da tutta Europa e le centinaia di scuole e facoltà universitarie occupate da venerdì. Il ministro dell’ordine pubblico, Michalis Chrisochoidis, aveva avvertito che la polizia avrebbe continuato a «compiere il suo dovere di proteggere i cittadini» e non avrebbe consentito «ai vandali di mettere di nuovo a sacco Atene». Per mezz’ora è stato pure sospeso l’incontro del campionato di calcio greco tra Panathinaikos e Atromitos: all’esterno dello stadio erano scoppiati scontri tra agenti di polizia e manifestanti, spenti dai gas lacrimogeni. In serata gruppi di giovani erano ancora concentrati all’Università e nel quartiere anarchico di Exarchia, completamente blindato dalla polizia, dove alle 21, l’ora esatta della morte di Grigoropoulos il 6 dicembre dello scorso anno, c’è stata un’ultima commemorazione.