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 2009  dicembre 03 Giovedì calendario

Vanessa Simonini, 20 anni. Di Gallicano in provincia di Lucca, figlia di un muratore e di un’assistente domiciliare, una sorella di nome Simona, in cerca di un lavoro dopo la maturità linguistica, da tre anni frequentava un Simone Baroncini di anni 35, muratore, pisano, che un anno e mezzo fa le aveva confessato d’amarla sentendosi però rispondere, chiaro e tondo, che loro due potevano essere solo amici

Vanessa Simonini, 20 anni. Di Gallicano in provincia di Lucca, figlia di un muratore e di un’assistente domiciliare, una sorella di nome Simona, in cerca di un lavoro dopo la maturità linguistica, da tre anni frequentava un Simone Baroncini di anni 35, muratore, pisano, che un anno e mezzo fa le aveva confessato d’amarla sentendosi però rispondere, chiaro e tondo, che loro due potevano essere solo amici. La sera di lunedì 7 dicembre l’uomo con la sua auto passò a prendere la ragazza sotto casa per portarla a una festa di amici comuni, a un certo puntò però cambiò strada, si fermò in un viottolo di campagna e là prese a palpeggiare la Simonini che lo respinse graffiandogli la faccia e tentando di uscire dall’auto. Lui allora, colto da rabbia, le strinse il collo con entrambe le mani finché non smise di respirare, quindi percorse tre chilometri fino al greto del fiume Serchio, lì adagiò la salma, e per tre ore se ne stette immobile a contemplarla, a suo dire perché pensava che fosse svenuta e attendeva che la pioggerella e il gelo la facessero rianimare. Quando fu certo che l’amica era proprio morta, mise il naso vicino al tubo di scappamento della sua auto accesa, ma siccome di morire non aveva voglia telefonò ai carabinieri raccontando che lui e la Simonini erano stati aggrediti da certi uomini incappucciati (confessò poi la verità dopo quattro ore di interrogatori). Fra le 21.30 e le 22 di lunedì 7 dicembre vicino al fiume Serchio a Gallicano (Lucca).