Pierluigi Panza, Corriere della Sera 02/12/09, 2 dicembre 2009
Il marchese romano e un Warhol da 100 milioni di dollari - Uno dei quadri di Andy Warhol dal destino più travagliato, gli «Eight Elvises», già di proprietà del marchese romano Annibale Berlingieri, sarebbe stato venduto in piena crisi del mercato dell’arte contemporanea, dopo il collasso della Lehman Brothers, a una cifra record intorno ai 100 milioni di dollari
Il marchese romano e un Warhol da 100 milioni di dollari - Uno dei quadri di Andy Warhol dal destino più travagliato, gli «Eight Elvises», già di proprietà del marchese romano Annibale Berlingieri, sarebbe stato venduto in piena crisi del mercato dell’arte contemporanea, dopo il collasso della Lehman Brothers, a una cifra record intorno ai 100 milioni di dollari. Record assoluto per Warhol, e prezzo scioccante se si considera che la vendita si sarebbe perfezionata nel 2008, in piena crisi del mercato finanziario, a un prezzo che lo colloca al quarto posto assoluto della top ten delle opere più pagate del mondo, dopo «Numero 5» di Jackson Pollock (venduto dal magnate dell’industria cinematografica di Hollywood, David Geffen, a 140 milioni), il «Ritratto di Adele Bloch- Bauer» di Klimt (135 milioni) e «Ragazzo con la pipa» di Picasso (104 milioni), ma prima, ad esempio, del «Ritratto del dottor Gachet» di Van Gogh (84,5 milioni). La notizia è stata data, «dopo un anno di investigazioni», da Sarah Thornton, l’esperta di mercato dell’arte dell’«Economist», e sta facendo il giro del mondo. Top secret l’acquirente, anche se la Thornton dichiara di «avere una short list di nomi possibili». Forse da cercare soprattutto tra gli sceicchi degli emirati. La famiglia Al Thani, del Qatar, ad esempio, è uno dei più attivi collezionisti d’arte contemporanea. Ma tra i maggiori acquirenti di Warhol figurano Gagosian, che nel 2007 spese 200 milioni di dollari per 15-20 opere del maestro pop americano, Mr Cohen, che ha acquistato una «Marilyn», l’oligarca russo Mikhail Fridman e soprattutto la famiglia Mugrabis, proprietaria del «Ritratto di Jackie Kennedy». L’opera «Eight Elvises» ha una storia affascinante. Il lavoro era originariamente lungo 37 piedi (circa 12 metri), e comprendeva la figura di Elvis Presley dipinta 16 volte. Fu esposta alla Ferus Gallery in Los Angeles nel 1963. Dopo la mostra, però, l’opera fu tagliata in cinque parti, la più larga e famosa delle quali fu quella dei cosiddetti «Eight Elvises». Questa nuova opera passò da una serie di venditori, alcuni come Bruno Bischofberger di Zurigo e fu alla fine venduta a Berlingieri da Gian Enzo Speroni alla fine degli anni Sessanta. Da allora non è mai più stata esposta ed è comparsa soltanto una volta nel catalogo ragionato delle opere di Warhol. Da quanto ricostruito dalla Thornton, l’opera incominciò ad esser messa a disposizione per la vendita privata al tempo della Biennale di Venezia del 2007. Inizialmente se ne interessò Sotheby’s a New York, poi Philippe Segalot, il consulente che ha lavorato anche per il miliardario François Pinault, patron di Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia. Il prezzo di vendita, di cui dà notizia «L’Economist» e anche «The Independent» che lo riprende, si aggirerebbe, come detto, sui 100 milioni di dollari (attualmente sarebbero circa 66 milioni di euro), anche se rumors parlavano di una iniziale richiesta addirittura di 100 milioni di euro. Se la cifra venisse confermata collocherebbe Warhol tra i recordman dell’arte, affiancando artisti come Picasso, Pollock e Klimt. Proprio all’inizio di questo mese, Warhol aveva superato il proprio record personale in asta quando il suo «200 One Dollars Bills» era stato battuto a New York per 43,8 milioni di dollari. Warhol, che tra il 1961 e il 1987 ha realizzato circa 10mila lavori, risulta uno degli artisti più venduti e più cari. Anzi al top della bolla speculativa dell’arte contemporanea, nel 2007, prima della crisi, aveva venduto complessivamente opere per 428 milioni di dollari, diventando uno degli artisti più scambiati.