Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  dicembre 02 Mercoledì calendario

COMBATTERE


Mandare in Afghanistan i 30.000 soldati richiesti da Obama costerà 30 miliardi di dollari l’anno: la stima è di Peter Orszag, direttore dell’Office of Management and Budget della Casa Bianca. Da dove si prenderanno tutti questi soldi, in tempi di recessione? David Obey, de­putato del Wisconsin, con dieci colleghi, ha presentato un disegno di legge, che intro­duce una tassa di guerra provvisoria sui redditi superiori a 30.000 dollari l’an­no. Entrerebbe in vigore nel 2012 e sareb­be progressiva, incidendo maggiormente sui più ricchi. «Se una guerra si deve com­battere, dobbiamo anche pagarla». Per di più, la riforma sanitaria in atto negli Stati Uniti, da sola, costerà 900 miliardi di dolla­ri in 10 anni.

_______________________________________

ARTICOLO ORIGINALE:

Il rebus degli Usa. Chi pagherà per le truppe in più? -

Quanto costa man­dare un nuovo soldato americano a com­battere in Afghanistan? Un milione di dol­lari l’anno, dice la Casa Bianca, basandosi sui calcoli di Peter Orszag, direttore del­­l’Office of Management and Budget. Det­to altrimenti, i 30 mila rinforzi che Ba­rack Obama ha deciso di inviare nella re­gione graveranno sul bilancio federale per 30 miliardi di dollari l’anno.

La previsione non è del tutto condivi­sa, il Pentagono per esempio parla di una spesa inferiore della metà, anche se è so­lo un problema di cosa si mette dentro: quante nuove armi, quali materiali, quan­to carburante, quante perdite.

Nell’un caso e nell’altro, il problema per il presidente rimane: siano 30 o 15 mi­­liardi di dollari l’anno, chi pagherà il so­vrapprezzo della guerra afghana? Obama ieri sera non vi ha fatto cenno, preoccupa­to soprattutto di spiegare e convincere il Paese che la surge (l’aumento delle trup­pe) sia la cosa giusta e il lavoro vada por­tato a termine entro tre anni.

Ma è questo il nodo, come se non ne avesse già abbastanza, con cui dovrà mi­surarsi nelle prossime settimane. Anche perché al Congresso, i suoi democratici non mostrano di volergli facilitare la vita. La conferma viene da David Obey, de­putato del Wisconsin, che insieme a 10 colleghi (alcuni molto influenti, come il capogruppo alla Camera John Larson) ha presentato un disegno di legge, che intro­durrebbe una tassa di guerra provvisoria sui redditi superiori a 30 mila dollari l’an­no. Entrerebbe in vigore nel 2012 e sareb­be progressiva, incidendo maggiormente sui più ricchi. «Se una guerra si deve com­battere, dobbiamo anche pagarla», ha det­to nel presentare la sua Temporary Afgha­nistan War Surtax Obey, personalmente contrario all’escalation.

 difficile che la proposta passi. Ma il dibattito che ha aperto è reale, come lo sono i sussulti trasversali che agitano il Congresso, già alle prese con una riforma sanitaria che costerà 900 miliardi di dolla­ri in 10 anni.

L’ironia della discussione: chi è favore­vole alla surge (repubblicani e democrati­ci moderati) è contrario alla tassa, prefe­rendo invece tagli di spesa altrove; men­tre chi appoggia il balzello (la sinistra de­mocratica) dice no all’invio di nuove trup­pe a Kabul. C’è anche, è il caso del Washington Post , chi fa una proposta di sapore italiano, suggerendo di aumenta­re la tassa federale sulla benzina, che ne­gli USA è ferma dal ”93. Per Obama, un rovello in più: oltre all’argomento strate­gico, il presidente dovrà vincere in Con­gresso anche quello economico.