Luigi Santambrogio, Libero 3/12/2009, 3 dicembre 2009
Nuova eco panzana dopo la beffa Climagate - Sbugiardati con vergogna, scoperti con le mani nella truffa a taroccare cifre e previsioni, pubblicamente derisi come eco-furfanti davanti a quel mondo che vorrebbero salvare, gli scienziati pinocchioni e surriscaldati ieri hanno ricevuto il colpo di grazia
Nuova eco panzana dopo la beffa Climagate - Sbugiardati con vergogna, scoperti con le mani nella truffa a taroccare cifre e previsioni, pubblicamente derisi come eco-furfanti davanti a quel mondo che vorrebbero salvare, gli scienziati pinocchioni e surriscaldati ieri hanno ricevuto il colpo di grazia. Il direttore del Cru, il Centro di ricerche sul clima dell’Università dell’East Anglia in Inghilterra, si è dimesso, ammettendo lo scandalo delle informazioni appositamente taroccate per far aumentare la temperatura della Terra. In cima all’oceano Il Cru è considerato uno dei centri di ricerca più influenti nello studio del riscaldamento globale dovuto a cause umane, e ha giocato un ruolo chiave nell’ultimo documento dell’Ipcc, il panel intergovernativo delle Nazioni Unite che studia i cambiamenti climatici. Quel panel che tutti i santi giorni, pure quando piove, nevica e fa freddo, ci terrorizza annunciando che la fine del mondo è vicina e la maggior parte di piante, animali e umani finirà bruciata viva, carbonizzata come le streghe di Salem. La rimanente sopravvissuta alla colata solare annasperà fino ad annegare nelle acque degli oceani e dei mari che, per effetto del disgelo dei Poli, sommergeranno le città. Bene, almeno una parte di queste terribili profezie ora sappiamo che sono panzane, super balle spaziali che si sono già squagliate al sole dello scandalo. Non sono sopravvissute neppure alle mitiche nevi del Kilimangiaro. Lo scandalo è noto: la notte dello scorso giovedì, centinaia di e-mail interne del Centro di ricerche sul clima sono finite su internet dopo un attacco di un pirata informatico. Erano scambi di corrispondenza privata tra sedicenti scienziati che da anni studiano il fenomeno del riscaldamento globale: si davano consigli su come filtrare e manomettere le informazioni. E cioè: una bella spinta all’insù del termometro del Pianeta, giusto per confermare una teoria bislacca e senza puntelli di scienza. Insomma, la classica ”pistola fumante” del grande raggiro sul global warming perpetrato da ciarlatani dell’ambiente e maldestri scrittori di fiabe catastrofiste. Beh, come eco-truffa non c’è male, un gigantesco furto con destrezza che ha già mandato a pallino la credibilità della Conferenza sul clima di Copenaghen della prossima settimana. A qualsiasi conclusione arriverà, una cosa è certa: niente avrà a che fare con la scienza. Tuttavia, la mamma degli ecologisti falsari è sempre incinta. Ieri, infatti, un altro Centro di ricerca, lo Scar (Scientific Committee on Antarctic Research) di Cambridge, è tornato a spararle grosse. Il suo rapporto rivede al rialzo tutte le previsioni sullo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento dei mari. Se l’Onu aveva finora previsto un innalzamento di 40 centimetri, lo Scar dice che a fine secolo le acque saliranno di 1,4 metri. Con questi livelli, ci siamo giocati l’Antartide. Il fatto imprevisto è che le acque ”calde” si stanno infilando sotto la calotta ghiacciata e la sciolgono a poco a poco. Ma mica è finita qui: i ghiacci della Groenlandia se ne stanno andando in vapore, come quelli andini e himalayani. Insomma, nel 2020 il mondo non sarà simile a quello descritto qualche anno fa nel film Waterworld, ma la prospettiva è quella. Una catastrofe che metterà sotto Londra, Shanghai, New York se queste metropoli non costruiranno barriere gigantesche per fermare l’oceano. Per Venezia, invece, non ci sarà nulla da fare: le paratie del Mose, infatti, possono a mala pena contenere un innalzamento di 60 centimetri. Adieu. Impressionante considerare quanto in pochi anni sia salito il mare secondo questi presunti ricercatore: prima 50 centimetri, poi 60, poi, 100, poi 1 metro e 4. Di questo passo, tra dieci anni saremo arrivati ai 60 metri. E per rendere il messaggio ancora più credibile, gli eco-farlocchi di Greenpeace hanno tappezzato Copenaghen di mega poster. Ci sono Obama, Merkell e Sarkozy elegantemente invecchiati al computer, la data è quella del 2020 e accanto alle loro facce rugose e terrorizzate la scritta: I’ Sorry. «Mi dispiace. Potevamo fermare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici… non l’abbiamo fatto». Ma via, non tutto è perduto. Il mondo finirà arrosto a meno che, dicono sornioni quelli dello Scar: non si decide di tagliare in modo drastico i gas serra. Eccola la soluzione prêt-à-porter per sconfiggere l’Apocalisse: meno Co2, cioè meno smog. Cioè meno traffico, cioè meno auto. Insomma meno meno di tutto. La solita zuppa indigesta e pure in scatola. Dal Wwf a Bhopal A chi avesse, tuttavia, ancora dei dubbi sulle capacità divinatorie degli ecologisti surriscaldati, raccomandiamo questa notizia. Oggi è il 25esimo anniversario di Bhopal, la cittadina indiana dove una nube velenosa (isocianato di metile) di una industria chimica americana, la Union Carbide, ammazzò quasi 30.000 persone. All’epoca il responsabile ambiente della Union era Russel Train, tra i fondatori e per lungo tempo presidente del Wwf Usa e direttore dell’Epa, prima di trovare ben più remunerato lavoro alla multinazionale killer. Dopo la strage, l’ecologista Train prese le difese della Union Carbide che aveva «un programma ambientale ottimo». Beh, mister Russel era già molto allenato alla menzogna come capo del Wwf, non gli fu difficile mentire da presidente capitalista. Ecco, vedete che mondo sarebbe se al comando ci fossero ”sti gli eco-farlocchi.