Elena Dusi, la Repubblica 2/12/2009, 2 dicembre 2009
BIG BANG
La guerra Usa-Europa sull´origine dell´universo -
Il Cern sta per entrare dove "sunt leones": nella corsa per ricreare sulla terra le condizioni del Big Bang, il tunnel di Lhc è pronto per le collisioni fra particelle a energie senza precedenti. E anche la mandria di bisonti che pascola attorno al Fermilab di Chicago - il laboratorio americano rivale del Cern - è ormai rassegnata a perdere il suo significato di "spirito di frontiera" che negli anni ´70 volle dargli il fondatore Robert Wilson.
Nei prossimi giorni l´acceleratore di particelle del Cern di Ginevra farà scontrare i due fasci di protoni che circolano in direzioni opposte nel suo anello di 27 chilometri all´energia record di 2,4 teraelettronvolt (Tev), battendo il primato che il Fermilab aveva fissato nel 2001 (quasi 2 Tev). Dalle collisioni schizzeranno in ogni direzione schegge di particelle. Catturandole, i fisici sperano di individuare frammenti di materia sconosciuti. Tanto maggiore infatti è l´energia dello scontro, tanto più alta la probabilità di scoperte stupefacenti. Ora Lhc è pronto a riportare il record in Europa, ma anche ad allungare il passo fino a raggiungere i 7 Tev entro il 2010 e i 14 Tev dopo uno stop per controlli e complesse migliorie.
Quell´orologio che al Fermilab contava i giorni, le ore e i minuti che mancavano all´avvio di Lhc è arrivato all´ora zero. «Da quando abbiamo iniziato a far circolare i fasci, il 20 novembre, tutto è marciato in maniera liscia. Più di quanto ci aspettassimo» racconta da Ginevra la voce stanca ed entusiasta di Sergio Bertolucci. «Ancora qualche giorno di test e la settimana prossima saremo pronti per le collisioni a 2,4 Tev» annuncia il "pilota" di Lhc, prestato al Cern dall´Istituto nazionale di fisica nucleare dopo anni a Frascati e al Fermilab.
Vista da Chicago, la ripartenza di Lhc non fa pensare neanche a un testa a testa fra Europa e Usa. Anche gli Usa parlano ormai di passaggio del testimone. «Tevatron resterà in funzione con certezza fino a settembre 2010. Probabilmente riuscirà a strappare qualche anno in più, ma non credo che fra un decennio sarà ancora operativo. Le energie di Lhc sono irraggiungibili» racconta da Chicago Giorgio Bellettini dell´Infn di Pisa, dal ´79 pioniere della partecipazione italiana al Fermilab. Il successo di Ginevra è anche, per una volta, un punto a favore della ricerca europea. «Negli Stati Uniti - prosegue Bellettini - si soffre di incertezza cronica sui finanziamenti. I programmi sono rimessi in discussione ogni fine anno. Ma per progetti enormi come questi servono vedute più ampie e il Cern riesce a garantirle».
Invece di sentirsi sconfitti, molti fisici americani hanno fatto le valigie per l´Europa. «La presenza degli statunitensi qui a Ginevra è aumentata moltissimo negli ultimi anni. Siamo ormai il laboratorio di punta nel mondo» racconta Leonardo Rossi, scienziato dell´Infn e membro di Atlas, uno dei quattro esperimenti dell´acceleratore di particelle di Ginevra. «Ma quando si è trattato di pubblicare il primo articolo scientifico della storia di Lhc, solo tre giorni dopo le prime collisioni - dice Paolo Giubellino dell´esperimento Alice - abbiamo scelto una rivista europea. L´European physical journal ha un impatto inferiore ad altre pubblicazioni americane. Ma a questo gesto simbolico ci teniamo molto».