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 2009  dicembre 06 Domenica calendario

MILANO

Cinquantatré miliardi di euro. E’ questa, se­condo le stime di Agipro­news, la cifra che l’industria del gioco avrà raccolto entro la fine dell’anno.

Perché Superenalotto, scommesse sportive, Gratta e Vinci, Lotto, non conoscono crisi. Anzi, la crisi sembra far bene a questo settore che nei primi dieci mesi dell’anno, co­me si legge dal sito dei Mono­poli di Stato, ha raccolto un gruzzolo ancora più alto del 2008 (+13,1%). E ad aumenta­re la platea dei giocatori, arri­vata ormai secondo il Censis a quota 30 milioni di italiani, non sono mancate nuove pro­poste. Come quella della Si­sal, «Win for life», che pro­mette di sistemare la vita con una rendita ventennale. Gua­dagnare senza lavorare.

Un’idea che è piaciuta così tanto che in poco più di due mesi ha raccolto ben 350 mi­lioni di euro. E lo Stato ringra­zia. Basti pensare che nel 2009 il governo incasserà dai giochi (le stime parlano di no­ve miliardi di euro) più o me­no una cifra pari al valore del­la Finanziaria 2010 (8,9 mi­liardi).

Ma quant’è facile/difficile vincere? Il banco (lo Stato) è sempre avvantaggiato? Oppu­re no? Il gioco con il «pay out» tra i più bassi in assolu­to è in realtà quello che «tira» di più. Con il Superenalotto (+44,2% nei primi dieci mesi dell’anno) infatti abbiamo so­lo una probabilità su 622 mi­lioni di incassare il jackpot.

Intascare gli oltre 98 milio­ni di questi giorni, non è affat­to cosa semplice anche se il caso di Bagnone e dei 147 mi­lioni di euro dell’estate scor­sa, dimostra che nulla è im­possibile. Quel che è certo è che con il Superenalotto solo il 34,6% della raccolta torna ai giocatori in termine di vinci­te. Come dimostra il grafico elaborato da Agicos (agenzia giornalistica concorsi e scom­messe) su dati dei Monopoli di Stato: fatta 100 la raccolta, il 65,4% va alla filiera del gio­co, che si divide tra ricevito­rie (in media l’8%), concessio­nario (tra il 2 e il 10% a secon­da dei casi) e il governo, che quindi incassa la fetta di torta più grande. Con il Lotto le possibilità di vincita salgono ma non di molto. In questo caso il «pay out» è variabile, ma la media dei primi dieci mesi dell’anno si ferma al 56%, che arriva al 70% nel nuovo 10eLotto. Idem per i concorsi pronostici (50% per Totocalcio, Totogol e Totoma­tch) e per il nuovissimo «Win for life», come riportato an­che da Milano Finanza . Il 65% della raccolta del «Vinci per la vita» torna sì in tasca ai giocatori, ma l’importo rico­nosciuto, in relazione alle pro­babilità di vincita, risulta più basso del dovuto e soprattut­to è diluito nel tempo. Va mol­to meglio per il Gratta e Vin­ci: in questo caso si calcola una vittoria ogni quattro gio­cate circa. Tant’è che il banco riesce a tenere appena il 27% della raccolta. Tutto il resto viene distribuito per le vinci­te. E in alcuni casi, come nel­l’ultimo biglietto lanciato per Natale, il «pay out» può arri­vare anche all’80%. Stessa per­centuale per gli skill games (i giochi a distanza) e il poker online, dove la filiera del gio­co si deve accontentare di «appena» del 20% della rac­colta.

Corinna De Cesare