Fabrizio Peronaci, Corriere della sera 3/12/2009, 3 dicembre 2009
Un uomo di 34 anni. Imprenditore nel settore del commercio, divorziato, disperato perché l’ex moglie gli permetteva di vedere il figlioletto di 6 anni solo il sabato o la domenica, giorni fa scrisse una lettera al padre («non ce la faccio più, cresci tu il mio bambino»), la lasciò sul suo letto assieme alle foto che lo ritraevano felice accanto al pupo e alla consorte, quindi prese una striscia di stoffa, se la strinse al collo, fece un nodo sul davanti, e si lasciò soffocare
Un uomo di 34 anni. Imprenditore nel settore del commercio, divorziato, disperato perché l’ex moglie gli permetteva di vedere il figlioletto di 6 anni solo il sabato o la domenica, giorni fa scrisse una lettera al padre («non ce la faccio più, cresci tu il mio bambino»), la lasciò sul suo letto assieme alle foto che lo ritraevano felice accanto al pupo e alla consorte, quindi prese una striscia di stoffa, se la strinse al collo, fece un nodo sul davanti, e si lasciò soffocare. Giovedì 3 dicembre in un appartamento nel centro di Padova.