Gaia Piccardi, Corriere della sera 3/12/2009, 3 dicembre 2009
Tiger braccato dalle amanti «Mi pento di aver trasgredito»- MILANO – «Ciao, sono Tiger. Ho bisogno di un enorme favore: devi cancellare il tuo nome dal telefono, mia moglie ha controllato il mio e potrebbe chiamarti
Tiger braccato dalle amanti «Mi pento di aver trasgredito»- MILANO – «Ciao, sono Tiger. Ho bisogno di un enorme favore: devi cancellare il tuo nome dal telefono, mia moglie ha controllato il mio e potrebbe chiamarti. Fallo per me. una faccenda enorme. Svelta. Grazie. Ciao» miagolava la Tigre vagamente isterica nella segreteria di Jaimee Grubbs, barista in un night club di Las Vegas, amante del numero uno del golf per 31 mesi, dal Masters 2007 (giocato e perso due mesi prima che la moglie Elin partorisse la piccola Sam Alexis) al 24 novembre scorso (tre giorni prima che il Suv nero guidato da Woods si schiantasse contro un albero della Florida: i danni ai beni pubblici ammontano a 3200 dollari), racconta Us Weekley scoperchiando il secondo dei sepolcri in questa storia di green e corna in cui nulla appare più per quello che è – l’afroamericano di successo figlio di un reduce del Vietnam, il simbolo del riscatto sociale, il fuoriclasse dello sport in testa alle classifiche dei guadagni (110 milioni di dollari solo nel 2008) coniugato con l’ex modella nordica e algida ”, a cominciare dal protagonista, l’uomo che inventò il golf e, qualche anno dopo, sembra, pure una marea di balle. Braccato dall’opinione pubblica, pressato dalla sua coscienza, inseguito da fantasmi in polo, pantaloni scozzese e spikes, il Gattone sta completando le 18 buche più difficili della sua esistenza centellinando ammissioni sul sito internet, «è tutta colpa mia, ho messo in imbarazzo la mia famiglia, ma sono un essere umano, farò in modo che queste cose non si ripetano» (lunedì), «mi pento dal profondo del cuore delle mie trasgressioni, sono venuto meno ai valori in cui credo, ho trascurato le persone a cui tengo, non sono stato coerente con me stesso» (ieri), e ormai non c’è caddie che possa reggere al posto suo il peso della colpa e della vergogna, né diamante- Kobe («Per calmare mia moglie dovrei comprarle una pietra come quella che Kobe Bryant regalò alla sua» avrebbe confidato a un amico) che possa ammansire Elin, la svedese che reagì come una sicula, inseguendo con la mazza da golf Tiger per la casa, poi in giardino, e mandandolo a schiantarsi contro un platano. La confessione è implicita, la redenzione incompleta perché Woods invoca la privacy mentre i tabloid americani gli fanno le pulci su tutto, la hostess di New York Rachel Uchitel, i 300 sms piccanti mandati a Jaimee Gubbs durante la relazione extraconiugale, i suoi appetiti sessuali, il ripetersi seriale delle conquiste (bianca-bionda-occhi chiari), i guru dell’immagine gli consigliano di confessare pubblicamente l’adulterio come David Letterman, i rivali non lo rimpiangono e gli sponsor s’interrogano sulle ricadute degli investimenti. A Gillette, in particolare, con Thierry Henry sbugiardato dall’orribile fallo di mano che ha mandato la Francia al Mondiale e Tiger Woods spogliato della sua aura di magia, di tre testimonial doc ne rimane intonso uno solo. Si chiama Roger Federer, è in vacanza con moglie e due figlie. Ha smesso di radersi. Hai visto mai.