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 2009  dicembre 10 Giovedì calendario

RISARCIMENTI


Dopo oltre un secolo e una causa giudiziaria durata 13 anni, gli Usa fanno la pace con gli indiani, risarcendoli con un totale di tre miliardi e 400 milioni di dollari: ciascuno dei 330.000 indiani in causa riceverà 1.000 dollari. La battaglia per le terre indigene era iniziata nel 1887.
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Articolo originale:

L´America ”rimborsa” gli Indiani -

Elouise dei Piedi Neri non sa parlare con lingua biforcuta: «Certo che una parolina di scusa sarebbe stata carina». Certo. «Ma le azioni per me sono più importanti di qualsiasi scusa». Soprattutto quando quelle azioni valgono 3 miliardi e 400 milioni di dollari.
Gli indiani fanno la pace con i visi pallidi. Ci sono voluti più di un secolo e una causa di 13 anni ma alla fine i Nativi hanno ottenuto l´indennizzo più alto mai pagato dagli States: verranno risarciti per i diritti "rubati" sulle loro terre. E non è un caso che l´accordo è arrivato quando alla Casa Bianca si è seduto l´Uomo che Aiuta la Gente, quel Barack Hussein Obama che così era stato ribattezzato dalla famiglia della tribù dei Corvi del Montana che l´ha simbolicamente "adottato". «Questa causa restava una macchia nei rapporti tra nazione e nazione» dice il presidente. Aveva promesso il suo impegno: eccolo.

La battaglia sulle terre degli indiani risale al 1887. Il governo divise i territori delle tribù in piccoli appezzamenti assegnandoli a singoli nativi. Pascoli, miniere, pozzi petroliferi: quei terreni in più di un secolo sono stati sfruttati in ogni modo. Col trucco: lo Stato li affittava per conto degli indiani ma versava ai legittimi proprietari soltanto una piccola parte. Una exploitation ai danni di centinaia di migliaia di persone andata avanti fino a 13 anni fa, quando Elouise Cobell ha dissotterrato l´ascia di guerra e sfidato lo Stato a restituire il maltolto.

La guerra giudiziaria non è stata meno dura di quelle di un tempo. Quel viso pallido di George W. Bush, cowboy texano e petroliere, arrivò perfino a far rimuovere un giudice, Royce C. Lamberth, altro texano sanguigno accusato però di aver preso la parte sbagliata: quella degli indiani. Il caso è entrato negli annali anche per un record: si tratta della più grande class action mai tentata.

Otre a Obama, che ha promesso di far dimenticare i torti subiti in uno storico discorso il mese scorso alla Casa Bianca, la battaglia ha un altro protagonista d´eccezione: il tempo. «Otterremo tutti i soldi che ci dovevano? Probabilmente no», ha ammesso Elouise "Piede Nero" Cobell. «Ma ci sono troppi indiani che continuano a morire ogni giorno senza poter rivedere i propri soldi». L´accordo prevede adesso il versamento di mille dollari a ciascuno dei 300mila facenti causa. Ma i legittimi proprietari riceveranno anche un ulteriore risarcimento calcolato in base a un complicatissimo sistema. La proprietà degli indiani è sminuzzata spesso in minuscoli sub-appezzamenti, distribuiti tra decine di parenti secondo antiche leggi tribali e andati dispersi: 2 miliardi dell´accordo saranno impiegati dallo stato per ricomprare e ripagare quelle terre.

Ken Salazar, che in quanto ministro dell´Interno era protagonista della battaglia giudiziaria (nota appunto come Cobell versus Salazar) ha detto che così il governo «rimedia agli errori del passato»: ma le scuse che Elouise chiedeva non ci sono state. « un giorno storico per gli Stati Uniti d´America», ha aggiunto, «un giorno storico per i primi americani di questi Stati Uniti». Adesso al congresso e al giudice toccherà sottoscrivere l´accordo e a Elouise tenere quindi gli occhi aperti ancora un po´. Proprio la storia di cui parla il ministro insegna che i visi pallidi proprio in quello sono imbattibili: nel dare agli indiani le più grandi fregature.