Fabrizio Peronaci, Corriere della sera 3/12/2009, 3 dicembre 2009
6/12/2009 (14:34) - LA STORIA
Genova, clochard ucciso per amore
Il delitto di Genova è stato risolto in meno di 24 ore
Accoltellato in una baracca sul fiume
"La donna contesa era una badante"
FARE GENOVA
L’amore conteso di una badante russa di 40 anni è all’origine della morte di un clochard ucraino di 41 anni, Vladimir Gudim, accoltellato in una baracca sul greto del torrente Fereggiano, nel quartiere di Marassi, da un lituano di 30 anni, Modestas Velicka, che è stato fermato a poche ore dall’omicidio dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Il giovane ha confessato al sostituto procuratore Patrizia Petruzziello. I carabinieri hanno trovato l’arma del delitto e gli abiti ancora sporchi di sangue nell’appartamento di un genovese, in corso De Stefanis, nel quale Velicka era ospitato in cambio dei lavori domestici che svolgeva.
stato risolto così nel giro di meno di 24 ore un delitto maturato nell’ambiente degli immigrati dell’est, molti dei quali vivono come barboni a Genova. Il corpo di Vladimir Gudim era stato trovato ieri mattina da altri connazionali riverso su un giaciglio di fortuna nella baracca sotto via Gandin, tra gli orti urbani incolti sulla riva del torrente Fereggiano. Sul torace una piccola ma micidiale ferita inferta con un coltello che ha provocato la morte del barbone per dissanguamento.
Il litigio mortale è avvenuto intorno alla mezzanotte tra venerdì e sabato. Velicka, dopo aver bevuto abbondantemente, è andato a trovare il rivale per un incontro chiarificatore: non si rassegnava a troncare la relazione con una badante russa avuta circa un anno fa mentre Gudim, compagno della donna, era in carcere per scontare un cumulo di pena per furtarelli e rapine improprie. I due, bevendo spumante, hanno discusso ed hanno litigato. Velicka ha sferrato la coltellata mortale e, barcollando, è ritornato a casa, lasciando numerose tracce di sangue lungo la strada. Ha pulito sommariamente il coltello da cucina che aveva portato con sè, si è svestito e si è messo a letto vinto dal sonno e dall’alcool.
I carabinieri, diretti dal comandante provinciale Gino Micale e dal comandante del Nucleo Investigativo Vito Di Gioia, lo hanno trovato ieri sera ancora nella casa di corso De Stefanis e gli hanno contestato il delitto, mostrandogli gli abiti insanguinati ed il coltello. Il lituano ha così confessato al pm Patrizia Petruzziello, ammettendo di aver litigato con Gudim, di averlo colpito ma non essersi reso conto di averne provocato la morte. Il magistrato ne ha così ordinato il fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario.