Alessandro de Angelis, il Riformista 4/12/2009, 4 dicembre 2009
LA CONTROFFENSIVA E’ MODIFICARE LE LEGGI SULLA MAFIA
l’ora X della legislatura. Almeno così sono convinti Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Per questo ieri hanno tenuto i toni bassi. Il premier ha smentito i suoi sfoghi verso l’ex capo di An, a margine dell’ incontro con il presidente russo Medvedev: «Non c’è nessuna competizione. I giornali continuano a riportare tra virgolette delle espressioni che non ho mai neppure pensato». E il presidente della Camera, parlando di magistratura a Rimini, ha evitato bacchettate verso il Cavaliere. Toni bassi. Perché tra il prima e il dopo della legislatura, in mezzo c’è la mafia. Oggi parla Gaspare Spatuzza, il pentito delle rivelazioni sui rapporti tra i boss Graviano e il duo Berlusconi-Dell’Utri.
A palazzo Chigi sono certi che l’avviso di garanzia arriverà. E nel conto hanno già messo gli effetti deflagranti di un’ indagine su mafia e stragi: il duro colpo sull’immagine internazionale, gli incidenti diplomatici con le cancellerie europee, per non parlare degli attacchi della stampa.
Berlusconi proverà ad andare avanti. Chi ha immaginato l’inimmaginabile su mafia e stragi bolla il tutto come inverosimile. Ghedini ha studiato il dossier fin dove è possibile. Gli avvocati di Dell ’Utri sono pronti a un contro-interrogatorio del pentito. Ma la guerra è lunga. Soprattutto quello che preoccupa il premier, come ha scritto Repubblica nell’articolo di Bolzoni e D’Avanzo uscito sabato scorso («L’asso nella manica dei boss Graviano») e querelato dalla Fininvest, è l’apertura di un fronte sui rapporti d’affari: soldi, non stragi, anche se a palazzo Chigi negano tutto.
Si tratta di accuse che potrebbero essere devastanti. Ecco perché in queste ore attorno al Cavaliere c’è un clima impazzito. TI Capo ostenta tranquillità, e non cambia un’agenda che prevede oggi un cdm, poi l’inaugurazione di una tratta della Salerno-Calabria. I suoi sono invece smarriti nelle dietrologie. Come quella fissazione che dietro il titolo del Corriere di ieri («Fini: Berlusconi mi rispetti») ci sia l’avviso di un governo tecnico da parte dei salotti buoni. E il nervosismo si autoalimenta, tanto che Ghedini prima di andare da Santoro non ha parlato con nessuno, mandando nel panico tutti i gruppi di giustizia del premier.
Per reggere l’impatto delle accuse di Spatuzza Berlusconi sta rivoluzionando l’agenda sulla giustizia. Del processo breve, di fatto, non gli importa più niente. Anche perché al Senato sta emergendo che è un accrocco su molti punti. Entro Natale il Cavaliere vuole l’approvazione dellegittimo impedimento scritto da Costa e Brigandì: un solo articolo per rinviare le udienze di sei mesi in sei mesi a vantaggio di ministri e parlamentari. Questa è la misura tampone. Si parte dalla Camera dove i finiani sono determinanti, e non dal Senato. Poi avanti a tappe forzate. Mac’èdi più. Edè su questo di più che si gioca la legislatura. Sulla confisca dei beni ai mafiosi è già passato al Senato l’emendamento notturno (del governo) alla finanziaria che prevede che possano essere messi all’ asta quando non richiesti per essere socialmente utilizzati. Altro che ruderi sparsi in Sicilia. Si tratterebbe della demolizione della Rognoni-La Torre, la legge che assicurò i primi colpi a Cosa Nostra. L’emendamento, abbinato al rientro di capitali grazie allo scudo, potrebbe consentire a chi è interessato di rimettere le mani sulla "roba". I falchi del premier ora, alla Camera, non vogliono scherzi sul provvedimento.
solo il primo punto della controffensiva berlusconiana. Marcello Dell ’U tri, sovra-esponendosi in tv, ha espresso più di una perplessità sul reato di concorso esterno e sull’utilizzo dei pentiti. Che farà il premier? Asseconderà le sue richieste? I legali Piero Longo e Niccolò Ghedini sono all’ opera. A palazzo Chigi negano seccamente. E non c’è ancora nulla di scritto, nero su bianco. Ma l’idea, visto che nel codice penale non c’è un articolo sul concorso esterno, è o di incompatta ed unita valuta positivamente il fatto che il governatore sancisca in maniera ufficiale la dissoluzione della maggioranza. Però nello stesso tempo nel suo discorso si rivolge a tutte le forze politiche in Parlamento, ovvero a quei partiti quali l’Udc e il Pdl con cui ha avuto e ha forti contrasti. Se prende davvero atto del fallimento del centrodestra non può nello stesso tempo lanciare un messaggio di dialogo ai partiti di quell’alleanza politica che è la causa dell’attuale crisi.
Il Pd ha ottenuto un’altra vittoria sulla mozione relativa al caso dell’assessore Armao? Vi è chi la legge come una ulteriore apertura del governatore verso il suo partito ...
La mozione sarebbe stata discussa ed approvata dal Parlamento siciliano, il governatore ritirando gli le deleghe ha semplicemente evitato di essere nuovamen
te battuto in aula. Sul fatto della vittoria non vi è dubbio, ancora una volta il Partito democratico è riuscito a insinuarsi nelle contraddizioni degli avversari. Siamo una opposizione di militanza riformista.
Il Pd ha detto di essere pronto a fare la sua parte, adesso cosa dovrebbe fare Lombardo per aprire un dialogo politico vero con trodurre il reato rendendone strettissima l’applicazione, oppure di mettere dei paletti nel codice per rendere più stretto lo spazio di manovra dei magistrati.
I beni, il concorso esterno, l’attacco all’uso politico dei pentiti portato avanti da Berlusconi in prima persona. Nella controffensiva c’è pure la campagna del Giornale contro il 41 bis. Maroni sta tenendo duro. Ma oggi parla Spatuzza. E Berlusconi chiederà alla sua maggioranza di seguirlo fino in fondo. La sta blindando politicamente. Nell’ultimo incontro con Bossi ha messo sul tavolo la carta pesante in cambio della fedeltà totale: la Lombardia. La sua pressione sugli ex An attraverso i colonnelli mira a isolare Fini. Fino a mettere in conto lo show down. Il suo problema è Fini. Non è un caso che cominciano a circolare voci avvelenate nei confronti del presidente della Camera. Il sito The Front Page ieri parlava di un dossier hard su Fini in mano a un esponente di centrodestra. Fini non seguirà il Cavaliere fino in fondo. Da giomi difende i magistrati, e pure la normativa sui pentiti. Insomma, non vuol seguire la controffensiva Berlusconi-Dell ’Utri. I suoi poi continuano a mandare segnali. F are Futuro ha denunciato lo «strabismo politico» di un premier «impaurito e tormentato da fantasmi». Soprattutto Italo Bocchino per la prima volta ha dichiarato che la pattuglia finiana, di fatto, è mobilitata: «Chi sottovaluta Fini sbaglia, perché con i suoi numeri è determinante in Parlamento per la prosecuzione della legislatura». E ha aggiunto: «Noi non ipotizziamo nessuna rottura ma se ci fosse una rottura dipende poi su che cosa». Già, dipende dal che cosa.