Angela Zoppo, Milano Finanza 09/12/2009, 9 dicembre 2009
L’Europa più verde va a carbone - La danimarca produce il 47% dell’ energia dal fossile e il 30% da fonti rinnovabili - A quella parte d’Italia che ancora fatica ad accettarlo potrà sembrare un paradosso, ma i Paesi europei più attenti all’ambiente sono quelli che producono oltre la metà del loro fabbisogno energetico dal carbone
L’Europa più verde va a carbone - La danimarca produce il 47% dell’ energia dal fossile e il 30% da fonti rinnovabili - A quella parte d’Italia che ancora fatica ad accettarlo potrà sembrare un paradosso, ma i Paesi europei più attenti all’ambiente sono quelli che producono oltre la metà del loro fabbisogno energetico dal carbone. Non fa eccezione la verde Danimarca, sotto i riflettori in questi giorni perché a Copenaghen si è appena aperto il vertice sul clima. Eppure, è proprio così. I dati parlano chiaro. Dei circa 39,2 miliardi di chilowattora prodotti annualmente dall’industria elettrica danese, il 47% circa proviene da centrali a carbone. Solo il 22% deriva da impianti alimentati a gas. Quanto alle fonti rinnovabili, le pale eoliche forniscono alla Danimarca il 18% dell’energia, mentre il restante 12% è prodotto da fonti fossili, come olio e biomasse. Persino l’energia importata, che ovviamente varia di anno in anno a seconda del fabbisogno, viene in gran parte dal carbone. Ma la verde Danimarca non disdegna nemmeno il nucleare. Gli ultimi dati diffusi indicano per esempio che a Copenaghen sono arrivati dalla Svezia circa 2 miliardi di chilowattora prodotti per oltre la metà da centrali atomiche (la parte restante è di produzione idroelettrica). La Danimarca si rifornisce anche dalla Germania: sono tedeschi infatti i circa 4 miliardi di chilowattora che sono stati acquistati nel 2006, prodotti in gran parte da centrali nucleari e a carbone. L’import di energia in quella parte d’Europa, del resto, ha in comune proprio le fonti più demonizzate in Italia. Basti pensare che la Germania produce la sua energia per il 47% dal carbone e per un altro 26% dal nucleare. In più, si rifornisce all’ingrosso dalla Francia, assicurandosi tra i 15 e i 20 miliardi di chilowattora, che all’80% vengono prodotti dalle centrali alimentate dall’atomo. Tanto per fare un confronto, in Italia appena il 13% dell’energia deriva dal carbone. L’Enel è riuscita solo dopo un lungo braccio di ferro con le autorità locali a farsi autorizzare la conversione della centrale di Torrevaldaliga (Civitavecchia), che ormai è a buon punto, tanto che ad aprile 2010 dovrebbe partire la costruzione della terza unità. L’analogo progetto del gruppo che riguarda Porto Tolle (Rovigo) invece è ancora fermo in attesa della conferenza dei servizi. Ciò nonostante la tecnologia a carbone pulito che verrebbe adottata dall’ex monopolista prometta una riduzione dell’80% delle emissioni. Enel si è anche aggiudicata un bonus Ue di 100 milioni proprio per il suo progetto taglia-inquinamento destinato alla centrale veneta. Per inciso, nella classifica delle emissioni pro-capite di CO2 l’Italia è al 45° posto con 9,7 tonnellate l’anno. La Francia, anche grazie all’ausilio del nucleare nella generazione di elettricità, è 47^. Sul podio dei più inquinanti ci sono invece il Qatar con 55,5 tonnellate pro-capite l’anno, seguito dagli Emirati Arabi Uniti con 38,8 tonnellate e il Kuwait con 35 tonnellate.