Andrea Laffranchi, Corriere della Sera 4/12/2009, 4 dicembre 2009
CONCERTI, IL ROCK DIVENTA ECOLOGICO
I concerti bruciano energia. E non solo quella di chi balla in platea o di chi si esibisce sul palco. La musica dal vivo in Italia produce, infatti, ogni anno 2,8 milioni di tonnellate di CO2, la stessa quantità che viene emessa in atmosfera da un milione e 400 mila famiglie con i loro consumi elettrici annuali. Il conto lo ha fatto l’Osservatorio Edison-Change the Music in uno studio sull’universo della musica live in Italia nel 2007-08. In questo periodo le emissioni di CO2 sono aumentate. Ma la notizia è brutta soltanto a metà. L’incremento è legato al maggior numero di concerti, ma si è messo in moto un ciclo virtuoso di riduzione dei consumi che ha ridotto l’impatto medio. Verde è bello, verde fa immagine, piace al pubblico, verde può anche ridurre i costi. Nel 2008 in Italia ci sono stati quasi 33 mila spettacoli musicali, dai concertini di piazza ai megashow a San Siro; +38% sull’anno precedente quando erano stati quasi 24 mila. La coscienza green di artisti, promoter e pubblico, però, ha fatto sì che il danno per le generazioni future sia più contenuto. Se si fosse continuato a consumare energia come nel 2007, le tonnellate di C02 prodotte sarebbero state 3 milioni 104.726. Le soluzioni amiche dell’ambiente hanno invece consentito una riduzione del 10%, circa 300 mila tonnellate, le emissioni che producono centomila persone che percorrono 15 mila chilometri in auto all’anno.
«Il problema c’è ed è serio. Se lo riconosce una società energetica che in parte è anche responsabile delle emissioni di inquinanti, significa che tutti devono muoversi », dice Andrea Prandi, direttore comunicazione di Edison. Change the Music è anche un progetto educativo che passa per concerti (Afterhours, Pelù, Velvet, Milano jazzin’ festival) e iniziative sul web.
«Abbiamo scoperto che si possono fare show con un palco tutto ’verde’ senz’alcuna differenza qualitativa. Un nostro concerto di quest’estate in Puglia è stato alimentato soltanto da pannelli solari», spiega Pier Luigi Ferrantini dei Velvet.
Difficile realizzare tour completamente ecologici per le difficoltà di spostamento delle attrezzature. Lo sa bene Roberto De Luca, di Live Nation, il più grande promoter mondiale: «Dobbiamo lavorare sulle strutture dove si suona. Per questo pensiamo di trasformare il PalaIsozaki di Torino nella prima struttura di quelle dimensioni alimentata solo a pannelli fotovoltaici » .
Nell’attesa si possono comprare i Recs, certificati regolati da una normativa europea. Garantiscono che l’energia usata arriva da fonti rinnovabili. Li useranno i Velvet nel tour che parte oggi da Roma. «Aiutano a capire un importante cambiamento culturale. Più Recs si acquistano, meno energia pulita resta disponibile. E, quindi, chi è attento al pianeta farà crescere la domanda e di conseguenza la ricerca e la diffusione di energia da fonti rinnovabili», spiega Prandi.
Da dove arriva la CO2 «musicale»? La ricerca Edison ha individuato tre fonti: trasporti, materiali e gestione rifiuti, consumi energetici. L’area critica sono i trasporti, sia quelli del pubblico che quelli dell’organizzazione: totalizzano il 68,5% della CO2 prodotta. Più lo spettacolo è grande, più il peso della voce cresce: per un evento in uno stadio si arriva al 96% del totale. Chi ha coscienza verde se n’è accorto. Per il tour del 2008 i Radiohead hanno fatto della riduzione della loro impronta ecologica una mission. «La band arrivò a Milano in treno e, rinunciando a spazi più grandi che avrebbe riempito, chiese di suonare in uno spazio in centro, servito dai mezzi pubblici», dice Corrado Rizzotto, promoter italiano della band con Indipendente. La band inglese è stata anche fra i pionieri nell’uso delle luci led che consumano un decimo rispetto a quelle normali.
Proprio l’alimentazione degli impianti audio, luci e video è una seconda area da tenere sottocchio: pesa soltanto per il 3,5% del totale, ma i risparmi per gli organizzatori sono uno stimolo importante verso soluzioni green . Secondo i dati di Ecoluce dal 2007 al 2008 c’è stato un raddoppio del numero di eventi che hanno scelto i pannelli solari e nel primo semestre 2009 si è già raggiunto il totale dell’anno precedente. Terzo e ultimo settore: l’utilizzo di materiali come carta (per biglietti e manifesti), plastica e vetro contribuisce al 28% delle emissioni. Per tornare ai Radiohead, fra le loro richieste agli organizzatori c’era anche la raccolta differenziata dei rifiuti. «Sicuramente un segnale importante. L’energia del futuro avrà più appeal se sarà energia sostenibile», dice Jovanotti che con Enel ha studiato un piano per azzerare l’impatto del suo recente Safari Tour.
Anche Vasco e Ligabue hanno puntato sul verde con il progetto Impazzo Zero di Lifegate. Il tour del 2004 di Vasco e tre tour di Liga hanno ripagato i loro peccati ambientali con la creazione e la tutela di 124 mila e 443 mila metri quadrati di nuove foreste in Costa Rica. Ma se respirano meglio in Centroamerica e qui si continua a soffocare non è un semplice modo per lavarsi la coscienza? «La compensazione non è un obiettivo ma un mezzo, serve per fare capire quanto costa in euro un’attività inquinante. Ma prima della riforestazione studiamo come ridurre le emissioni – dice Simone Molteni, direttore del progetto Impatto Zero ”. Con Ligabue, ad esempio, abbiamo chiesto un allungamento degli orari della metro e creato un sito dove 1.200 persone si sono messe d’accordo per il car pooling » .
Anche Mtv si è schierata. Eventi «no effetto serra» come gli Mtv Day e i concerti (l’ultimo sarà il 7 a Copenaghen con i Backstreet Boys) in collaborazione con la Commissione Europea: « una strada importante – sottolinea Antonio Campo Dall’Orto, vicepresidente di Mtv nel mondo ”. Da un lato la musica è un veicolo che aiuta a raggiungere il pubblico più giovane, dall’altro si ha un effettivo risparmio di emissioni inquinanti».
Edison ha anche immaginato il concerto ideale per l’ambiente. Una serie di interventi che potrebbe abbattere la CO2 del 75%. La scelta del luogo dell’evento, sconti a chi si muove con mezzi pubblici, car pooling per il pubblico, l’uso di tir e furgoni a metano per l’organizzazione potrebbero abbattere il 70% della responsabilità degli spostamenti. Lampade a led, pannelli solari e apparecchiature audio a basso consumo contribuirebbero a ridurre del 60% i consumi elettrici. Il ricorso alla carta riciclata e la raccolta differenziata farebbero scendere del 56% la voce materiali. Per il sudore non c’è soluzione. Ma è il bello del rock.