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 2009  dicembre 09 Mercoledì calendario

CANTIERI NAVALI, CINA BATTE COREA


Per i cantieri navali della Corea del Sud il 2009 sarà ricordato come l’anno della fine della supremazia mondiale. Una supremazia che data dal febbraio del 2000 e che ora è stata scalzata dalla Cina: tra il 1° gennaio e il 9 novembre i cantieri cinesi hanno infatti ricevuto il 52,3% degli ordini contro il 31,8% della Corea del Sud.

Mentre prima del 2008 i giganti coreani Hyundai heavy industries e Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering ricevevano in media una decina di commesse al mese, in ottobre non hanno ricevuto alcun ordine, mentre Samsung ne ha portati a casa soltanto tre. Il cambiamento di rotta ha già provocato la cessazione dei pagamenti di due piccoli cantieri, Snc Shipbuilding e C&Heavy Industries.

Il settore è stato pesantemente colpito dalla crisi del commercio mondiale, che nel 2009 ha registrato una contrazione del 10%, una percentuale «senza precedenti», ha avvertito lunedì a Seul il direttore generale del Wto, Pascal Lamy, secondo il quale molto resta ancora da fare per uscire dalla crisi.

I giganti del settore ostentano registri pieni di ordini per i prossimi tre anni, ma nulla indica che essi saranno liquidati. Anche gli armatori subiscono pesanti cali di attività, mentre si moltiplicano le rinegoziazioni e crollano del 30%, rispetto al 2007, i prezzi delle navi. Il comparto più colpito è quello dei portacontainer (il 34,6% della produzione sudcoreana): una nave su dieci resta in banchina. E questo mercato è talmente saturo che a marzo Pusan, quinto porto mondiale per il traffico da container, ha subito un calo di attività pari al 40%.

In questa situazione di emergenza alcuni armatori cercano di rinegoziare i contratti o addirittura di annullarli. Il gruppo francese Cma-Cgm, numero tre del mondo e in piena ristrutturazione del proprio debito, sta cercando di rinegoziare o di cancellare un ordine di 49 imbarcazioni che i cantieri sudcoreani avrebbero dovuto consegnargli entro il 2012.

Per limitare l’impatto della crisi il governo sudcoreano ha moltiplicato gli aiuti al settore, considerato «industria strategica nazionale», dal momento che impiega 110 mila persone e che è al primo posto per quanto riguarda le esportazioni. L’11 novembre scorso Seul ha concesso 500 miliardi di won (292 miliardi di euro), che sono andati ad aggiungersi ai 9.500 miliardi di won sbloccati in aprile. Questi finanziamenti hanno lo scopo di migliorare la competitività dei cantieri sudcoreani rispetto ai concorrenti cinesi, accusati di ricevere rilevanti aiuti governativi e di essere privilegiati per le commesse locali.

Intanto, di fronte alle difficoltà le imprese del settore diversificano la propria produzione per trovare nuovi sbocchi. Specializzate nella produzione di turbine, esse si sono lanciate nel settore dell’energia eolica. In attesa di tempi migliori.