Umberto Rapetto, Nòva24 3/12/2009;, 3 dicembre 2009
LA FISICA DEL RESET
«Questo messaggio si autodistruggerà in cinque secondi» era la frase con cui le disposizioni impartite a James Bond con un piccolo registratore camuffato svanivano a seguito di autocombustione preordinata.
Una simile espressione è il sogno di tutti quelli che, terrorizzati dalle informazioni in cui sono in possesso, vengono assaliti dal desiderio o necessità di cancellare definitivamente documenti memorizzati in formato elettronico.
Recenti fatti di cronaca hanno portato alla ribalta presunti disperati tentativi di far sparire i file su un disco fisso facendo ricorso a un tanto goffo, quanto inutile affogamento del pc portatile. Le operazioni che la magistratura ha delegato a consulenti tecnici sono rapidamente giunte al recupero di quanto fraudolentemente era stato prima cancellato e poi messo a bagno.
Chi ha affidato a un rubinetto l’onerosa missione di occultare scottanti informazioni sapeva che non era quello il modo per impedire il rinvenimento di foto, filmati, archivi o documenti. La sensazione è che il protagonista avesse tutto l’interesse a calamitare l’attenzione degli investigatori. Per far scomparire gli elementi informativi custoditi nel computer, bastava metter quel portatile sotto il braccio e portarlo via: gettato in un cassonetto di rifiuti solidi urbani (non nei paraggi), avrebbe iniziato il percorso verso un millenario smaltimento, ma guadagnato una reale irrecuperabilità.
Quando non è possibile far conto sulla sottrazione del computer o del supporto magnetico, l’unica via è la distruzione o un irrimediabile danneggiamento degli oggetti " pericolosi".
Le metodologie più efficaci le conoscono fin troppo bene i custodi di preziosi segreti industriali e gli immarcescibili evasori fiscali. La paura che una formula chimica, un database, qualche appunto di contabilità "nera" possano finire nelle mani sbagliate, indirizzano verso ben altre modalità di intervento. Si può optare per un intervento termico, meccanico, elettromagnetico, chimico e persino informatico.
La temperatura può essere fatale perché determinati dispositivi sotto o sopra un certo numero di gradi possono subire alterazioni irrimediabili: senza sforzare la fantasia, un caminetto, un barbecue o un forno a gas possono fare un ottimo lavoro.
I più robusti prediligono un intervento bruto e sanno che una martellata sul contenitore esterno non risolve il problema perché il pc "funziona sempre": smerigliatrici, trapani e altri utensili devono essere adoperati sul disco e non sul
case in cui questo è alloggiato.
Senza dubbio risolutivo il ricorsoa mezzi elettromagnetici: a potentissime calamite difficili da trovare, molti preferiscono un comune microonde. A chiudere questo bizzarro menu, qualche bicchiere di acido sull’hard disc può essere l’extrema ratio.