Vittorio Da Rold, Il Sole-24 Ore 9/12/2009;, 9 dicembre 2009
IL DEBITO GRECO SPAVENTA L’EUROPA
La mossa era nell’aria ma quando Fitch ha tagliato il rating sovrano della Grecia da A- a BBB+ (riportandolo esattamente a dieci anni fa) i titoli di Statoe la Borsa di Atene sono scesi come colpiti da una scossa elettrica, dopo lunedì già Standard & Poor’s aveva messo il rating in «creditwatch negativo», annunciando che prenderà una decisione fra due-tre mesi, alla luce della Finanziaria bis che dovrebbe essere varata a gennaio.
Borse europee ed euro hanno subìto un contraccolpo (la moneta unica è scesa sotto quota 1,4690 dollari), mentre il presidente dell’Eurogruppo, JeanClaude Juncker, gettava acqua sul fuoco, escludendo il rischio bancarotta della Grecia. Mentre il commissario Ue agli Affari monetari, Joaquin Almunia, ribadiva che la Commissione «è pronta ad assistere Atene».
Nell’immediato la mossa di Fitch ha fatto salire la febbre sui credit default swaps, gli strumenti che assicurano contro il rischio di insolvenza degli emittenti di obbligazioni, saliti di 20,5 punti base a 211 punti. La Borsa di Atene ha perso il 6% con i bancari molto penalizzati, mentre il rendimento sui titoli di Stato a due anni è schizzato segnando un aumento di 45 punti base al 2,52%, il livello più alto dal 4 maggio scorso. Anche il rendimento sui titoli a dieci anni è salito di 24 punti base al 5,37% mentre il differenziale rispetto ai Bund decennali è salito a 222 punti.
La decisione di Fitch di ridurre il rating è particolarmente preoccupante agli occhi della Bce. Il rischio è che a un certo punto le obbligazioni greche siano escluse dalla operazioni di rifinanziamento. Oggi vengono accettati titoli fino alla votazione BBB-, ma si tratta di una scelta introdotta nei mesi scorsi in via eccezionale a causa della crisi e che rimarrà in vigore solo fino alla fine del 2010 quando potrebbe tornare il limite precedente di A-.
Giada Giani, economista di Citigroup, sosteneva ieri che le probabilità di una ulteriore revisione al ribasso della votazione sui titoli greci sono «piuttosto elevate». E aggiungeva: «Decisioni simili di altre agenzie di rating sono possibili nelle prossime settimane». Secondo le regole attualmente in vigore, ci vogliono altri tre aggiustamenti al ribasso- a BBB, BBB- e BB+- sono necessari per escludere le obbligazioni greche dai pronti contro termine della Bce.
Una situazione di questo tipo sarebbe drammatica non solo per la credibilità della moneta unica, ma più in particolare per gli istituti di credito greci che utilizzano nel rifinanziarsi presso la Bce le obbligazioni del proprio paese per una quota che in alcuni casi può toccare addirittura il 90 per cento. Non basta: la decisione di ieri potrebbe indurre gli investitori a liberarsi o comunque a non comprare titoli greci che poi potrebbero rivelarsi inutilizzabili nelle aste della Banca centrale.
Il tema Grecia ha un doppio risvolto a Francoforte: riguarda la Bce, ma anche la Germania. La settimana scorsa il governo federale ha incontrato un gruppo di imprenditori, economisti e banchieri tedeschi per parlare di crisi economica.
Al centro dei colloqui anche la crisi greca: secondo Der Spiegel il presidente di Deutsche Bank, Josef Ackermann l’ha definita «una bomba a orologeria».
Le banche tedesche non hanno esitato a prendere a prestito dalla Bce a un tasso dell’1%acquistando poi titoli greci con rendimenti notevolmente superiori. La Germania è combattuta: da un lato vorrebbe fare la voce grossa nei confronti dei greci, dall’altro l’esposizione dell’economia e della finanza tedesca alla Grecia non può essere sottovalutata.
Le banche italiane invece sono poco esposte: secondo dati Bri si tratta di 7 miliardi di dollari, pochi rispetto ai 115 miliardi degli istituti francesi e tedeschi messi insieme.
Certo il timore comincia serpeggiare nei risparmitori italiani su quelli che sono stati denominati i " Sirtaki bond" ma ancora ieri la selezione di Patti Chiari ( che riguardano titoli semplici, cioè non strutturati, circolanti in Italia, denominati in euro, emessi nei paesi Ocse e quotati su mercati ufficiali e regolamentati) comprendeva ben 21 emissioni di titoli della Grecia, a riprova della loro affidabilità.
Ora tutto è nelle mani del nuovo esecutivo il cui compito è arduo (il deficit è schizzato al 12,7%) mentre i mercati sono molto nervosi, tenuto conto che nel 2010 si devono collocare 47 miliardi di euro di bond. Il governo è pronto ad adottare le misure fiscali per far fronte al nodo dei conti pubblici e se ce ne sarà bisogno (ma questo è già dato per scontato dai mercati), varerà una nuova manovra economica, ha detto il ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou. Ora Atene dalle parole deve passare ai fatti.