Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  dicembre 03 Giovedì calendario

La vita del ragazzo Balotelli uno che gioca ancora in cortile- Tra bambini e scherzi al parco, lontano da razzisti e Mou MILANO Per un attimo la partenza con sgasata alla guida della sua nuova macchina si porta via tutto: i cori razzisti che avvelenano il nostro calcio alla vigilia della partita più importante del campionato e il tormentato rapporto con Josè Mourinho, che non ha ancora deciso se utilizzarlo in Juventus-Inter di sabato sera

La vita del ragazzo Balotelli uno che gioca ancora in cortile- Tra bambini e scherzi al parco, lontano da razzisti e Mou MILANO Per un attimo la partenza con sgasata alla guida della sua nuova macchina si porta via tutto: i cori razzisti che avvelenano il nostro calcio alla vigilia della partita più importante del campionato e il tormentato rapporto con Josè Mourinho, che non ha ancora deciso se utilizzarlo in Juventus-Inter di sabato sera. Mario Balotelli si diverte con i bambini della scuola calcio che sorge proprio di fronte alla sua abitazione milanese: un appartamento di un´ottantina di metri quadrati in un complesso residenziale piuttosto grande, nei pressi dell´Ospedale Niguarda. I baby calciatori lo salutano quando lo vedono, e lui gioca con loro: autografi, battute e qualche scherzo a bordo di una delle auto che cambia frequentemente (l´ultima è un´Audi R8, la stessa di Kakà). Nella via alla periferia nord di Milano, insolitamente silenziosa per essere una strada del capoluogo lombardo, tutto è lontano. «Spesso Mario si ferma a parlare di calcio con noi – racconta un giovane vicino - Quando ha saputo che mio fratello Andrea, 10 anni, giocava in una squadra della zona, ha promesso che sarebbe venuto a vedere una partita. Nessuno ci credeva. Invece il sabato si è presentato al campo per seguire la gara degli Esordienti». Eccola, la vita di Mario che, quando vuole essere ancora più tranquillo, si rifugia a Concesio, vicino a Brescia, dove ha comprato una casa per vivere da solo, ma nello stesso paese della famiglia. Mamma Silvia ogni tanto viene a Milano per aiutarlo a riordinare la casa. «All´inizio pensavo fosse un giocatore di basket – racconta un altro vicino - ogni tanto vengono gli amici. E capita che per andare in centro dopo cena lasci qui la macchina e prenda il tram». E poi altri aneddoti. Qualcuno ricorda di una volta che Mario è stato sgridato perché giocava a pallone con un amico in cortile, proprio come un ragazzo qualsiasi. Oppure di quando ha acceso un fumogeno al parchetto sotto casa. Senza dimenticare i gesti di sensibilità verso chi non sta bene, come andare a portare una maglietta dell´Inter in ospedale a ragazzi ammalati. «Fa un po´ lo spaccone, ma è simpatico – spiegano i vicini -. Lo vedi ridere poco, però è disponibile con tutti». Scene distanti anni luce da quelle del ragazzo preso di mira dalle tifoserie di mezza Italia. Ieri, proprio per ribellarsi a questa barbarie, il preside di un Liceo di Arezzo ha deciso che per un giorno, in concomitanza di una lezione contro il razzismo, la scuola si chiamerà "Mario Balotelli". Una presa di coscienza netta, proprio quello che vorrebbe chi è intorno al giovane attaccante che soffre per queste continue offese, anche perché spesso vengono derubricate a normali insulti da stadio. E anche alla Pinetina il clima non è stato sereno negli ultimi giorni: «Mourinho è come Capello – dice una fonte dell´Inter -. Non tollera chi non rispetta le regole. Non vuole multe. Spedisce la gente in tribuna. E Mario non accetta di essere domato anche se l´Inter ha fatto tanto per accontentarlo». Con Mancini, però, era diverso. L´ex allenatore sapeva anche usare la carota, non solo il bastone: alla fine di ogni allenamento spediva Mihajlovic a calciare le punizioni insieme a Balotelli, che si sentiva importante. Ma la sponda più solida è ai vertici del club: quando si è trattato di scegliere, Massimo Moratti ha puntato su Mario, anziché comprare Pato. E il presidente stravede per i prodotti del vivaio nerazzurro. Difficile che alla lunga assecondi atteggiamenti che possano portare a una rottura tra l´Inter e il ragazzo, anche se in Premier League c´è la fila per lui (lo vorrebbe anche il Ghana per i Mondiali, ma Balotelli "vede" solol´Italia). Tutti conflitti che non entrano nella via tranquilla dove Mario può tornare a essere semplicemente un ragazzo di 19 anni.