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 2009  dicembre 05 Sabato calendario

ROMA - Pochi, pochissimi che guadagnano tanto e tanti che incassano davvero poco. Molti al limite della sopravvivenza

ROMA - Pochi, pochissimi che guadagnano tanto e tanti che incassano davvero poco. Molti al limite della sopravvivenza. Perché pedalare per 40.000 chilometri l´anno su e giù per Alpi e Pirenei, sudando a 40 gradi all´ombra, facendo vita da certosino e magari "rischiando" in proprio con la solita discussa farmacia per 30.000 euro l´anno o poco più, significa davvero sopravvivere. A guardare nelle tasche dei corridori ci si scontra con questa duplice e contraddittoria realtà. Per quanto facciano clamore gli 11 milioni di evasione fiscale di Bettini, non è quella la regola. La realtà del mondo dei pedali è diversa. C´è un piccolo firmamento di "star" che naviga tra i 2 e gli 11 milioni di euro; un gruppetto sparuto fra i 500.000 e il milione e poi la grande massa al minimo dello stipendio. Che per un neo-pro delle formazioni "continental", la serie B del ciclismo, vale soli 23.000 euro l´anno; poco più per le formazioni Pro Tour (la serie A): 26.700. Al di là dell´immagine fortemente compromessa dai continui casi-doping e dalla relativa fuga degli sponsor, c´è da fare i conti con la crisi economica mondiale, e così da noi le squadre di primo livello sono passate dalle 6 del 2003 alle 2 del 2010, la Liquigas e la Lampre. Con licenza di correre sub judice, per quest´ultima, proprio per questioni di budget. Di conseguenza, secondo l´Accpi, l´associazione dei ciclisti professionisti, nel 2010 ci saranno almeno una quarantina di corridori costretti a smettere, o nella lista dei disoccupati. Le cifre di crescita sbandierate dalla Ernst & Young che segnalerebbero, in un´indagine commissionata l´estate scorsa dall´Uci (la federazione internazionale), una crescita del budget delle squadre maggiori (dai 165 milioni nel 2003 ai 235 milioni del 2009), non trovano grande conforto nella realtà. I corridori spesso si portano dietro uno sponsor personale da 70.000 euro pur di incassare il minimo contrattuale, 33mila euro se non sei un debuttante. Assurdo, ma reale. Da noi il più pagato è Filippo Pozzato, vincitore della Sanremo 2006. Con 1 milione di euro l´anno, può ben permettersi l´amata Ferrari. Ma scompare a confronto dei big, l´americano Armstrong e lo spagnolo Contador (11). Anche a questi livelli di eccellenza, però, siamo lontani dalle cifre dei Paperoni dello sport, capitanati dall´asso del golf Tiger Woods (77 milioni), 3 volte i guadagni di Beckham e Valentino Rossi. Lance Armstrong è un caso a parte. Sette volte vincitore del Tour, tanto osannato per la sua lotta al cancro quanto discusso perché più volte sospettato di doping, già nel 2002 incassava 10,7 milioni solo dalle sponsorizzazioni e 350.000 euro dalla squadra (allora l´US Postal). Nella stagione del ritorno dopo l´addio del 2005, sembra si sia "accontentato" del minimo contrattuale in cambio della possibilità di gestirsi i diritti di immagine: vale a dire una cifra certamente superiore agli 11 milioni di euro. (e. cap.)