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 2009  dicembre 09 Mercoledì calendario

Se la Lega sale sul pulpito cattolico- «Massimo Cacciari? In passato faceva parte di quelli che innalzavano cartelli con scritto ’cloro al clero’» ha barrito ieri su La Padania il segretario provinciale del­la Lega Nord veneziana Corrado Callega­ri

Se la Lega sale sul pulpito cattolico- «Massimo Cacciari? In passato faceva parte di quelli che innalzavano cartelli con scritto ’cloro al clero’» ha barrito ieri su La Padania il segretario provinciale del­la Lega Nord veneziana Corrado Callega­ri. Per chiudere: «Avrà nascosto quei cartelli, ma i veneziani lo conoscono e se lo ricordano bene». Letto il quotidiano leghi­sta, al sindaco di Venezia sono girati quelli che Leopardi, in odio all’autore del celebre dizionario, chiamava i tommasei: «Rimando questo barbaro ignorante, indegno esponente della stessa Lega, alla mia bibliografia nella quale già all’epoca della mia militanza sempre rivendicata nei movimenti della sinistra italiana pubblicavo riviste come Angelus novus e saggi su Kie­rkegaard, i problemi teologici in Hegel, il problema della misti­ca nel pensiero contemporaneo ecc. Per non citare i decenni del mio costante confronto con la cultura cattolica europea. Esi­go che il suddetto signore si rimangi la sua idiota volgarità o mi vedrò costretto ad adire a vie legali». Se la cosa finisse davanti ai giudici ci sarebbe da sorridere. Se c’è un partito che non può parlare dal pulpito cattolico e tantomeno rinfacciare il passato altrui, infatti, come dovrebbe sapere perfino Callegari è il Carroccio. Vogliamo scartabellare in archivio? Rileggiamo il «ministro della Cultura» padano Gil­berto Oneto: «Noi siamo la Chie­sa cattolica padana, Roma non ci piace, Roma è la prigione del cri­stianesimo, vi sono accumulate tutte le putrescenze della sto­ria ». Rileggiamo il manifesto le­ghista «Le 50 ragioni della Pada­nia »: «Con la diabolica alleanza fra certe gerarchie ecclesiastiche e il comunismo si è creato un re­gime nemico di ogni libertà e dif­ferenza, ivi comprese quelle reli­giose » . Rileggiamo la formula del matrimonio celtico di Roberto Cal­deroli: «Sabina, sarai la mia sposa. Giuro davanti al fuoco che mi purifica. Esso fonderà questo metallo come le nostre vite nuovamente generate». Andiamo avanti? Limitiamoci alle «omelie» di Umberto Bos­si: «Il cattolicesimo è quella setta bassa del cristianesimo che ritiene che occorra avere il potere temporale per occuparsi di anime. Ruolo che la chiesa romana ha svolto contro il Nord e la Padania». «Oè, Vaticano: la Padania non ha interesse a cambiar religione, ma l’indipendenza non è in vendita. T’è capì?». «Se la chiesa si oppone alla Padania è possibile che si vada alla Rifor­ma. Rilanceremo il principio cuius regio eius religio , l’idea del­la religione nazionale legata al Principe e rivendicheremo l’indi­pendenza dalla Roma cattolica, oltre che dalla capitale». «Il Pa­pa è il re di Roma Oltretevere: si mangiò una banca per finanzia­re Solidarnosc e ha molta gente disposta a piegare il culo tutte le mattine verso la Mecca romana». «Il Vaticano è il vero nemi­co che le camicie verdi affogheranno nel water della storia». Ieri mattina, fatti affiggere manifesti che mettono insieme Alberto da Giussano e il crocifisso, il segretario leghista era a inaugurare il presepe. E il water? Dov’è finito il water della sto­ria?