Carmine Sarno, Milano Finanza 09/12/2009, 9 dicembre 2009
Ma il governo tira dritto sull’atomo - Il governo tira dritto sul nucleare. Non preoccupano l’esecutivo le polemiche nate dopo le anticipazioni di MF-Milano Finanza sui nuovi siti nucleari con le prese di posizione di Verdi e Rifondazione Comunista che hanno minacciato le barricate contro la costruzione delle centrali
Ma il governo tira dritto sull’atomo - Il governo tira dritto sul nucleare. Non preoccupano l’esecutivo le polemiche nate dopo le anticipazioni di MF-Milano Finanza sui nuovi siti nucleari con le prese di posizione di Verdi e Rifondazione Comunista che hanno minacciato le barricate contro la costruzione delle centrali. «Cosa vuole che le dica, siamo già in campagna elettorale per le regionali» commenta a MF-Milano Finanza il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia. «Queste sono le prese di posizione di forze politiche disperate che cercano in ogni modo di attrarre consensi», ha aggiunto il sottosegretario. «Si tratta di un comportamento irresponsabile, vuol dire non pensare al futuro». Perché? «Proprio in questi giorni al vertice sul clima di Copenaghen si sta discutendo su come ridurre le immissioni di CO2 e tutti ritengono che il nucleare sia necessario per raggiungere l’obiettivo». Del resto l’Italia non è l’unico Paese che ha deciso di riprendere in mano il dossier. «Anche la Gran Bretagna ha avviato un nuovo piano per il nucleare che già da tempo è presente in Francia e Germania», aggiunge Saglia. «Sbaglia chi ci vuol far passare per marziani». Sebbene la rotta sia tracciata e nessuno abbia voglia di tornare indietro, il polverone che si è alzato ieri sulla mappa dei siti potrebbe allungare i tempi per la presentazione dei decreti attuativi. «Se questo è il clima, non so se rispetteremo la data del 15 febbraio per il loro completamento», ammette il sottosegretario, «l’architettura normativa è complessa, alcuni decreti sono già pronti ma altri sono ancora in gestazione». Questi provvedimenti poi dovranno ricevere il via libera della Conferenza Stato-Regioni ed è proprio questo il passaggio a rischio strumentalizzazioni. Secondo Saglia, infatti, «le Regioni uscenti, sia di centro-destra sia di centro-sinistra, potranno chiedere tempi più lunghi» per evitare che centrali e siti diventino tema di scontro in vista delle consultazioni regionali di marzo. Proprio il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, ha dichiarato che non si farà nessun accordo alle regionali se la coalizione non dice un no chiaro al nucleare. Dal ministero di Via Veneto, inoltre, escludono attriti sull’Agenzia per la sicurezza sul nucleare con i colleghi della Funzione Pubblica e dell’Economia (che non hanno ancora firmato lo statuto). In questi giorni l’agenda è stata monopolizzata dalla Finanziaria, hanno spiegato, e i tempi serrati hanno posto in second’ordine la ratifica dello statuto.