Gianni Mura, la Repubblica 6/12/2009, 6 dicembre 2009
Doveva succedere: per una volta non condivido un´uscita di Platini. Che parla di Henry: « stato additato come un truffatore, ma se lo è lui lo sono tutti i calciatori
Doveva succedere: per una volta non condivido un´uscita di Platini. Che parla di Henry: « stato additato come un truffatore, ma se lo è lui lo sono tutti i calciatori. E lo sono stato anch´io». No, calma. Non mi risulta che Platini abbia mai segnato un gol di mano o l´abbia propiziato, come Henry con Gallas, né che tutti i calciatori siano stati occasionali pallavolisti. Posso pure capire le ragioni della difesa di Henry, normalmente molto corretto, ma non tirando in ballo la lealtà di un esercito di giocatori (Platini 5). In attesa che si concluda l´inchiesta appena aperta su Henry, senza covare molte illusioni, se Henry non è un truffatore, per quel che concerne la gara con l´Irlanda e solo quella, è un imbroglione, un baro, uno sleale, uno scippatore. Tra adulti, che ognuno si prenda le sue responsabilità e non si atteggi a vittima, specie quando non lo è. Su un´altra frase di Platini sono invece abbastanza d´accordo: «L´arbitraggio è morto ed è stata la tv a ucciderlo»: voto 6. Per me l´arbitraggio è gravemente ammalato e la tv non è ancora riuscita ad accopparlo. Lo condiziona parecchio, però. In 90 casi su 100, nei paesi più infestati dalle moviole, come l´Italia, basta che uno si butti a terra e l´arbitro fischia fallo. Altrove no. Pieno accordo con Platini (voto 7) nell´opposizione alla moviola in campo: «Se adottassimo la moviola per Far Oer-Estonia davanti a mille spettatori ci vorrebbero 25 telecamere al costo di 200mila euro. Il video non è sinonimo di giustizia, il resto è demagogia, con la lobby delle tv che preme per vendere le tecnologie». [In questo panorama di guardie che non bastano mai a controllare i ladri, abituali o una tantum, penso che un buon rimedio sarebbe stato quello, indicato da Platini, dei giudici d´area. Blatter non vedeva l´ora di silurarlo e ci è riuscito, per ora. Poi, con l´International Board, si vedrà. Ma è chiaro che senza una serio ravvedimento dei ladri (che per ora latita) non si possono spedire in campo sempre più guardie. In questo panorama è quasi un miracolo quel che è successo ieri ad Ascoli. Valdez, difensore della Reggina, s´infortuna. Cerca di buttar fuori la palla per accelerare la sostituzione, ma per sbaglio serve Sommese che passa ad Antenucci: gol dell´Ascoli. Segue rissa, i giocatori della Reggina cercano Sommese, Costa lo colpisce e viene espulso. Alla ripresa del gioco quelli dell´Ascoli stanno fermi e consentono il pareggio di Pagano. Che la cosa sia nata da un´indicazione dell´allenatore Pillon o sia stata concordata tra i giocatori, il voto è 10. Tanto più che l´Ascoli non ha una posizione in classifica che gli consente di largheggiare. Ed è finita 3-1 per la Reggina. Abbiamo un gran bisogno di buoni esempi e un episodio del genere, che io sappia, è il primo nel nostro calcio professionistico.] [In quello semiprofessionistico, sempre nelle Marche, un´altra interessante iniziativa reclamizzata da grandi manifesti. Sangiustese-Sangiovannese, allo stadio Villa San Filippo (notevole concentrato di santi) vedrà oggi in tribuna, alle 14.30, il presidente onorario della squadra di Monte San Giusto: Fabrizio Corona (non ancora santo, ma non c´è fretta). Non è un omonimo, è proprio lui, avambracci tatuati ben in vista e rituale espressione torva alla «che c´hai da guardare». Si dice abbia intenzione di pubblicizzare una linea d´abbigliamento che si chiama "106", numero della cella che lo ospitò in seguito ad accuse poco simpatiche. Come testimonial di Monte San Giusto, da Patch Adams, il medico clown, a Fabrizio Corona è un discreto salto. Se ne prende atto.] [Prende, nel senso che prima interessa e poi convince, un libro-cd veramente fuori dalle mode: «Canzoni a carburo» (ed. Stampa Alternativa, 16 euro). «Memoria e miniera» è il sottotitolo e racconta le miniere che non ci sono più, dalla Toscana alla Sicilia, dalla Sardegna al Piemonte. Il lavoro duro, i morti. Libro atipico fin dalla prefazione (una poesia di Alda Merini). Le 15 canzoni del cd, cantate da Andrea Biscaro e Ilaria Becchino, a parte «Maremma» non sono quelle note, nel settore. Non c´è «La zolfara»di Straniero né quella del minatore dal volto bruno che per salvare lui non c´è nessuno. Molte hanno testi di Biscaro, altri di Erri De Luca, Giorgio Bassani, Simone Weil, Manlio Massole (che minatore è stato davvero). Un lavoro che sarebbe piaciuto ai fondatori di Cantacronache.]