Laura Martellini, Corriere della Sera 5/12/2009, 5 dicembre 2009
Una battaglia durissima, lavoratori contro difensori dei lavoratori, un confronto che non t’aspetteresti
Una battaglia durissima, lavoratori contro difensori dei lavoratori, un confronto che non t’aspetteresti. A finire in tribunale - in questi giorni al civile c’è stata la prima udienza la federazione romana del partito di Rifondazione comunista e la cooperativa La zona rossa, che negli anni 2006-2008 si occupò delle affissioni dei manifesti elettorali. «Per quell’incarico il partito ci deve 78.300 euro » rivendicano gli impiegati della cooperativa, assistiti dall’avvocato Mario Cesareo. Per sostenere la loro lotta (il mestiere lo conoscono) hanno steso striscioni sulla tangenziale dov’è scritto «Rifondazione come i padroni, non paga i lavoratori». E hanno addirittura creato un sito, dal nome esplicito «Rifondazione non paga», oggetto però di una querela da parte di esponenti del partito che vi avrebbero rintracciato contenuti diffamatori. Un rapido riepilogo. A gennaio 2009 La zona rossa fa ricorso per ottenere i soldi, ma la controparte di fronte al decreto ingiuntivo di pagamento presenta opposizione. Si arriva così in aula: la cooperativa chiede la provvisoria esecuzione del decreto, in attesa della sentenza, ma il giudice rigetta l’istanza, e fissa il prossimo 6 maggio come termine per presentare nuove memorie. «La richiesta è pretestuosa, non c’è nessun contratto, niente che spieghi come si arrivi a quella cifra stratosferica» sottolinea l’avvocato del Prc Roma, Antonino Piro. «L’intesa è stata sempre fiduciaria, tant’è che fino al 2006 i pagamenti si sono svolti regolarmente, dietro presentazione di fattura» ribatte Cesareo. E i due, ad una voce: «Per favore, niente strumentalizzazioni politiche». Laura Martellini