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 2009  dicembre 02 Mercoledì calendario

Il contratto del secolo in India- Sarà l’affare del secolo per le società di ingegneria informatica

Il contratto del secolo in India- Sarà l’affare del secolo per le società di ingegneria informatica. L’India ha deciso di schedare digitalmente i suoi 1,2 miliardi di cittadini, che avranno un unico numero di identificazione, per sconfiggere le frodi e rendere efficiente il sistema di servizi sociali. Le aziende francesi si sono già fatte avanti: sarà un affare da miliardi di euro, assicurano gli esperti. E sarà molto redditizio, al punto che chi riuscirà a dividersi la torta, avrà vinto una sorta di terno al lotto. Professionalmente parlando, s’intende. Il punto di partenza è costituito dal difficile accesso dei poveri alle prestazioni sociali fornite dallo stato indiano. Nandan Nilekani, presidente dell’Uidai, l’Authority dell’identificazione unica, nata per sviluppare il progetto, spiega che i bisognosi si scontrano continuamente con la difficoltà di farsi riconoscere per accedere agli aiuti alimentari, ai programmi di sanità e di educazione: spesso non hanno il certificato di nascita e neppure un domicilio. Poi c’è l’altra faccia della medaglia, quella degli imbrogli. Se i poveri fanno fatica a ricevere i soldi pubblici (in tutto si parla di una somma compresa tra 15 e 30 miliardi di euro l’anno), c’è chi specula. Non vi sono soltanto funzionari corrotti, ma anche persone che riescono ad accaparrarsi più volte i sussidi: al punto che soltanto il 16% dei fondi andrebbe a buon fine. Ecco, dunque, la soluzione partorita: ogni indiano avrà un numero unico, che sarà utilizzato dalle amministrazioni pubbliche, dalle banche, dagli operatori telefonici, con un sistema di identificazione di tipo biometrico. Non sarà una passeggiata realizzare tutto ciò, ma gli addetti ai lavori ci credono. Per dare l’idea del lavoro immane da compiere ma anche dell’affare miliardario alle porte, Nilekani osserva che la più grande banca dati esistente al mondo comprende 120 milioni di persone. I numeri indiani sono così elevati che, nel momento in cui il sistema entrerà a regime, è previsto un picco di 1 milione di iscrizioni al giorno. Per quanto riguarda eventuali problemi, non saranno tanto di natura tecnologia, quanto di metodo. Per esempio, ci vorrà particolare cura nel prendere le impronte digitali di tutti. Molto delicata sarà l’operazione di reduplicazione, visto che bisognerà comparare le impronte di un nuovo iscritto a quelle dell’intera base. Ma, soprattutto, al momento di fornire i servizi ai cittadini, la verifica dell’identità richiederà il funzionamento perfetto e rapido dei collegamenti fra terminali periferici e centrali, anche nelle sperdute zone dell’India. Una torta del valore di miliardi di euro, secondo gli esperti, anche se non esistono cifre precise. Per le finanze pubbliche indiane, invece, i risparmi saranno nell’ordine di 3 miliardi di euro. Una cosa è certa: le aziende coinvolte diverranno, nell’arco di pochi anni, leader del settore a livello globale.