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 2009  dicembre 05 Sabato calendario

BROSSASCO

(Cuneo)


La borgata Meira Daval si trova a 1230 metri d’altezza nel vallone del torrente Gilba, una valle secondaria della Val Varaita. Fino a qualche anno fa non arrivava neanche la strada, e ancora oggi manca il segnale dei cellulari; l’energia elettrica non sempre funziona e il postino si avventura solo d’estate. Ci vivono stabilmente non più di 10 persone. La borgata fa parte del comune di Brossasco in provincia di Cuneo. Dieci anni fa Valerio è salito sulle montagne. Appena ventenne ha deciso che la sua vita sarebbe stata da lì in avanti in una baita di montagna, ad allevare mucche. Alla borgata Meira Daval, 1230 metri d’altezza nel vallone cuneese della Gilba, all’epoca non arrivava nemmeno la strada. Oggi arriva un chilometro sotto, poi o hai una panda 4x4 o te la fai a piedi su uno sterrato.
Con un diploma in tasca da geometra e la voglia di andar via dalla vita cittadina nella provincia torinese, Valerio comincia a portarsi letteralmente sulle spalle la sua nuova casa, dalla lavatrice alla stufa per scaldarsi, passando per uno stretto sentiero che collegava allora la sua baita all’ultimo lembo di civiltà.
«La mia idea era costruire qui, con mia mamma che vive con me, la mia impresa: un piccolo allevamento di mucche, sufficiente per vivere in questo posto meraviglioso e incontaminato senza dover cercare in pianura un lavoro per mantenermi», racconta Valerio Lucato, che oggi ha 30 anni. L’esatto opposto di quello che farà da lì a qualche anno il fratello più piccolo, che oggi vive a Londra e lavora per il network televisivo Sky news.
Il sogno a rischio
Il sogno di Valerio si infrange improvvisamente due anni fa contro le nuove decisioni di un regolamento comunale. Il giovane allevatore aveva acquisito nel 2005 un diritto decennale per far pascolare le sue mucche su terreni comunali e poter quindi sviluppare la sua attività; un nuovo piano pascoli, approntato dalla giunta comunale, gli dimezza lo spazio a disposizione, mettendo a rischio tutti i suoi progetti.
«Avere quei terreni per me era vitale - spiega Valerio -. Mi permetteva di tenere al pascolo le mucche di altri allevatori nei 4 mesi estivi: voleva dire un introito extra di circa 400 euro al mese. Poi avevo diritto ad aiuti europei di circa 4 mila euro in 3 anni». Cifre piccole, ma che nel bilancio della piccola azienda di Lucato fanno la differenza.
«Con il nuovo piano pascoli cercavamo di commisurare le esigenze di tutti», spiega oggi il sindaco di Brossasco Bartolomeo Beoletto.
Nell’alta valle Gilba oggi vivono stabilmente non più di una decina di persone, ma la soluzione ottimale per tutti non si riesce comunque a trovare. «Quel regolamento significava per me rinunciare a tutto, fare fagotto e tornare con mia mamma a vivere in città - dice Valerio -. Probabilmente sarei andato a fare il camionista, perché da giovane avevo preso anche la patente per i mezzi pesanti. Sarebbe stata la fine dei miei sogni».
E così il giovane allevatore decide di combattere la sua battaglia fino in fondo, con una testardaggine che anche il sindaco gli riconosce. «I soldi non erano tanti, ma trovo un bravo avvocato che decide di provare a far valere i miei diritti in Tribunale». La causa arriva al Tar del Piemonte e viene bocciata. «Quel giorno, quando mio figlio è tornato a casa dopo averlo saputo, era bianco come un lenzuolo - ricorda Maria, la coriacea mamma settantaduenne -. Così mi sono messa subito a fare la polenta: i dispiaceri rimangono, ma almeno la pancia è piena».
Dal Tar a presentare la causa al Consiglio di Stato a Roma la scelta è ancora più dura: altri soldi da spendere, altri rischi. Intanto gli aiuti europei vengono congelati e Valerio è costretto a cominciare a vendere anche qualcuna delle sue 13 mucche. «In quella situazione non vedevo una via d’uscita. Così ho stretto i denti e ho deciso di andare avanti».
Dieci giorni fa il Consiglio di Stato ha dato ragione al giovane allevatore: il suo diritto decennale del 2005 rimane valido, quindi ancora per 6 anni le sue mucche potranno pascolare nei terreni comunali.
Di questa decisione che rimescola le carte del destino della famiglia Lucato, Valerio ne ha avuto notizia dopo una settimana: nell’era di Twitter, in Borgata Meira Daval, lembo del Piemonte ai confini con la val Varaita, il segnale dei cellulari ancora non arriva, fino a 3 mesi fa c’erano problemi anche con la luce elettrica con frequenti interruzioni della fornitura e il postino riesce ad arrivare solo nei mesi estivi. «E’ salito su un mio amico ad avvisarmi, dopo che l’avvocato è riuscito a rintracciarlo - spiega Valerio -. Adesso il mio sogno di continuare a vivere quassù può finalmente ricominciare».
«Valuteremo la decisione del Consiglio di Stato con gli avvocati e se non ci saranno alternative ci adegueremo», dice il sindaco.
E dopo il 2015? «Un passo alla volta», risponde Valerio. Intanto, con sua mamma e le sue otto mucche rimaste, la sua vita controcorrente può ricominciare.