Michele Concina, Il Messaggero 03/12/09, 3 dicembre 2009
ASTE - Il 2 dicembre si è tenuta un’asta benefica a favore dei gruppi di volontariato Libera, Medici con l’Africa e la Casa Santa Chiara per disabili
ASTE - Il 2 dicembre si è tenuta un’asta benefica a favore dei gruppi di volontariato Libera, Medici con l’Africa e la Casa Santa Chiara per disabili. All’incanto, 14 oggetti ricevuti in regalo da Romano Prodi nel suo ultimo periodo al governo: fra gli altri, una riproduzione in scala 1:1 del fucile Winchester del bandito Buffalo Bill, in ottone dorato tempestato di diamanti con calcio e paramano in lapislazzuli, acquistato da Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria, per 5.500 euro (base d’asta: 1.800 euro). Particolarmente sfarzosi i doni del re dell’Arabia Saudita: un orologio d’oro marchiato Bulgari, battuto a 2.200 euro, e un servizio da tè in argento, venduto per 1.500. Una coppia di antilopi argentate montate su marmo giallo, un gruppo scultoreo di due palme con il tronco argentato e le foglie dorate, due cammelli dorati con base di malachite. Infine, due parures collier-bracciale-anello-orecchini, ciascuna composta da centinaia di diamanti e alcune dozzine, rispettivamente, di rubini e smeraldi, montati in oro bianco e giallo: da solo, il collier di rubini è stato venduto al prezzo più alto dell’asta, 14.000 euro. Complessivamente, l’asta ha fruttato 49.610 euro, che andranno tutti in beneficienza. _____________________________________ Diamanti e palme d’oro, all’asta i regali di Prodi - Per metterselo in casa ci vuole un bel coraggio. Non perché sia un’arma micidiale, quel fucile: non è in grado di sparare neanche un tappo di sughero. Ma come si fa a convivere giorno dopo giorno, anno dopo anno, con una riproduzione a grandezza naturale del Winchester di Buffalo Bill, tutta in ottone dorato, con calcio e paramano in lapislazzuli, diamanti un po’ dappertutto e una specie di funghetto con zaffiro al posto del mirino? L’intrepido che ha accettato d’immolarsi è Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria, petroliere, «industriale con la ”i” minuscola, forse, ma di sicuro cacciatore con la ”c” maiuscola», come si definisce. Era per una buona causa, d’altra parte: il fucile iper-kitsch è stato messo all’incanto, ieri pomeriggio, in un’asta benefica a favore di tre gruppi del volontariato: Libera, l’associazione antimafia promossa da don Luigi Ciotti, i Medici con l’Africa, e la Casa Santa Chiara per giovani disabili. I 14 oggetti offerti sono i regali ricevuti da Romano Prodi negli ultimi mesi della sua permanenza a palazzo Chigi, dopo che a dicembre del 2007 aveva proibito a se stesso, ai suoi familiari e ai ministri di accettare doni di valore superiore a 300 euro. In quell’ultimo scorcio di presidenza, Prodi ricevette una sola visita ufficiale, quella del re dell’Arabia Saudita; di qui il gusto un po’ carico, diciamo così, della mercanzia offerta. Quasi sobri un massiccio orologio d’oro di Bulgari e un voluminoso servizio da tè d’argento. Inquietante una coppia di antilopi argentate montate su marmo giallo; almeno, però, firmate dall’insigne Asprey, di Londra. Sbalorditivo un -come chiamarlo?- gruppo scultoreo composto da due palme con il tronco argentato e le foglie dorate, due cammelli dorati e una base di pregiata malachite; a simulare, si presume, il verde di un’oasi. Travolgenti due parures collier-bracciale-anello-orecchini, ciascuna composta da centinaia di diamanti e alcune dozzine, rispettivamente, di rubini e smeraldi, il tutto montato senza economia in oro bianco e giallo. A moltiplicare l’effetto della collezione, la cornice: il castello Mackenzie, opera di un giovanissimo Gino Coppedé, il primo dei suoi effervescenti miscugli di liberty e gotico, oggi sede della casa d’aste Cambi. E’ stato il lucentissimo Winchester ad aprire le offerte, partendo da una base di 1.800 euro. Garrone ha dovuto contenderlo, a suon di rilanci telefonici da 200, a un gioielliere monegasco che partecipava, anche lui, via cellulare. Se l’è aggiudicato per 5.500, e ha fatto sapere che telefonerà a Prodi per condividere la soddisfazione. Una matura signora genovese, presente in sala, si è accollata lo stupefacente palmizio per 1.100 euro. Non ha voluto fare il suo nome, ma ha lasciato capire che considera il sacrificio un modo per far del bene a Natale. Il Bulgari ha trovato casa per 2.200 euro, il servizio da tè per 1.500. Dopo di che è arrivato il momento più temuto dagli organizzatori, l’incanto delle parures. Difficili da vendere, confidavano i membri della famiglia Cambi, perché abbondanti di pietre ma discutibili nella qualità e nella lavorazione; per facilitare la vendita, le avevano suddivise in più lotti. E il prezzo base era praticamente quello delle pietre grezze, un po’ come se il manufatto fosse venduto a peso. La prima parure, quella di rubini, è andata benino. Il collier, anzi, ha raccolto il prezzo più alto di tutta l’asta, 14 mila euro, duemila in più del prezzo base. Ma il collier di smeraldi, e i relativi orecchini, sono rimasti invenduti. Pazienza: l’asta ha comunque raggranellato 49.610 euro. E soprattutto ha dimostrato, come dice don Ciotti, che «si può fare politica a partire dalle piccole cose».